none_o

È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte. 
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”. 

. . . lo sai che lo diceva anche la mia. Però al .....
Bimbo lasciala sta la geografia, studia l'agiografia. .....
. . . niente, mi sa che bisogna riformare l' ISTAT. .....
. . . ci sono più i premi di una volta.
Quest'anno .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Emanuele Cerullo
none_a
Libero caro
mio dolce tesoro
più ti guardo, ti "esploro"
più sembri un capolavoro
Un'inesauribile fonte
di emozioni
una sorgente
un erogatore .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
di Ovidio Della Croce, Insegnante

"Primo Ottobre"

1/10/2012 - 11:30


Primo Ottobre

 

 Oggi è il 1° Ottobre, San Remigio.

 Ai miei tempi cominciava la scuola. C’era la festa dei “remigini”, si andava dalla nonna che ci dava due pasticcini e ci regalava una penna o delle matite per la nuova avventura scolastica.

Era il tempo in cui eravamo bambini e c’erano quasi quattro mesi di vacanze estive per le nostre tante “bischerate” e otto di studio e di compiti. Il gusto pieno della vita! Un paio di settimane fa sono andato a una cena di amici di infanzia degli anni Quaranta e Cinquanta e sono venute fuori delle belle nostre vecchie “bischerate”.

 Oggi le scuole sono cominciate prima ovunque. Qui da noi nella seconda settimana di settembre, bisogna essere efficaci ed efficienti. Tecnologici e competitivi.

 A scuola mia è stato lanciato un progetto “Tablet in spalla” che sostituisce i libri digitali ai libri cartacei. Vedremo… Bisogna guardare gli Usa, dove le scuole sono ricominciate il 15 Agosto. Ohibò!

Ma è inevitabile che sia così: le famiglie di oggi sono assai diverse, se ci sono. Le madri lavorano, i padri lavorano, se il lavoro c’è e non possono badare ai figli per un tempo così lungo. La tecnologia ha preso il sopravvento.

 Però a vedere i miei amici di infanzia tanto male non siamo cresciuti, abbiamo frequentato molto l’Università della strada: la sera si suonavano i campanelli, di giorno si lottava con le cerbottane e si costruivano macchinine di legno con ruote a cuscinetti a sfera che sfrecciavano sulle strade poco trafficate, tranne poi passare indenni sotto un pullman. Miracolo! Niente scuola, niente compiti! Ma quante cose si facevano e il divertimento era molto.

Oggi i nostri figli hanno il telefonino ultimo modello, un sacco di videogiochi, internet, la Tv in camera, il Pc, l’iPad e l’ultima invenzione tecnologica. Niente a che vedere con la nostra arretrata semplicità.

 Sarà meglio o sarà peggio? Mah, solo gli dei hanno una risposta.

Ma com’era bello cominciare la scuola il 1° Ottobre!

 

 Ovidio Della Croce

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

2/10/2012 - 18:21

AUTORE:
LUIGI

MI FAI VENIRE IN MENTE COME ERA BELLA LA VITA DI PRIMA?
OGGI CON TUTTE QUESTE TECNOLOGIE
MI FA' PROPRIO..........
GIGI

2/10/2012 - 17:57

AUTORE:
Chiara

Efficiente e nostalgico più o meno come me.
Sto rileggendo la Divina commedia (inferno) nella mia vecchia edizione del liceo un po' ingiallita con note scritte con la mia scrittura da liceale inquieta... I libri li legavamo con la cinghia, ti ricordi? In fondo non siamo così stupidi!
Dai manoscritti, la pergamena, il pennino, all'IPAD e la memoria dove andrà a finire?
Ciao, Chiara

1/10/2012 - 21:35

AUTORE:
Barbara

Tablet in spalla!! eh si così si chiama la nuova avventura a scuola! Hai ragione, caro Ovidio, il tuo pensiero vola al primo ottobre dei tuoi anni a scuola, mentre il mio corre nostalgico ai miei cari e preziosi appunti durante gli anni dell'Università che ancora conservo ingialliti e consumati con tutte le linee e i tratti che ho composto nei diversi momenti dei miei percorsi!! Eravamo pronti a scriverli, prestarli, copiarli a mano o in copisteria, passarli, riprenderli, senza mai perderli di vista!
E dico tutto ciò non perché io sia solo nostalgica e pronta a tornare indietro ma solo perché ho scoperto in questi giorni che così non è con il mitico tablet. Attenzione alunni, l'esercizio potrebbe sparire, la pagina scomparire per poi riapparire ricaricata in forma smagliante, perché non decidiamo noi quando sfogliare ma l'attrezzo della tecnologia che ha i suoi tempi e le sue leggi!
Non saprei davvero, certo è che sto mettendo in atto la sospensione del giudizio: avanti coi tempi, son pronta alle armi, ma i miei cari e vecchi appunti al mio comando son sempre lì.

1/10/2012 - 12:23

AUTORE:
Gabeiele S.

Giugno 2012
Corro trafelato per arrivare in tempo a prendere il treno delle novemmezzo. Ho una riunione a Firenze sul Trasporto Pubblico, tema che mi affligge ormai da due anni e che occupa gran parte del mio lavoro quotidiano. Non posso permettermi di arrivare in ritardo; questa mattina si discute la eventuale ripartizione di altre risorse ed io porto con me la responsabilita di quattrocentomila persone, tanti sono gli abitanti della provincia, da Sasso Pisano a Ripafratta. Ma in ritardo lo sono comunque, come sempre...
Amo rincorrere il tempo, lasciandomi alle spalle cose fatte e accumulando ansie positive. Non mi sono svegliato tardi, anzi alle sette ero in piedi. Ho scritto su Molina, guardato la posta e fatto telefonate. Guardato La voce del Serchio, i titoli dei giornali che fra poco toccherò con mano e Pisanotizie. Sono in pace con me stesso, l'ansia mattutina è governata, ma il treno rischio comunque di perderlo e questo sarebbe un casino.
Corro dentro la stazione di Pisa. Qualcuno mi chiama per salutarmi, non mi giro nemmeno.
Lo zaino rosso, che non mi abbandona mai, stamani sembra più peso del solito. Anzi lo è. Ci ho infilato un paio di libri in più, ogni tanto lo faccio. Penso di leggerli nei ritagli di tempo della giornata, che sarà lunga. Solo illusioni. Quante volte la sera, tornando a casa, prendo i libri dallo zaino, senza averli nemmeno aperti, li soppeso, li saluto e li apro per la prima volta nella giornata. A quell'ora tarda dopo cena, per leggerli. Ma spesso sono oltre le undici. E' così, leggo di notte, fino a tardi e questo mi fa sentire bene e leggere tanto. Rubo tempo al sonno. E comunque i libri dietro vanno sempre portati. Non si sa mai. Metti un ritardo; una volta in un aeroporto a Palermo ho letto un romanzo intero. L'aereo delle 22e10 è decollato alle tre causa vento e lì mi sono compiaciuto per i libri sempre con me. Da ragazzo avevo una valigina con i libri per le vacanze, che portavo sempre dietro.

Questa mattina fa un caldo bestiale, le tv lo chiamano "anticiclone africano" mi pare.
Grande sforzo di fantasia.
Faccio il biglietto all'edicola e correndo raggiungo il binario 8. L'altoparlante ha già avvisato la partenza, ma monto al volo. Ce l'ho fatta, alè. Tanta gente accalcata e accaldata; trovo un posto facendo spostare lo zaino a uno straniero, che culo. Si parte. Armeggio nello zaino e tiro fuori sei- sette fogli A4 con degli appunti scritti il giorno prima con quelli del mio ufficio. Mi serviranno per la riunione. Provo a ripassare; lo zaino sulle gambe, il biglietto ancora in mano, gli occhiali da sole a giro per conto loro. La gente che spinge nel corridoio. Mi giro un attimo per sistemare gli occhiali e mi cadono i fogli. Li raccatto e mi cadono gli occhiali da sole. Un signore in piedi mi perge il biglietto che mi era scivolato sul sedile. Sono in preda alla sprecisione più totale. Mi fermo. Rimetto i fogli dentro, assicuro il biglietto nel portafogli, gli occhiali da lettura nella tasca interna della giacca e quelli da sole sugli occhi. Poi abbraccio lo zainetto rosso, chiudo gli occhi e provo a rilassarmi prima di ripartire. Al mio fianco, impercettibile sento un movimento. Un ragazzo, in pantaloncini corti estivi e polo bianca. mi guarda esterefatto. Sicuramente attratto dai miei movimenti compulsivi fatti nei primi sessanta secondi dopo che mi sono seduto. Mi sorride quasi a tranquillizzarmi e sfidandomi ( ma questo mi piace pensarlo a me) , tira fuori da una piccola borsina, l'unica che ha, un"affarino" rettangolare che di lì a poco si illumina. E' il mitico Tablet. Di sguincio vedo che consulta un quotidiano, poi fa un passaggio sulla posta elettronica e dopo un po' quasi a volermi umiliare legge una cosa che sembra una relazione e che invece è un romanzo o qualcosa di simile ... in inglese. E sfoglia, in modo virtuale ma sfoglia. Fa il gesto di sfogliare. Gira la testa, mi guarda per un attimo e a me pare che pensi:- Così si fa, amico mio, altro che quei foglioni tutti scarabocchiati, che prima ti ho aiutato a recuperere". Richiudo gli occhi zitto zitto, tiro la cerniera dello zaino e ci infilo una mano dentro. Tocco il libro di Ammanniti, lo riconosco è quello più grande, poi controllo a tatto l'altro, "IL sarto di Ulm" di Lucio Magri; gli appunti, l'agenda Molenskine che mi ha regalato Giovanna a Natale. C'è tutto. Tocco anche i giornali, il Tirreno, Il Manifesto, L'Unità. Ne colgo il fruscio della carta palpata. L'odore me lo immagino, ma appena li tirerò fuori lo sentirò.
Il treno si ferma e mi scuote da quello stato di grazia. Guardo fuori dal finestrino, siamo a Pontedera. Ho tempo per dormire ancora un po', abbracciato al mio zaino rosso pieno di leccornie.
"Che questi non siano davvero più i miei tempi?"