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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Le formiche lo fanno....
di Madamadoré

1/4/2012 - 11:20

Le formiche prima di portare i semi nel formicaio ne recidono i germogli con le loro pinzette...
Sento questa frase, usata come metafora, ad un incontro in cui si parla di educazione e subito mi colpisce, subito mi fa pensare che anche noi in fondo recidiamo un bel po' di germogli, quando abbiamo cominciato e perchè lo si faccia mi è un po' più difficile da ricostruire.
 
Penso che abbiamo reciso i germogli del pensare e dell'agire, nel senso che spesso siamo colpiti da ignavia derivata dal nostro stare bene, è come se l'agio che abbiamo raggiunto o che pensiamo di avere, ci avesse impoltronito, come se il muoverci, nel senso del pensiero o dell'azione, ci mettesse in condizione di rischiare di perdere anche quello che abbiamo, poco o tanto che sia.
Penso che abbiamo reciso i germogli dell'arrangiarsi, del cercare di attivare delle capacità che in quanto persone, dotate di mani, strumenti e cervello ci permettono di provare a fare, di metterci in gioco.
Penso che abbiamo reciso i germogli della percezione autentica di noi, dei nostri bisogni e dei nostri desideri, dei nostri diritti e dei nostri doveri.
Penso che abbiamo reciso i germogli della ricerca del senso che ha per ognuno di noi vivere, incontrare l'altro, della ricerca della trama che tiene insieme i tanti io che abitano dentro di noi, e che non si trasformano in patologia se esiste un io tessitore che li tiene insieme nel tempo e nella storia, la nostra.
Penso che abbiamo reciso i germogli dello scoprire cosa ci può essere dietro l'angolo, della meraviglia e dello stupore ricercato in un gesto, una parola, uno scorcio quotidiano, naturale e non esagerato, eccezionale.
Penso che abbiamo reciso i germogli della curiosità intellettuale, della domanda impertinente e della domanda ingenua e spontanea.
Penso che abbiamo reciso i germogli del pensarci finiti, dentro ad un tempo che ci chiede di cambiare, ruolo, posizione, aspetto fisico e maturità mentale. Viviamo in un eterno presente, stazionando in un perpetuo qui ed ora amplificato dai media vecchi e nuovi. Non esistono più le mezze stagioni e neppure le stagioni, resistono solo quelle politiche e calcistiche.
Penso che abbiamo reciso i germogli della capacità di scegliere, dell'immaginare, di avere una visone di futuro in cui ci sia un posto per tutti, uguali e diversi.
Penso che abbiamo reciso i germogli della resistenza, intesa come capacità personale e collettiva anche quotidiana, anche legata alle piccole cose; della fatica che si fa a stare dentro ad una situazione, ad una storia, ad una relazione; della determinazione di raggiungere qualcosa che ci siamo prefissi; della voglia di provarci nonostante tutto.
Penso che abbiamo reciso i germogli della consapevolezza e della responsabilità, della cura di un atteggiamento critico che ci impedisca di fare di ogni erba un fascio, di parlare per slogan...non ci sono più i valori, questa frase la troviamo in ogni bocca, ma chi ce li ha portati via? Quali erano?
 
Abbiamo reciso un bel po' di germogli, quando come e perchè? Di chi è la responsabilità? Boh! Di tutti e perciò di nessuno.
Siamo immersi in un mare liquido dove tutto pare, appare, scompare, niente sembra essere com'è, niente sembra essere come lo vorremmo, ma noi siamo qui e pur avendo delle radici non siamo stati piantati, non siamo alberi, possiamo fare passi in avanti, possiamo ricominciare a credere che le cose possano accadere, ma possiamo farlo se smettiamo di credere che la nostra volontà non faccia la differenza, se smettiamo di aspettare che il cambiamento parta nonostante noi.
Non siamo alberi, abbiamo la fortuna di avere testa, cuore e piedi per incontrare, conoscere, sperimentare ogni spazio possibile, reale e virtuale,  possiamo  cercare, provare e trovare un'armonia che ci unisca come in una danza, possiamo... la primavera è arrivata.
 
 
 
 
 
 

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