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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Pisa, 16 maggio
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Nei tuoi occhi languidi
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il passato
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Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Venerdì 6 Luglio ore 18.30
Oasi Zero: le Oasi della letteratura

30/6/2012 - 20:09


Estate Vecchianese 

Venerdi 6 Luglio ore 18.30 

  Le Oasi della letteratura

Aperitivo con gli autori di: Sebben che siamo donne. L'universo femminile nella memoria pisana.

Atos Bigongiali e Giuseppe Meucci

 Editore Felici

Vere o leggendarie, eroine o vittime, principesse, aristocratiche o operaie, ci sono proprio tutte le donne che a Pisa hanno lasciato un segno che è rimasto nei secoli e nella memoria.

 A partire da quella Berta di Bernardo, signora borghese della città medievale, che con il suo lascito di 60 soldi all’Opera della Primaziale, dette il via alla costruzione della più famosa Torre del mondo, il campanile, nato poi pendente, di una piazza che era fino ad allora rimasta senza.

 Fino a Fausta Giani Cecchini, unica donna sindaco e poi presidente della Provincia, uno dei personaggi più amati della politica cittadina dal dopoguerra in poi, a cui il genere femminile pisano, e non solo, deve tanti provedimenti e battaglie a proprio favore.

La storia raccontata in "Sebben che siamo donne" edito da ‘Felici’  è stato scritto da due "penne" pisane di eccellenza, che per la prima volta hanno mescolato l’inchiostro dando vita ad un libro che non vuole solo ricordare, ma anche riflettere su quello che l’universo codiddetto "rosa" ha dato alla città in termini non solo di sentimenti, ma anche di conquiste, di progressi, o soltanto di idee rimaste in ombra fino ad oggi.

 

Athos Bigongiali è scrittore da sempre e a lui si devono molti racconti e romanzi che ci hanno fatto sognare.

 

 Giuseppe Meucci è un giornalista dallo spirito acuto, per anni responsabile dell’edizione pisana de La Nazione, oltre che grande conoscitore della città, di cui ha scritto numerosi libri.

 

 Ad unirli in quest’opera a quattro mani, pigri entrambi dalla nascita, è stato l’amore per Pisa, città dove vivono da sempre, ma anche la curiosità verso un genere diverso, quello femminile, verso un mondo rimasto fino ad oggi inesplorato in cui per la prima volta proprio loro, due uomini, hanno cominciato a sbirciare, aprendo uno spiraglio nella tenda che lo nascondeva.

 E allora  ecco apparire Elena di Savoia che pesca con la sua lenza dalla bilancia di Boccadarno e che ogni giorno da San Rossore, dove abitava per lunghi periodi, inviava sussidi ai poveri e teneva pronto un grande magazzino di indumenti e calzature, viveri e medicinali pronti per essere usati.

 Ed ecco anche Francesca Fabbroni, madre badessa del monastero delle Benedettine, che nella seconda metà del seicento dive le coscienze della Toscana in due partiti: era una santa o una creatura del demonio? la Chiesa non la bruciò mai sul rogo semplicemente perché mori prima della fine del processo dell’Inquisizione, ma alcuni anni più tardi i suoi resti vennero comunque avvolti dalle fiamme a Firenze, nel luogo dove avvenivano le escuzioni capitali.

 E che dire di Eleonora Duse, che si rifugiò a Marina di Pisa per partorire il figlio segreto, di Caterina Borodina e dei suoi entusiasmi risorgimentali. E ancora Camilla del Lante e donna Paola Piaggio.

Senza dimenticare Santa Bona, la piccola grande donna che più volte aveva dimostrato il coraggio di accompagnare i pellegrini in Terra Santa, sfidando i pericoli di ladri, assassini e stupratori che popolavano quelle strade.

 Tutte loro, insieme ad altre di cui il libro raccoglie storie e documentazioni, sono ciò che è rimasto di un mondo femminile rimasto per secoli sommerso e che ora torna a far parlare di sè intrecciando il ricordo dei secoli.

 

 

 (di Valeria Caldelli)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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