L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Il 20 novembre era la giornata mondiale dei diritti dei bambini e delle bambine. La giornata ricorda un doppio anniversario: il 20 novembre 1959 l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la Dichiarazione dei Diritti del fanciullo e il 20 novembre 1989 - sempre da parte dell’ONU - è stata approvata la Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. Quest’ultima è lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di tutela dei diritti dei bambini.
In questa settimana è uscito il rapporto Istat su “Infanzia e vita quotidiana” e venerdì 25 a Pisa è stato organizzato un incontro dal titolo “Famiglia oggi: un compito una sfida”.
Decido di andare, esco dal lavoro e vado, arrivo in ritardo rispetto all'orario di inizio, la sala è piena, ed è una bella sorpresa, sta parlando Silvia Venturi Ladu, dell'Università di Pisa. Sta cercando di illustrare le caratteristiche delle famiglie di oggi usando i numeri...sono diminuiti i matrimoni al di sotto dei 35 anni, si studia di più, soprattutto le donne, questo unito alla ricerca del lavoro, alla costruzione di una carriera, la ricerca della casa, tutto condito dalle difficoltà della crisi in corso allunga il tempo delle scelte di vita. Meno male che c'è la famiglia lunga, così definita dai sociologi la nostra struttura familiare protettiva e contenitiva delle difficoltà. Ma la nunzialità non è influenzata solo da motivi di crisi economica, risente anche di fattori ambientali in senso lato.
Ci si sposa di meno ma aumentano i matrimoni civili, anche per effetto dei matrimoni misti e delle seconde nozze, sono il 37 % del totale.
Numero dei figli: ogni coppia mette al mondo mediamente 1,4 figli, ne occorrerebbero 2,1 per garantire l'effettiva sopravvivenza e riproduzione della popolazione. Le cause della diminuzione della natalità sono la difficoltà di gestire la situazione per mancanza di condizioni facilitanti per la famiglia, politiche e welfare.
Aumenta il numero dei figli delle coppie non sposate e aumenta l'instabilità coniugale, sono 300 le separazioni su 1000 matrimoni, tendenza in arresto negli ultimi anni per effetto della crisi economica, è difficile gestire economicamente due famiglie. Comunque i matrimoni durano sempre meno, i matrimoni sono una merce usa e getta, il modello famiglia del mulino bianco è totalmente fasullo rispetto alla realtà.
Prende la parola Federico Bianchi di Castelbianco psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva, direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, centro di terapia per l'infanzia. Svolge dal 1970 un’intensissima attività clinica assistendo con la sua équipe migliaia di minori che presentano disturbi diversi, dal comportamento all’apprendimento. Membro della Commissione Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è docente presso la scuola di specializzazione in Psicoterapia dell’età evolutiva dell'Istituto di Ortofonologia, è docente di numerosi corsi di specializzazione scolastici e universitari, in Italia e all’estero, ed è esperto – tra gli altri temi – in psicoterapia e psicopedagogia dell’infanzia, così lo presentano e lui un po' goffamente tenta di scherzare sopra questo curriculum pesante, poi comincia a parlare semplicemente e con un linguaggio che impatta sulla platea, un po' si ride, ma è un ridere amaro come lo sono le cose che lui descrive e che vengono riconosciute come vere, molto rispondenti alla realtà che vivi o che guardi. Comincia portando dati Istat resi caldi da ricerche sul campo, derivanti da interviste e studi che lui stesso ha fatto, che derivano dal suo lavoro, dal suo incontro con le scuole dai nidi ai licei, dal suo lavoro che lo porta ad incontrare bambini e famiglie.
Fa partire le slide e comincia dicendo che le coppie di fatto sono in aumento, sono 2 milioni gli italiani che convivono con relativi bambini al seguito.
Il matrimonio viene descritto come un lusso e non una scelta di vita, un dato curioso è che sono in aumento le agenzie matrimoniali.
I giovani ammettono di sposarsi per consuetudine, come se non si potesse fare altro dopo che si è fidanzati che altro si può fare? per amore e per fare una festa, d'altra parte il regalo più comune è il viaggio di nozze in un paese lontano.
Poi parla di come i ragazzi vedono i genitori e dice che dalla sua ricerca, dal suo lavoro può dire che le categorie a rischio sono psicologi, medici, insegnanti, operatori socio-sanitari, avvocati...tutte professioni dove l'impegno fuori casa è altissimo, tutte categorie che descrive come piene di sé, portati più verso l'impegno sociale che verso la famiglia, come dire troppo impegnati per occuparsi dei loro figli. I genitori più attenti, sensibili e dedicati ai figli sono gli impiegati, gli operai, coloro che in qualche modo vedono la famiglia e i figli come un valore in sé.
Le categorie per descrivere il padre sono: amico, assente, esigente, dialogante, nel senso che parla solo lui, impermeabile, rigido, mammo, il padre che compete con la madre; tutte immagini che condividono l'incapacità di stare insieme ai figli, di costruire una relazione efficace e di ruolo.
Dopo le categorie per i padri, ecco quelle per le mamme: chioccia, manager, sempre occupata sfiancata dai sensi di colpa, per fortuna stemperati dalla sciocchezza di pensare che non importa quanto tempo si sta coi figli, ma è importante la qualità e con quello si consola, la stufalinga, la mamma che non fa altro che ripetere quante cose fa e che le fa tutte per te, la madre competitiva col marito; anche queste immagini condividono la caratteristica di essere fuori ruolo.
Le categorie per i nonni sono: gli invadenti, dicono continuamente cosa fare ai loro figli, senza riflettere su quello che loro hanno fatto, i baby sitter, i latitanti.
Riparte coi dati, le adozioni sono in aumento, c'è un incremento del 15%, nei primi 6 mesi del 2011 sono stati adottati 1600 bambini, 200 in più rispetto ai primi 6 mesi del 2010.
Il 65% delle famiglie ha un solo figlio, la scelta è per il minor carico economico che comporta un solo figlio, la scarsa presenza di servizi per l'infanzia sul territorio, il dato nazionale parla di una copertura del servizio nido del 13%; ma si fa un solo figlio anche perchè si è convinti che riuscirà di più, che sarà più capace, che godrà di maggiore attenzione da parte dei genitori e di un maggiore aiuto.
I limiti dell'essere figli unici sono limiti individuali, ma con risvolti sociali, e sono una minore esperienza di confronto, carattere egocentrico, poco abituato a condividere, senso di onnipotenza, rischio di adultizzazione.
Il figlio unico crea limiti anche alla famiglia moderna che risulta caratterizzata da un grande permissivismo, dalla incapacità di accettare il bisogno di autonomia e la perdita del bambino, da un maggiore investimento emotivo su quell'unico figlio, da un'ansia generalizzata che trova un solo destinatario.
Ma la famiglia moderna è segnata dalle separazioni, lo dicevano i dati di prima e le separazioni hanno conseguenze sui figli, anche se la maggior parte di queste vengono dichiarate consensuali e con l'affido congiunto. Tutto questo pare una farsa, una messa in scena per gli adulti, non finalizzata ai bambini e al loro benessere. Infatti i bambini sono spettatori inermi, sono destinatari di bugie protratte nel tempo, di un pesante clima di sfiducia, di comportamenti errati diffusi su tutto il territorio affettivo che frequentano, i nonni, gli zii...pensate, racconta Federico Bianchi, ai figli che vanno dai nonni paterni che magari parlano male della ex moglie del figlio, ma che è la mamma o viceversa. Insomma i bambini vengono esposti a modelli familiari, di relazione sentimentale che non funzionano, che si consumano con modalità usa e getta, che si riparano con modalità false e falsificanti.
I bambini, i ragazzi hanno bisogno di ascolto, informazione, dialogo, condivisione e di contenimento. Hanno bisogno di una narrazione della realtà, di elementi che li aiutino a comprendere e decodificare quello che sta accadendo intorno a loro, e a loro stessi in termini di realtà concreta e di emozioni e sentimenti.
Abbiamo generazioni intere di bambini e ragazzi arrabbiati, che mettono in scena comportamenti arrabbiati, pervasi da aggressività.
La famiglia dov'è? Che fa? I comportamenti sembrano dire che c'è poco interesse alla persona e a quello che fa, a quello che pensa, mentre sembra che ce ne sia di più per quello che potrebbero diventare, per il ruolo sociale che potrebbero conquistare. Sembra che il ruolo genatoriale si sia spostato di più verso una presenza affettiva e la presentazione di una offerta variegata di possibilità, a discapito del ruolo educativo e formativo.
E' come se i genitori e i ragazzi vivessero in mondi separati, come se parlassero lingue diverse incomprensibili.
Ma i giovani? Federico Bianchi, insieme all'Istituto di Ortofonologia, ha contribuito a creare Diregiovani.it che è un prodotto informativo multimediale pensato per i giovani, a loro dedicato e in cui loro sono protagonisti. Il Portale è nato con l’obiettivo di raggiungere i ragazzi, farli comunicare tra di loro e con il mondo degli adulti e di avvicinarli, utilizzando il loro linguaggio e la loro modalità espressiva, alle buone pratiche. Inoltre, Diregiovani è promotore dell’evento “Diregiovani-Direfuturo, Il Festival delle Giovani Idee”: una manifestazione nazionale, giunta alla sua terza edizione, interamente dedicata alla positività e alla creatività dei ragazzi.
Federico Bianchi forte di questa esperienza dice che i giovani sono pronti a cambiare, che hanno bisogno di noi, di attenzione, di dialogo e di contenimento. Ma noi invece ci fermiamo alle apparenze, ci facciamo spaventare da come sono vestiti, dalle loro esteriorità esagerate, mentre loro ci chiedono presenza autentica, hanno bisogno di sentire meno alibi e più realtà, hanno bisogno di progettualità, di una visione di futuro.
Dimenticavo...che c'entra il titolo con questo resoconto?
Il diritto a non essere campioni...deriva dal racconto di un babbo che ha portato il proprio bambino a calcio. Arriva la prima partita, il bambino viene mandato in gioco, ma lui “ si perde”, nel senso che si dimentica la tattica, lo scopo del gioco, fa un po' di casino. La squadra vince ugualmente, l'allenatore e i giocatori, tutti, gioiscono. Il babbo del bambino ha imparato qualcosa...i bambini hanno diritto al piacere di giocare, hanno diritto a non essere campioni.
Questo mondo lo trova un posto al diritto di non essere un campione?