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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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SESSO A FIRENZE
di Trilussa

15/7/2012 - 17:12

Sui giornali e su Youtube girano da qualche giorno le immagini di due ragazzi che in piazza S.Croce a Firenze, fra  due file di motorini parcheggiati ai lati e la statua di Dante Alighieri alle spalle, sono seduti in terra a fare sesso.

Un tempo si diceva “a fare l’amore” ma in questo caso il termine fare sesso, derivata dal modo anglosassone, mi sembra più appropriato.

 

Sono ragazzi stranieri e forse sono anche ubriachi o in preda a qualche droga, ma il loro atteggiamento è inequivocabile: stanno avendo un rapporto sessuale completo in pubblico, in mezzo alla piazza.
Sono in pubblico, davanti a tutti, ma non sembrano né spaventati e nemmeno distratti dalla gente che li osserva, non mostrano nemmeno quel minimo pudore che la situazione richiederebbe.  


Presto si forma una piccola folla di spettatori e fra risolini e gomitate e partono le foto col cellulare per immortalare la scena. A nessuno viene in mente di chiamare la Polizia Municipale o i Carabinieri, in fin dei conti quello a cui assistono è un vero e proprio reato: atti osceni in luogo pubblico, ma il massimo impegno civile rimane quello del telefonino.


Fra gli spettatori anche un paio di politici di opposizione ma nemmeno loro hanno questo impulso civile e si limiteranno, il giorno dopo, a fare dichiarazioni polemiche per cercare di sfruttare politicamente l’accaduto dicendo della insicurezza e dell’incuria di alcune parti della città di Firenze. Chissà perché la classe politica non perde mai occasione per risultare irritante e fuori contesto.

 

Quello che mi ha colpito in questo episodio non è tanto l’atto in se, forse effettuato in condizioni psicologiche alterate per uso di qualche sostanza (è proprio questo il danno maggiore di molte di queste: fanno perdere l’esatta percezione della realtà e la attenta valutazione delle circostanze) e forse nemmeno il comportamento degli spettatori, più curiosi sembra che indignati, ma soprattutto la banalizzazione del gesto.


Mentre l’atteggiamento degli involontari spettatori si è dimostrato molto infantile, ha prevalso soprattutto la curiosità e l’impulso a immortalare l’evento con l’immancabile telefonino da mostrare poi agli amici,  quello di privare un atto importante e coinvolgente come un rapporto sessuale della sua componente più intima, più segreta, più personale è la cosa che mi ha colpito di più. Un atto sessuale fra un uomo e una donna privato di queste componenti essenziali si riduce a pura funzione fisiologica, al pari di andare in bagno,di  mangiare,  di defecare.


Se ci togliamo l’affettività se non l’amore, se ci leviamo il mistero, la partecipazione emotiva, e poi anche l’attesa, il batticuore, l’emozione, il sublime regalo della propria intimità alla persona che si  ama, se ci togliamo il sentimento l’atto sessuale resta  solo un contatto fisico fra due apparecchiature genitali, organi costruiti per integrarsi biologicamente a scopo fecondativo, unione fisica di due sessi opposti a mero scopo riproduttivo.


Ecco anche l’uso del termine fare sesso che si applica giustamente a quello che questi due ragazzi hanno messo in piazza a Firenze e non ha niente a che vedere, nemmeno semiologicamente, con quel fare l’amore che di configura come una cosa completamente diversa, anche fisicamente. Perché un conto è estrarre un organo e procedere ad una penetrazione sull’impiantito duro di una piazza pubblica ed un altro è preparare con attenzione e attesa e batticuore una serata da passare con la persona che si ama e che si può concludere con un atto d’amore e non solo di sesso.


Non dispiace del tutto  che il sesso abbia questa enorme diffusione nella nostra società, una società per molti versi ancora bigotta e prigioniera di una classe politica incapace di dare risposte a molti temi sociali e quindi una giusta liberazione da vecchi tabu e da una concezione arcaica della donna e del suo diritto a vivere con tranquillità la propria sessualità. Tuttavia portare il sesso a questo estremo e farlo diventare non un atto d’amore ma un semplice oggetto di consumo non appare una conquista ma  soprattutto una perdita.


“Fate l’amore e non la guerra” era uno slogan degli anni 60 e può essere ancora un motto valido dato che al momento sono le guerre a fare vittime (anche il sesso, talvolta, ma solo negli stupidi e imprudenti) ma banalizzarlo in questo modo mi sembra negativo, come perdere qualcosa, come svalutare un patrimonio, sminuire un sentimento, togliere quel piacere coinvolgente e straordinario che si può avere solo facendo l’amore con la persona che si ama e non praticando sesso....specie sull’impiantito duro di piazza S.Croce a Firenze.

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