L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Salvare il lavoro, salvare gli italiani
Sabato 11 febbraio la FIOM ha indetto una manifestazione nazionale a Roma, che in queste ore è in tilt per la neve. Io oggi non so se sarà rinviata, so che quella dell’11 non è soltanto una manifestazione dei metalmeccanici, ma è una manifestazione di tutti. Ne parlo con Giusi Di Pietro, ingegnere e dirigente Fiom di Pisa che, nonostante la sua giovane età, sa meglio di me che quando si restringe o si nega la libertà del lavoro prima o poi si restringe o si nega la libertà a tutti noi.
Eccoci di nuovo alle prese con una manifestazione nazionale Fiom. Quali sono gli obiettivi della mobilitazione dell’11 febbraio a Roma?
La Fiom ha organizzato questa mobilitazione per dire basta all'attacco che sta subendo il mondo del lavoro negli ultimi tempi. Da oltre vent'anni il diritto del lavoro viene picconato e la vita delle persone resa ingestibile a causa del precariato. Nell'ultimo anno abbiamo assistito a un'ulteriore accelerazione: il contratto collettivo nazionale di lavoro è stato minato alla base; dapprima l'accordo sulla contrattazione del 28 giugno ha aperto alla possibilità di derogare al contratto nazionale e poi l'art. 8 della manovra finanziaria di agosto (esteso a tutte le categorie adesso, dal governo Monti) permette addirittura ai contratti aziendali di derogare alle leggi dello stato.
La categoria dei metalmeccanici si trova di fronte a due ulteriori questioni: l'attacco di Marchionne che ha espulso i lavoratori iscritti alla Fiom dallo stabilimento di Pomigliano e che nega in tutte le sue fabbriche il diritto dei lavoratori con tessera Fiom a essere rappresentati dal loro sindacato; e la lettera di Federmeccanica che, rinnegando l'ultrattività del contratto nazionale dei metalmeccanici del 2008, ha posto di fatto la Fiom fuori da tutte le fabbriche. Tutto questo, di fatto, espelle la democrazia dalle fabbriche.
Il governo Monti a sua volta, nell'applicare pedissequamente le richieste inique della BCE, dedica la sua “particolare” attenzione alle classi sociali più deboli: i pensionati, i lavoratori, i giovani e gli studenti. E adesso gira voce di un attacco all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, una norma di assoluta civiltà che serve solo a garantire la dignità del lavoratore di fronte al padrone senza togliere assolutamente a quest'ultimo la possibilità di licenziare in presenza di giustificato motivo. Insomma, ci troviamo di fronte ad un attacco senza precedenti ai diritti e a un peggioramento delle condizioni materiali delle persone; bisogna quindi tornare nelle piazze e far ripartire un conflitto sociale che si opponga a queste misure.
Perché una manifestazione ora? Siamo a rischio default, dobbiamo salvare l’Italia, non c’è bisogno di collaborazione e di “ingoiare il rospo”?
La questione del rischio default è molto complessa. Dico solo questo: l'Italia si trova con un elevato debito pubblico da tempo; perché proprio adesso questo accanimento selvaggio da parte della speculazione? Mi piacerebbe poter porre questa riflessione: salvare l'Italia o gli italiani? Quanti rospi sono stati costretti a ingoiare i greci, e a che pro... È sotto gli occhi di tutti che, a fronte degli immensi sacrifici imposti ai cittadini, la Grecia non sia affatto salva dal rischio default, anzi! Le manovre recessive imposte e la svendita del patrimonio pubblico non hanno fatto altro che impoverire la popolazione e aggravare la situazione. Per cui, senza essere una fine economista, semplicemente facendo 2+2, mi sento di dire che quello che ci sta imponendo il governo Monti - con il sostegno bipartisan anche del PD e la richiesta di collaborazione da parte del presidente Napolitano - non sia assolutamente il salvagente dell'Italia, ma proprio una bella pietra al collo.
Mi spieghi perché, come sostiene la Fiom, i diritti nei luoghi di lavoro e la libertà operaia sono diritti e democrazia per tutti?
Il cancello della fabbrica o la porta dell'ufficio non sono varchi spaziotemporali in cui al loro interno non valgono la costituzione e i diritti. Eliminare la democrazia dai luoghi di lavoro sottrae dignità ai cittadini lavoratori; le libertà degli italiani si fermano davanti alla porta della fabbrica: il potere del padrone è più forte della Costituzione. Questa terribile verità può aprire a conseguenze disastrose: il potere del più forte supera la Costituzione. Ricordiamoci anche che abbiamo in parlamento un governo non eletto, un governo non eletto che però sta mettendo mano a quello che rimane dei diritti e dello stato sociale.
Quali le iniziative a Pisa in vista dell’11 febbraio?
La Fiom di Pisa porterà i suoi lavoratori a Roma l'11 febbraio. So inoltre che sono previste in città almeno due iniziative da parte dei movimenti. Il 7 febbraio, al Polo Carmignani alle 21, c'è un dibattito con Fabio Sebastiani (giornalista economico di "Liberazione"), Fabrizio Callaioli (giuslavorista) e Claudio Riccio (rete della conoscenza) dal titolo ATTACCO AL LAVORO, organizzato dal coordinamento “Spazio aperto contro la crisi”; mentre il 9 febbraio alla Biblioteca Comunale alle 21 c'è un'assemblea pubblica con Giorgio Cremaschi (presidente del Comitato Centrale della Fiom e portavoce del Coordinamento Nazionale No Debito) organizzata dal Coordinamento No Debito di Pisa.
Infine, il coordinamento “Spazio aperto contro la crisi” sta organizzando i pullman per andare alla manifestazione, per prenotare scrivere a:
coordinamento30nov@yahoo.it
P.S. La foto è di Uliano Lucas