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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

Comune di San Giuliano Terme - comunicazione
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Prefettura di Pisa – Ufficio Territoriale del Governo
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Massimiliano Angori
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. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com

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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Forum Nazionale Cremona
Si terrà a Cremona l'11 e 12 novembre 2011 il Forum nazionale "Un Paese, Un'Agricoltura"

8/11/2011 - 13:36

Si terrà a Cremona l'11 e 12 novembre 2011 il Forum nazionale "Un Paese, Un'Agricoltura", organizzato dal Ministero delle Politiche agricole.
Desidero svolgere, nell’occasione, alcune considerazioni sul settore.
 
Un’alleanza tra città e campagna
 
L’agricoltura è un settore strategico per qualunque paese del mondo, non solo per il valore economico che esprime, ma perché è alla base della salute delle persone e della qualità della vita.
 
I processi di internazionalizzazione e la conseguente esposizione alla competizione globale rischiano di estraniare sempre più il consumatore dai processi di produzione, dalla provenienza, stagionalità e qualità delle produzioni alimentari, penalizzando, di conseguenza, un settore molto delicato, che costituisce, per definizione, una risorsa endogena per qualunque territorio, non facilmente replicabile. Il modello dominante, quello agricolo industriale, che si è imposto negli ultimi decenni, ha creato una forte distanza tra produzione e consumo. Piuttosto che valorizzare l’agricoltura familiare e locale, le regole della globalizzazione applicate all’agricoltura hanno incentivato un modello fortemente energivoro, orientato al mercato, “fatto per vendere” in grandi quantità, in qualunque stagione, con evidenti contraddizioni e conseguenze sul piano sociale ed ambientale in termini di inquinamento (basti pensare a quanti chilometri percorrono i cibi per arrivare sulle nostre tavole!), consumo delle risorse, perdita della biodiversità, per non parlare del complesso tema della proprietà intellettuale dei semi (che meriterebbe uno specifico approfondimento); la progressiva riduzione dei margini di guadagno per le imprese.
 
Già a metà degli anni Novanta i prezzi alla produzione offerti ai contadini erano ridicoli, qualcosa di umiliante per chi ben sa quanta fatica è necessaria a far crescere mele e pere che abbiano delle qualità. Negli stessi anni, la pubblicità si era indebitamente appropriata dell’immagine, agreste e tranquillizzante, della campagna e di famigliole felici per propagandare prodotti piuttosto industriali e niente affatto naturali. Solo per renderci conto: ogni euro di spesa alimentare si compone mediamente nel modo seguente: 60 centesimi per la distribuzione e il commercio, 23 centesimi per la trasformazione, solo 17 centesimi per la produzione. Il modello di agricoltura toscano ha da sempre offerto alla città prodotti orientati verso un innalzamento della qualità, ma, seppur diverso, tale modello è fortemente esposto agli effetti della globalizzazione.
 
E’ urgente, quindi, sviluppare un adeguato avanzamento culturale sull’importanza dell’agricoltura, sui modelli di agricoltura, sui servizi e sulle funzioni di interesse collettivo che essa è in grado di svolgere; ampliare gli spazi di libertà scelta per noi cittadini; tornare a riappropriarci della conoscenza di chi produce il cibo che mangiamo e come lo produce; riaffermare con forza la principale funzione dell’agricoltura: produrre il nostro cibo. Non a caso l’agricoltura viene definita  “settore primario”! E’ una questione di salute e di qualità della vita dei cittadini, non soltanto sul piano ambientale.
 
L’agricoltura della provincia di Pisa ha intrapreso ormai da tempo un percorso di adeguamento improntato sulla ricerca di mercati di qualità, sulla differenziazione, sulla creazione di valore e sulla diversificazione produttiva. Sotto questo profilo, le imprese hanno saputo sfruttare le potenzialità derivanti dal flusso turistico, da una qualificazione della domanda dei consumatori locali, da una crescente vivacità e disponibilità alla collaborazione tra imprese e, tra queste e le amministrazioni locali, che hanno incoraggiato la nascita di progetti comuni e iniziative collettive (mercati locali, botteghe di produttori, GAS, progetti di informazione e sensibilizzazione nelle scuole).
 
A partire da queste azioni e all’interno di un quadro più ampio di attività sulle quali siamo impegnati come Amministrazione Provinciale in materia di governo dei territori rurali e delle attività che in essi si svolgono, l’Assessorato allo Sviluppo Rurale ha recentemente intrapreso un percorso per la definizione, strutturazione e successiva adozione di un Piano del Cibo della Provincia di Pisa. Con esso ci proponiamo di mettere in relazione e di costruire quella rete di reciproca “utilità” tra i bisogni delle comunità locali e la capacità produttiva del sistema locale, facendo emergere quei legami (ora non visibili) che ci sono, allo scopo di rafforzare l’efficacia delle iniziative e rispondere a due esigenze: la tutela della salute e della qualità della vita dei cittadini da una parte; la strutturazione di un modello economico locale soddisfacente per le aziende dei nostri territori dall’altra. L’intento del Piano del Cibo è quello di comprendere e far comprendere il legame che esiste tra benessere della popolazione, salute e igiene dell’alimentazione, gestione dei suoli, valorizzazione delle produzioni locali e creazione di economie locali e di nuova occupazione nelle campagne.
 
L’idea di agricoltura che sottende a questa impostazione è quella che affonda le sue radici nella cultura e nella civiltà contadina e nei valori di cui è portatrice: rispetto dei cicli e tempi di produzione, stagionalità, senso di comunità e solidarietà; un’agricoltura fatta da aziende che – detto in altri termini – sentendo la responsabilità sociale di impresa, sono in grado di produrre beni pubblici, oltre che beni privati.
 
Questo tipo di problematiche e di riflessioni apre ed impone la necessità di uno sguardo attento e conseguente sulle scelte di governo del territorio e sulla pianificazione urbanistica, uno degli strumenti essenziali per costruire qualità sociale e ambientale, se la collochiamo, come deve, nel quadro di politiche e azioni di governo integrato del territorio improntate a realizzare la sostenibilità dello sviluppo, con cui intendiamo quella capacità di visione e di conseguente azione che sappia dare una risposta equilibrata alla complessità dei legami, degli attori, delle esigenze e dei bisogni.
 
Un’alleanza tra città e campagna: è la sfida necessaria ed auspicabile soprattutto ai fini della tutela delle produzioni di cibo, delle risorse ambientali e del paesaggio. Essa è innanzitutto un processo culturale, che presuppone il riconoscimento reciproco di ruolo e servizi, che non sono in competizione tra loro. Occorre operare un cambiamento necessario dal punto di vista culturale e produttivo, lavorando per costruire le condizioni per la definizione di un nuovo “patto” tra consumatori e produttori, ricostruendo al contempo le condizioni per un rilancio economico delle imprese e dell’intero settore.
 
Nell’interesse dello specifico settore agricolo ma più in generale del nostro futuro, mi auguro che il forum nazionale sull’agricoltura di Cremona sappia affrontare le problematiche in questa prospettiva e non in una sterile logica di rivendicazione o, peggio, come inutile passerella mediatica.
 
Giacomo Sanavio
Assessore alla Programmazione territoriale
e Sviluppo Rurale della Provincia di Pisa

Fonte: Giacomo Sanavio
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