none_o

Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
none_o
e ammé chemme ne frega...

21/7/2011 - 9:16

Copio (senza condividere la prima parte):


"La canzone all'italiana dei primi anni '50 rappresenta una restaurazione nella restaurazione. E' insopportabilmente retorica; gronda, oltre ogni misura, di lacrime e di sangue. Ne è un esempio davvero tipico E la barca tornò sola (di Ruccione e Fiorelli). (…) Intanto la sinèddoche ('legno' per 'barca') che conferisce un che di grave e misterioso a tutta la situazione - la donna è infatti per definizione misteriosa e infida. Poi quell'incognita di incerta interpretazione: 'sconosciuta'? 'Ignara'?                                            Un latinismo comunque che aggiunge altro pathos alla scena (e che ben si addice alla donna: chi più della donna 'ignaro', chi più di lei impenetrabile? Infine l'attributo di 'straniera', da decifrare liberamente: sia come estranea (all'uomo) sia più prosaicamente come turista. Ma sempre, nell'un caso e nell'altro, donna di malaffare: epiteto valido per la donna in generale e per antonomasia per la donna forestiera.Chi dunque rischierà la vita per salvare una simile femmina, sì dai capelli d'oro ma per l'appunto infida, impenetrabile - e soprattutto puttana? Ma i tre uomini, naturalmente, che come tutti gli uomini sono buoni, bravi, coraggiosi ed altruisti. E affrontano impavidi la morte... La scena si ripete in tante altre canzoni: ad esempio, 'Il torrente', di Carli-Liman: ancora una volta l'acqua, ancora una volta la donna falsa, irriconoscente e ingrata che travolge e crudelmente inganna l'uomo ingenuo… La consegna è: strappare le lacrime". (Gianni Borgna, "La grande evasione", Savelli Editore)


Era il 1954 e c’era la lotta musicale di Sanremo: Il festival di Latilla
Fu il Festival del 1954 a consacrarlo divo della canzone: oltre a vincere la kermesse con 'Tutte le mamme' (tanto per cambiare, con Consolini), si piazzò al terzo posto con 'E la barca tornò sola'.
Apparentemente, il maestro Mario Ruccione si aspettava di aggiudicarsi il primo premio. Le cronache narrano di come, dopo la proclamazione, sia rimasto fino all'alba seduto in una poltrona dell'albergo a lamentarsi dell'interpretazione della melodrammatica vicenda della 'mamma bianca' e della 'barca nera'… Ma probabilmente non fu lui a scrivere ben trecento cartoline anonime di minacce a Latilla, che fu il vero protagonista  di quell'anno dove propose 'Canzoni alla sbarra', 'Una bambina sei tu', 'Arriva il direttore', 'Piripicchio e piripicchia'. In totale, 6 canzoni: un'onnipresenza che si accompagnava a quella sulle pagine dei rotocalchi interessati alle contorte vicende sentimentali che si intrecciavano tra lui, Nilla Pizzi, Carla Boni e il Maestro Angelini.

"E a me che me ne importa"

 "Il dopoguerra era tempo di Sanremo e fazzoletti inzuppati di lacrime. Dentro di me vibrava un'altra musica, c'era l'America" (Renato Carosone)
Secondo Giancarlo Governi, che ha curato uno speciale tv dedicato al cantante napoletano, "Carosone era rimasto colpito dal tono funesto di 'E la barca tornò sola', e dalla storia che raccontava di una mamma nera, una barca bianca, una bionda forestiera. Qualcuno leggeva la canzone in chiave politica, qualcuno in chiave psicanalitica...".
Dario Salvatori aggiunge: "Carosone ha ricordato di aver cominciato a provare il brano con poca convinzione e che, solo dopo aver ripetuto due o tre volte il ritornello nefasto, il fido Gegè, stremato, esplose in uno spontaneo quanto geniale: 'E a me che me ne importa?' (da "Dizionario delle Canzoni Italiane, elleu multimedia

Pochi mesi dopo il Festival in cui 'E la barca tornò sola' si era piazzata terza, Renato Carosone si rivolse al pubblico televisivo con un sorriso da monello che sta per combinarla grossa. "Voi questa canzone l'avete ascoltata tante volte. Ma non l'avete mai ascoltata come l'ho immaginata io... Ecco: Gegè farà la mamma…". ("Farò la mamma come non l'avete mai vista", dice Di Giacomo, sistemandosi scialle e parrucca) ".…e Piero Giorgetti farà il mare crudele…coi gargarismi" (Giorgetti mostra sorridendo un bicchiere pieno d'acqua).
E fu così che la tragedia marittima partorita da Ruccione si trasformò in irresistibile parodia, con Gegè il batterista a ribattere ad ogni strofa del melodrammatico testo originale intonato da Giorgetti il celeberrimo, strafottente 'E a me che me ne importa' - che oltretutto contribuiva a "muovere" il brano su un nuovo, contagioso ritmo di beguine. La prima metà della pantomima lasciò i telespettatori semplicemente esterrefatti. Ulteriore incredulità di fronte al ritornello 'Mare crudele', cantato con vocette alla Donald Duck (un tipico espediente di Carosone, ottenuto variando la velocità del nastro registrato). Il colpo di grazia furono i melodiosi gargarismi di Giorgetti: moltissimi si indignarono di fronte a chi stava mettendo in burletta Sanremo e le sue canzoni così commoventi. Ma per parecchi fu una liberazione: si poteva ridere di Sanremo, e di canzoni tanto tragiche da risultare tragicomiche.

 

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

21/7/2011 - 9:56

AUTORE:
Sonia

Ieri sera, con la complicità del buio, ho avuto un incontro confidenziale e ravvicinato con il mare grosso.
Mi sono presa una massiccia dose di salsedine, e per questo i miei capelli stanno ancora protestando, ma l'anima ha volato alto. Molto più in alto del volo di un gabbiano.
Il rimbombo dei marosi che ghermivano le spiaggette e si infrangevano sulle piccole scogliere misto al vento mi hanno stordita:stordimento da sballo!

Sonia