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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
PISA
Slow Food Pisa Monte Pisano

5/8/2012 - 1:21


La maggior parte dei pomodori che oggi acquistiamo sono macchiati dal sangue dei lavoratori immigrati tenuti quasi come schiavi nel salentino. Là, dove l'assenza dello Stato consente al caporalato di trattare gli uomini come bestie, si producono a costi effimeri quantità esagerate di pomodoro.

 Che, oltretutto, rimangono, in grosse percentuali, buttati, appesantendo la quantità degli sprechi in campo. Ma di quanto pomodoro abbiamo bisogno? Diciamo che in media una ventina di chili l'anno a testa, tra quelli freschi che mangiamo d'Estate e quelli in conserva, è sufficiente.

Ma anche se fossero trenta, quanto terreno serve per coltivarli? Sul nostro territorio, nel nostro clima, siamo intorno a 4-5 metri quadri. Se noi consideriamo l'area che da secoli viene denominata “pianura pisana”, che comprende i comuni di Pisa, San Giuliano, Vecchiano e Cascina, e che possiamo immaginare abitata durante tutto l'anno da forse 250.000 persone, abbiamo un residuo di territorio coltivabile  di circa 750 metri quadrati a testa. In quest'area, cento anni fa, si producevano con la trazione animale e la quasi totale assenza della chimica, grandi quantità di cibo.

 Cavoli, patate, carciofi, tabacco, e naturalmente vite, grano e granturco venivano esportati in grande quantità. Una esigua parte dei 750 metri quadrati a testa che la cementificazione ci ha risparmiato, potrebbe essere certo destinata al nostro consumo locale di pomodori. Qualcuno ci obietta il costo. Considerando i venti-trenta chili di pomodoro a testa, la differenza tra la coltivazione bio/integrata di qualità e il prodotto della grande distribuzione, o dei mercati generali, potrebbe pesare una quindicina di euro: un caffè al mese.

 E i 15 milioni di euro che noi pisani, abitanti di quest'area, spendiamo in pomodoro, potrebbero rimanere in questi comuni.

Un tempo ci preoccupavamo della proprietà dei mezzi di produzione, oggi dobbiamo preoccuparci della loro qualità.

Ma soprattutto della qualità dei “mezzi” di distribuzione che dettano legge nel mercato alimentare. La differenza tra schiavitù e dignità (e non solo nel pomodoro) la può fare un caffè al mese e la consapevolezza dei gesti che facciamo con i nostri acquisti.

g.meini@slowfoodpisa.it

Fonte: Giuliano Meini
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