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LA BATTIGIA
di Trilussa



21/12/2008- ALCOOL E GUIDA
In Francia vengono eseguiti dieci milioni di alcol-test l’anno mentre in Italia poco più di un milione e si calcola anche che l’automobilista italiano ha una sola possibilità di essere fermato...


ALCOOL E GUIDA



“In Francia vengono eseguiti dieci milioni di alcol-test l’anno mentre in Italia poco più di un milione e si calcola anche che l’automobilista italiano ha una sola possibilità di essere fermato, per un controllo del suo tasso alcolico, ogni 47 anni”.



Non so se questi dati corrispondano alla realtà però sono abbastanza plausibili. Sono ripresi da un articolo su Agoravox Italia e riguardano un commento sul progetto di legge che ipotizza lo spostamento dei limiti del tasso di alcool per chi guida dagli attuali 0,5 allo 0,2%.

In pratica significa che l’automobilista che si mette alla guida della propria auto non può aver bevuto nemmeno un bicchiere di vino, od una birra.

E’ un sacrificio modesto, diciamoci la verità, però io lo ritengo ugualmente abbastanza ingiusto
perchè sembra rientrare in quei provvedimenti che hanno alla base lo stesso italico ragionamento: non abbiamo i mezzi (finanziari e organizzativi) per trovare e punire i colpevoli, bene, allora costringiamo tutti gli altri, anche quelli rispettosi della legge e che non farebbero del male a nessuno, a sottomettersi a regole ferree, mortificanti e troppo spesso ingiuste.

Perché è così. Chi, dopo una normale cena con un moderato consumo di alcool, un bicchiere di vino, si sente di essere un pericolo per gli altri e di non essere in grado di tornare a casa senza causare incidenti o mietere vittime innocenti durante il tragitto?

Ma siccome non abbiamo mezzi per effettuare adeguati controlli, non abbiamo sufficienti mezzi di trasporto alternativi che potrebbero sostituire le auto, non abbiamo leggi sufficientemente rigorose da scoraggiare chi commette infrazioni gravi, non abbiamo una magistratura efficace ed efficiente che garantisca pene rapide e sicure, allora, per compensare tutto questo non possiamo fare altro che punire, indiscriminatamente, colpevoli ed innocenti, prudenti ed imprudenti, sciagurati e buoni padri di famiglia, ubriaconi e moderati.

Dispiace non poter bere neanche un bicchiere di vino a cena, ma mi adeguerò, non ho problemi ma mi sia permesso di giudicare questa proposta di legge piuttosto vessatoria, insufficiente rispetto al grave problema che vorrebbe affrontare e, mi si consenta, anche un po’ antidemocratica.

Penso infatti che il cittadino vada punito, anche severamente, quando commette un reato e non in maniera preventiva, a prescindere. Se si vuole veramente incidere in maniera significativa su questo tema della sicurezza stradale non si può che partire da uno stanziamento adeguato di fondi finalizzati alla realizzazione di un progetto organico e proporzionato alla gravità del problema.

Fondi per aumentare la vigilanza sulle strade con controlli a tappeto specie nelle condizioni ad alto rischio che tutti conosciamo, fondi per impianti automatici ai semafori e lungo le strade più a rischio che rilevino le infrazioni senza possibilità di sfuggire alla sanzioni, fondi per portare finalmente l’educazione stradale nelle scuole, fondi per la rieducazione di guidatori coinvolti in gravi incidenti, fondi per strumenti sempre più numerosi e precisi in dotazione alle forze di polizia.

Accanto a queste misure, indispensabili in qualunque piano organico che voglia andare a fondo del problema, anche misure di deterrenza amministrativa e legale come pene più severe per chi è coinvolto in incidenti gravi e mortali con il ritiro della patente ed il carcere sicuro e senza indulto.

Perché se si dichiara molto severa una pena di 9 anni di reclusione per un ubriaco deficiente che passa in pieno col rosso e uccide sul colpo due poveri fidanzati in scooter, vorrei sapere in condizioni normali quanto si pensa sia giusto comminare ad un guidatore normalmente ubriaco che uccide un figlio normale di qualche normale cittadino.



“Daniele, 39 anni, è stato travolto dall'auto guidata da Vasile Juravle, autista di pullman romeno di 56 anni. L'uomo aveva nel sangue un tasso alcolico doppio a quello consentito. Insomma, era ubriaco. Tanto da non vedere lo stop all'incrocio per Valdellatorre, pochi chilometri da Torino, e non accorgersi di quella moto che arrivava sul rettilineo e da centrarla in pieno. Daniele è rimasto lì, sull’asfalto dove oggi c'è una lapide fatta dalla moglie e dal fratello. Per non dimenticare.”



I parenti oltre al dolore hanno una sola paura, che l’uomo che ha ucciso e che ora è a casa e festeggerà il Natale con i suoi parenti, magari al processo patteggerà la pena, usufruirà della legge sull’indulto e non sarà mai veramente punito per quello che ha fatto.

Ecco il vero problema che il governo, il Ministro o chi per loro dovrebbe correggere.

Chi si mette alla guida ubriaco (ubriaco, ripeto e non dopo aver cenato con gli amici) dovrebbe sapere che rischia una pena più severa di una semplice sanzione amministrativa. Dovrebbe sapere che rischia il lavoro, la licenza, la patente e se uccide qualcuno in quelle condizioni va in galera, e non per poco.

Per vendetta? No, semplicemente per giustizia perché quella madre che ha perso il figlio per un atto disgraziato e irresponsabile è il minimo che pretende da uno Stato. Uno Stato spesso assente ma che in questo caso, in questa circostanza di enorme dolore per una famiglia, faccia valere il suo potere, sentire la sua presenza, colpire con la durezza necessaria chi si rende responsabile di un omicidio.

Omicidio, perché è così che andrebbe considerato per legge. Chi guida in stato di totale ubriachezza o sotto effetto di droghe pesanti, condizioni entrambe che ne pregiudicano completamente la capacità di guida responsabile e sicura dovrebbe sapere che se uccide qualcuno commette un omicidio, e per quello verrà giudicato, e non come un semplice guidatore che può fare un errore, valutare male una circostanza, avere un malore improvviso e imprevisto.

Chi è ubriaco o ha assunto droghe tali da pregiudicare una guida sicura dovrebbe anche sapere con certezza che i controlli sulla strada sono sicuri e inflessibili, la pena severa e immancabile, le sanzioni pesanti fino al ritiro permanente della patente di guida e all’arresto in caso di recidiva.

Se poi si uccide si va in galera, subito, senza sconti di pena, senza indulto e senza patteggiamenti!

Solo in questa maniera, attraverso un programma organico che agisce a vari livelli si può incidere in maniera significativa su questo grave fenomeno, mentre il semplice e semplicistico spostamento dei limiti di legge dimostra solo approssimazione e uno sciocco tentativo di risolvere il problema con un semplice, inappropriato e coercitivo atto amministrativo che in fin dei conti colpisce solo chi fa un uso moderato dell’alcool e non incide per niente su chi è solito abusarne.


Trilussa
 
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