Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.
Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"
C’era una volta un popolo, non importa formato da chi, che viveva nelle acque del padule di Maciuccoli che piano piano diventavano più scure e malsicure e quindi decise di migrare un po’ verso sud-est.
C’era una volta un popolo, anche questo non importa sapere chi fosse, che viveva anch’esso nelle limpide acque del padule di Asciano che erano però troppo basse e stavano ritirandosi, tanto da far migrare gli abitanti verso nord-ovest.
Questi due “popoli” si ritrovarono sulle rive di un fiume, l’Ausercolo, ricco di acque perenni e di cibo e decisero di fermarsi sulle opposte sponde.
Sebbene la vicinanza all’acqua li facesse contenti e prosperi, cominciarono, come succede in tutti i confini del mondo, a guardare in malo modo chi stesse “di là”, perché di là valeva per entrambi, e il fiume era un vero confine naturale.
Non si arrivò mai alla vera lotta, le scaramucce rimasero verbali tanto che quel luogo di “contatto”, dove avvenivano le chiassate, fu chiamato “Baccanella”.
Tutto torna? o almeno a metà? o per niente?
non importa, tanto il finale è lo stesso!
Ora non si vola più con le ali, nacque anche una barca traiettizia e un ponte poi, ma i due popoli, che hanno cambiato aspetto, non hanno mutato lo stile di vita e continuano a “baccagliare” pacificamente non più sulle scalette della ripa, ma sulla tastiera del computer, aiutati però sempre dal Serchio che da loro la sua Voce.