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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Non cancellerò
Quella foto tua
Come la gioconda
E la rosa gialla
Sulla pelle mia
Stare insieme a te
In quest anni miei
Insieme a tutto il resto
Tu .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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La navigazione in Arno (2)

1/3/2012 - 7:13



Non vi fate fuorviare dalla foto di apertura che è una meravigliosa immagine Alinari (primi ‘900) di un barcone di falasco nel lago di Massaciuccoli che serve a far notare come anche da noi si faceva  uso dei navicelli, ma questa è storia risaputa.
 
I navicelli nascono in Arno e per l’Arno e venivano chiamati becolini.
 Questo strano nome deriva dal suo inventore e costruttore, Domenico Picchiotti, chiamato Beco, facendo la sua fortuna e quella della sua famiglia e della navigazione in Arno.

Ritorneremo su di lui quando passeremo di fronte a casa sua nel nostro viaggio verso Firenze.
 
Nelle Relazioni sul governo della Toscana Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena annota nel novembre 1768 che, in quanto alla campagna:

“La maggior parte del popolo pisano vive dal fare il navicellaio  e tirare l’alzaia, dal dare vetture per Livorno, dal fare legne stramazzate a la macchia, dal cogliere giunchi dai paduli dai quali si fanno le funi per barche e navicelli, dal fare la spiga e l’erba dopo le raccolte, e dal pescare i fossi, ove si trovano certe tinche cattive e ranocchie”.


Per un paio di fotografie, quasi fossero lunghezze di fiume, godiamoci ancora Pisa e  le sue barche.
Ancora una bella immagine di un gruppo di navicelli che hanno appena passato il Sostegno (foto 2), lasciamoli caricare ed andare verso Livorno e iniziamo la risalita.
Incontriamo diverse barche “diverse”, nel senso alcune non uguali fra loro, barche di pescatori e renaioli che a volte condividevano la vita lavorativa (foto 3 e 4), passiamo sotto la passerella della Cittadella con un renaiolo (foto 5) e usciamo dalla città alle Piagge, (foto 6) nome che la dice lunga sul prodotto che offre  agli scavatori del fiume!


Toh! O chi sono questi “marinaretti d’acqua dolce”?
Se il nostro viaggio di risalita si presenta faticoso, per questa gita (foto 7) alle colonie marine di bambini, nientepopodimeno di Castelfranco, è una dolce discesa a corrente… poi al ritorno ci penseranno!


Verso Uliveto veleggiano alla tarsia e pollaccone spiegato al vento tre magnifici navicelli con la brezza marina (foto 8) incontrando renaioli (foto 9) e un “collega" velocissimo che va al carico di pietre allo scalo del paese termale (foto 10).
 
E qui incontriamo la più bella storia di fiume, una storia che mi rimanda all’infanzia con mio nonno renaiolo e mio padre con la  famiglia di pescatori e accompagnatori di signori a caccia, in Serchio però, ma cambia di poco, solo il nome del fiume, l’acqua è/era la stessa. (foto 11 e 12)


Se fossi in barca direi che qualcuno mi ha schizzato, ma al computer… sarà… mah, andiamo avanti, no!, mi fermo e ci risentiamo…
 
(segue)

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