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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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QUORUM
di Madamadoré

11/6/2011 - 9:11


 Domenica si vota. Si vota per 4 referendum: acqua, nucleare, legittimo impedimento. C'è che dice si, chi dice no e chi dice che non è importante e si può anche non andare.

A me si rimescola il sangue a sentire che non è importante andare a votare, che si può andare al mare. Sarà sicuramente per l'educazione che ho ricevuto, per aver avuto genitori che sapevano bene da dove veniva il diritto di voto, da aver ricevuto moniti sul fatto che chi non andava a votare era come se infrangesse una legge, si macchiasse di una colpa, ma è mio merito personale aver alimentato quell'insegnamento, aver tenuta viva la certezza che votare sia un mio diritto/dovere che nessuno mi deve togliere.

Per il voto dei referendum c'è qualcosa in più,. C'è sempre infatti una parte che consiglia e che caldeggia l'astensionismo per non far raggiungere il quorum e far risultare non valido il risultato del referendum. La strategia adottata anche in passato dai sostenitori del no è quella di fare una campagna a favore dell’astensione e di solito riesce a dare suoi frutti.

Si basa sulla presenza di un malessere diffuso dovuto a un senso di sfiducia generale e generalizzato nei confronti della politica, di una parziale comprensione dei quesiti formulati spesso in modo poco chiaro, di un male di vivere che caratterizza purtroppo i nostri tempi.

Capisco avere opinioni diverse, opposte, capisco essere confusi e faticare per farsi un'opinione, ma non capisco astenersi. Astenersi significa vanificare, svuotare di significato uno strumento importante, quello da cui discendiamo.

La repubblica italiana nacque il 18 giugno del1946 a seguito dei risultati del referendum istituzionale del 2 giugno precedente, indetto per determinare la forma dello stato dopo il termine della seconda guerra mondiale.

Si trattò di un referendum istituzionale: gli italiani furono chiamati a scegliere fra monarchia e repubblica. Vinse la repubblica con il 54% dei suffragi. In tale occasione le donne votarono per la prima volta.

Ecco noi siamo figli di un referendum particolare, ma di un referendum. Poi abbiamo aspettato il 1974 per usare per la prima volta questo strumento di esercizio di sovranità popolare sancita dall'art. 1 della Costituzione. L'esito del referendum è la conseguente espressione di questa sovranità, della volontà del popolo.

Uccidere lo strumento del referendum vuol dire buttare a mare e calpestare noi stessi, la nostra volontà. La sovranità popolare sono io, sei tu, siamo noi. Chi dai monitor delle nostre televisioni ci invita ad andare altrove ci dice di ignorare noi stessi, ci invita a diventare malati psichici, schizofrenici, perchè domani continueremo a lamentarci delle cose che non funzionano, di quello che vogliamo o non vogliamo, continueremo ad imprecare contro leggi ingiuste che ci vengono calate dall'alto, del fatto che noi non contiamo niente...continueremo il nostro bla bla bla senza punti, né virgole, senza girare pagina,come malati psichici in preda ad un delirio.

Chi annuncia che non andrà a votare e intanto ricopre cariche pubbliche (ruoli di potere perchè è stato votato a rappresentarci), è moralmente inaccettabile e lo è anche politicamente, perchè invalida il potere del voto, anche di quello che lo riguarda.

Il referendum è un modo per esercitare il potere popolare, per esprimere un senso di responsabilità verso la nostra vita, i nostri luoghi, il nostro futuro. Non andare a votare vuol dire abdicare a questa possibilità, abdicare al ruolo di cittadini, di popolo.

Un popolo che rinnega un tale strumento di democrazia diretta lancia un messaggio su molti campi, su quello strumento, su quell'argomento e su di sé, su come si percepisce nel ruolo di cittadino.

A che gioco giochiamo? Quali sono le regole del gioco?

Se il gioco è quello della democrazia, le regole del gioco devono essere chiare e trasparenti, leali e condivise. Se si spendono soldi nostri per fare questi referendum, se c'è una legislazione che li consente, che ne legittima la natura, la forma, lo svolgimento una delle regole è forse disertare le cabine elettorali?

In questo caso caldeggiare l'astensionismo per non far raggiungere il quorum equivale ad ammettere che si è certi della vittoria dei si e che l'unico modo per non cambiare lo stato delle cose è quello di boicottare il gioco, ma questa è una scorciatoia scorretta che falsa la consultazione.

Scusate ma non sono queste le regole del gioco. Le regole dovrebbero essere quelle di essere messi in condizione di essere informati correttamente sulle motivazioni del si e del no e di essere spronati ad andare a votare perchè la regola democratica implica questo.

Far fallire il si non per volontà ma solo per astensionismo non raggiungendo il quorum, che vittoria è?

La regola democratica implica che ci si esprima e che l'esito referendario, espressione della sovranità popolare, sia una fonte del diritto, primaria che vincola i legislatori al rispetto della volontà del popolo.

Non facciamoci rubare un diritto fondamentale, andiamo a votare, perchè siamo capaci di intendere e di volere, di ragionare e avere opinioni.

Il mio “quorum” batte...voi che fate?



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11/6/2011 - 17:20

AUTORE:
Severino

A un baro, a un ladro, a un assassino, a un falso, a un corrotto, non si dice "Scusi le regole non sono queste"; gli si dice "Brutto pezzo di merda, torna nella tua fogna".
Non è con gli sdolcinamenti, con l'amabilità, con la buona educazione, con l'"onorevole", con il "signore", che ci si rivolge a costoro. Se le parole hanno un significato usiamole come vanno usate. Se siamo indignati usiamo le parole dell'indignazione.

11/6/2011 - 15:05

AUTORE:
Tribulus

Bel lavoro Madama...
Mi domando no anzi non me lo domando più perchè io nel mio piccolo la risposta è da tempo che ce l'ho chiara.
Ma se pensano di aver fatto dei capolavoro perchè non vanno a votare crociando il "NO" se il loro operato è condiviso dal "POPOLO SOVRANO" come all'occorrenza richiamano, sicuramente vinceranno i "NO" ma dato che sanno benissimo che così non sarà le tentano tutte per non far decidere la maggioranza degli ITALIANI se questa è democrazia..
Tutti a votare non vi fate fregare poi la croce mettetela dove vi pare ma andate non cercate scuse per la vostra pigrizia.