Abbiamo la fortuna di vivere in una zona dove il litorale è stato in gran parte risparmiato dalla edificazione selvaggia e dalla distruzione delle risorse ambientali, come purtroppo non è successo in gran parte del Paese.

L’esistenza di un Parco Naturale e i documenti di programmazione urbanistica che nel tempo sono stati adottati, hanno rappresentato in questi anni una potente diga di difesa contro gli attacchi della speculazione, incoraggiati dalle ideologie sviluppiste.

Purtroppo però nel periodo più recente la consapevolezza di questo vantaggio si è andata attenuando.

La progressiva scomparsa della comunità della pesca, ormai ridotta al lumicino, non è altro che la metafora del rischio dell' annebbiamento e della scomparsa della comunità di Marina e della sua identità. Troppo spesso e da troppe parti si sente dire che per lo “sviluppo” del litorale si devono fare nuove costruzioni, nuove strade, nuove infrastrutture, forse dimenticando che questo territorio ha retto in questi anni nel campo della competizione turistica grazie alla esistenza di un patrimonio ambientale, che gli ha valso per esempio la conquista della Bandiera Blu e del Quality Coast.

Oggi dobbiamo dare al litorale speranza di un economia nuova, capace di reggere anche in futuro alla domanda emergente di qualità, dei servizi e dell’ambiente.Marina Slow è stata una bella festa popolare, con la quale Slow Food, la comunità dei pescatori e parti importanti dell'associazionismo economico, con il sostegno degli Enti Locali, hanno cercato di farsi interpreti e paladini di un discorso e di una consapevolezza diversi.

Di un modo più “dolce” ed equilibrato di guardare all'uso del territorio, alle sue caratteristiche; alle esigenze ed al futuro delle persone che ci abitano. Tra la “zuppa con i sassi” e la educazione alimentare, l'illustrazione delle caratteristiche del pesce, le degustazioni di pesce azzurro e la memoria della storia antica e recente di Boccadarno, MarinaSlow ha messo al centro dell'attenzione la qualità della nostra vita, ipotizzando un futuro che sembra dare una speranza in più rispetto alla desolante tristezza di un modello che ormai produce solo devastazioni: economiche, sociali e ambientali. Una speranza che sarà nostro impegno coltivare, dando continuità a questa iniziativa del cui successo ringraziamo tutti coloro, e sono tanti, che in un qualche modo hanno contribuito a costruirla.