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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non é certo colpa mia e dello mondo difficilerrimo .....
. . . anche te racconta che c'entrano i voti del 1978, .....
. . . . chiebita perché l'acqua calda la scoperse .....
Salutoni a Bruno e al suo fido fiorentino
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
LA SALUTE A PORTATA DI MANO
dal libro “IO, MEDICO” di G.P. ed altri
Depressione

16/4/2012 - 15:47


 

La sindrome depressiva è forse la più grave delle malattie psichiatriche, l’unica in cui sia contemplata (e temuta) l’ipotesi del suicidio.

E’ anche una malattia molto subdola, che si può manifestare con disturbi molto vari e vaghi, a volte solo una sensazione di stanchezza, di svogliatezza, o uno stato di generale malessere.
Spesso magari è solo un “sentirsi male” senza sapere, e saper dire, il perché. C’è una sensazione di perdita, di sconfitta, di inutilità e c’è una frase che esprime bene lo stato d’animo che provano queste persone: la perdita del futuro.


Fra i sintomi principali ci può essere un disturbo del sonno con risveglio precoce al mattino ed incapacità al riaddormenta mento, episodi di pianto per cause banali od anche crisi senza un motivo apparente.
Il soggetto depresso si nota al suo apparire in ambulatorio con la faccia mesta, indifferente, quasi sofferente, che reagisce poco agli stimoli, a cui non riusciamo a strappare nemmeno un piccolo sorriso durante una normale conversazione. La faccia sembra quasi inespressiva, amimica (senza espressione) e l’argomento di conversazione è quasi sempre triste e rivolto verso se stesso, al proprio malessere.


Esistono delle forme più semplici cosiddette “reattive”, la conseguenza cioè di  un episodio negativo avvenuto nella vita del soggetto, come la perdita di una persona cara o una separazione. Queste forme di diminuzione del tono dell’umore sono abbastanza normali in occasione di questi episodi ma di solito hanno una durata limitata nel tempo, i sintomi lentamente si attenuano, il tono dell’umore spontaneamente si rialza ed avviene la guarigione.


Altre forme vengono invece definite “endogene”, cioè nella storia del paziente non si riscontra nessun episodio negativo a cui poter attribuire la flessione dell’umore. Si chiamano endogene perché si ritiene nascano dal di dentro, non trovando riscontro nella storia del paziente. Queste forme sono più severe, più difficili da curare e durano molto più tempo con episodi di miglioramento e di ricadute, spesso senza che appaiano motivi evidenti.


 La moderna psichiatria riesce a classificare in maniera dettagliata queste forme coniando nomi e proponendo classificazioni diverse (forme unipolari, bipolari, reattive, nevrotiche), ma rimane il fatto di fondo che sono malattie molto gravi, in cui il paziente è molto sofferente ed il ruolo del medico, anche quello di fiducia, fondamentale per seguirli nel loro percorso vero la guarigione. Sono infatti pazienti che hanno bisogno di essere seguiti, ascoltati, consigliati e che talvolta non trovano grande aiuto nell’ambiente familiare. Il medico dovrebbe essere partecipe della loro sofferenza, aiutarli nel caso di problemi di lavoro o di famiglia, vigilare sul loro effettivo stato d’animo per prevenire i tentativi di suicidio o comunque di autolesionismo che in questi pazienti sono abbastanza frequenti.

 

Oltre questo aiuto psicologico “(psicoterapia di sostegno)” e all’eventuale “interruzione dell’attività lavorativa” la terapia si avvale dei “farmaci antidepressivi”.


L’interruzione dell’attività lavorative sembra un controsenso nell’accezione comune perché si usa dire che in questo modo il paziente si distrae pensando ad altro. Gli psichiatri invece concordano che un periodo di astensione dal lavoro nelle fasi più acute sia indispensabile per la guarigione di questi soggetti affetti da una malattia che ha delle caratteristiche particolari che la differenzia da tutte le altre.


I farmaci antidepressivi sono numerosi ed appartengono a diverse classi farmaceutiche, alcuni si chiamano “triciclici” altri “inibitori della ricaptazione della serotonina”, nomi difficili per indicare farmaci che vanno ad agire sui cosiddetti “neurotrasmettitori”, sostanze chimiche che permettono la trasmissione degli impulsi elettrici fra i neuroni (cellule cerebrali).
Sono farmaci potenti ed efficaci, con qualche effetto collaterale (bocca secca, stitichezza, tachicardia, tremori, ipotensione) che compare addirittura prima dell’effetto farmacologico, tuttavia hanno permesso un notevole miglioramento della qualità di vita per questi soggetti.


Importante è la durata della terapia. Ogni malattia ha una sua durata e la depressione è una malattia che dura molto a lungo ed è importantissimo che i pazienti ne siano adeguatamente informati e seguano scrupolosamente le indicazioni del medico.

Chi inizia una terapia antidepressiva deve essere preventivamente informato che la terapia sarà sicuramente efficace ma lunga, e che durante la terapia potranno essere usati farmaci diversi e a diverse posologie ma sempre sotto il controllo esclusivo del medico specialista.


Una brusca variazione o addirittura una precoce e improvvisa interruzione della terapia antidepressiva  può riportare alle condizioni di inizio della malattia e spesso con una ripresa immediata e drammatica della sintomatologia.

 Il tempo, oltre la terapia farmacologica, assume in questa malattia un’importanza fondamentale perché serve a far allontanare il paziente dal momento negativo del suo vissuto, se presente, o dai sintomi di esordio della malattia a volte molto violenti e drammatici.


Una malattia quindi importante che deve essere affrontata con decisione, impegno, pazienza e soprattutto sotto la guida di un medico esperto data la delicatezza e gli effetti collaterali dei numerosi farmaci che fortunatamente oggi abbiamo a disposizione.
 
 

 

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