Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Ho costruito anch’io la mia piccola Agrifiera casareccia, sempre aperta estate e inverno e aggratisse, dove c’è spessissimo, all’ombra di un grande leccio, lo lentomangiare di frutta o salcicce abbrustolite o schiacciatine appena sfornate, vino bianco o nero, un tavolo grande tipo contadino dove si discute con gli amici fra un nocino o un limoncello di Arselle Giornale Pioppini Serchio, tutti maiuscoli, poi spazio bambini con altalene e scivoli (tre nipoti!), un’azzardosa teleferica con seggiolino per veloci cadute controllate, oggetti recuperati e dismessi ma dal fascino antico, legni contorti trovati nel bosco o sul mare, vecchie pietre scalpellate da vecchie mani, damigiane (quelle soffiate no stampate!) piene di imperfezioni che danno loro un’unicità incredibile e salvate dalle grinfie della Revet, conchiglie di mare e di fiume, sassi e sassetti di tutti i colori, tutto e di più da farne un “museo” come dice Don Lido quando viene a benedire, o una “fiera” come dicono gli amici o un “casino” da buttare come dice mia moglie e anche i miei figli.
Ma io, duro, vado avanti con la scusa di “tanto il posto c’è” finché non ci sarà più e quando non ci sarò più nemmeno io… allòra faccin loro!
In questo miscuglio di e da fiera non può mancare anche la parte dedicata agli animali e allora ecco una ciotola alta su un palo dove tortore e passerotti chiedono che vi posi pane e semi, un prato bucato e tartassato da merli tutto l’anno e da upupe di questi tempi, cornacchie e gazze che rubano il cibo ai passerotti, addirittura un picchio verde che tamburella sul tronco di una grande quercia (la mia fissazione) e un coro continuo di cinguettii melodiosi di capinere e tubii monotoni di tortore e colombi.
Qualche trattore ogni tanto a lavorare i campi confinanti e poi pace e pace e pace, tanta pace che anche le lucertole si sentono amiche e mangian con noi e (...mia moglie non legge la Voce e quindi son tranquillo) fra poco aspetto con gioia il risveglio di un paio di bisce che dormono ancora sotto le pietre di un’aiola!