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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ma è vero giuro è vero
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Al cuore
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TOSCANA
Intervento di Nino Frosini PdCI Fds

17/2/2012 - 11:50


 Un governo lo si giudica dagli interessi che rappresenta, dalle modalità con cui li persegue e dai risultati ottenuti.

 
In base a questi parametri e giudicando, noi, prioritaria la rappresentanza degli interessi del mondo del lavoro dipendente questo governo si configura come il peggiore nella storia repubblicana del nostro Paese.
La sobrietà nel portamento o il “britisch aplomb” dei suoi componenti sono aspetti marginali eventualmente interessanti solo per una lettura della politica in stile gossip.
Invece un diffuso senso comune largamente presente anche a sinistra e variamente corroborato da “opinion leader” in odor di laica santità come Eugenio Scalari o Mentana, tende a vedere in Mario Monti l’uomo del destino.
C’è da dire che anche questo è un regalo avvelenato, uno dei tanti, di Silvio Berlusconi e cioè aver prodotto un antiberlusconismo dai risvolti mistici. Acritico e completamente scisso da ogni questione di merito. A un certo punto pur di non vedere più questo impomatato tracagnotto circondato da puttane, malfattori e guitti di ogni risma, abbiamo finito per non vedere neppure che chi arrivava a “salvarci” sarebbe invece riuscito a colpirci quanto, dove e come Silvio non aveva mai potuto.
Mario Monti inaugura una stagione nella quale si può mentire fino a circuire le coscienze in nome dei bisogni di una ristrettissima oligarchia finanziaria.
Si mente, da parte di questo governo per conto di banche, banchieri e mercati finanziari.
Si mente per convincere i lavoratori più giovani, ovviamente precari, che la soluzione ai loro guai sta nel dare la possibilità a chi appunto li assume da precari di licenziare i loro padri e fratelli maggiori senza alcun giustificato motivo.
Si mente per portare al cospetto della BCE e dei mercati finanziari europei “lo scalpo” dell’art. 18 lanciando così il segnale a tutti gli squali dell’imprenditoria mondiale che in Italia si può investire tranquilli perché anche il licenziamento individuale è finalmente libero da ogni vincolo.
Si mente e si mentirà perché chi non arriva alla fine del mese, arrivi però a considerare come un successo suo le risalite della borsa e il calo dello spread.
Si mente e si mentirà sulle liberalizzazioni raccontando che con la concorrenza, anche fra lavoratori, si starà tutti meglio. E pazienza se i poveri si faranno la guerra e i potenti faranno trust (comunella...) com’è accaduto con i servizi ENEL, con le banche, con le assicurazioni, con la telefonia mobile, con i supermercati, con i carburanti etc.
Questo Paese non ha mobilità sociale se non verso il basso. I figli degli operai fanno il mestiere dei padri ma senza la “noia” del posto fisso. Quelli dei banchieri girano fra banche e dintorni e lo faranno a vita magari annoiandosi a morte.
Questo Paese ha il 10% dei suoi abitanti che possiede il 50% della ricchezza.
Questo Paese ha il 95% dei media e più o meno l’80 % di quanto rappresentano i partiti che sta in difesa degli interessi di quel 10%.
Questo Paese è alle soglie di una dittatura liberista.
Mario Monti sembra un replicante senz’anima, ma ha un cuore che batte per i ricchi e una testa lucidissima che ben studia strategia e tattiche per arricchirli sempre di più.
Mario Monti sa che il consenso è uno strumento formidabile e fabbricabile anche contro gli interessi di chi acconsente. Per questo ha rifiutato le Olimpiadi. Del resto è o no dipinto e visto come l’uomo del rigore?
Però reagire si può. E si deve.
Nulla di quanto si riuscirà a ottenere o a difendere sarà a buon mercato. Saperlo non risolve ma senz’altro aiuta.
E la CGIL almeno per ora c’è.

 

Fraterni saluti

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