L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
C’è più soddisfazione a cercarli che a mangiarli, ma facciamo un’eccezione per questa che, essendo lingua, ti prende per la gola.
Fistulina hepatica si chiama scientificamente e semplicemente lingua nel linguaggio comune con l’aggiunta di bue o di cane a seconda della località.
Per chi la conosce non c’è motivo di spiegare il significato del nome, bruttissimo secondo me, ma per i non frequentatori dei boschi vale la pena di spendere due parole.
Fistula è la fastidiosa ulcera, a volte sanquinolenta, che si incarna dentro i tessuti di un corpo ed epatica perché sembra effettivamente un pezzo di fegato (hepatos in greco).
Nasce nei nostri boschi attaccata a mensola sul tronco delle querce con un piccolo robusto gambo laterale e presenta un colore rosso fegato appunto.
Ma non è solo la forma od il colore ad essere epatico, molto di più la consistenza della carne e l’emissione di un liquido rosso sangue che può essere fastidioso per la vista a fini ricercatori e al palato di potenziali degustatori.
La fistulina, bellino chiamarla così, può raggiungere grosse taglie, anche una ventina di centimetri, e presenta una cuticola liscia, umida e appiccicosa che la fa sembrare una lingua (ecco il nome dialettale) e ancor di più suggerisce l’abbinamento al bue la sua parte sottostante dove la massa dei tubuli, che un tempo la fecero assegnare al genere boletus, ha una consistenza ruvida come le dure papille della lingua di un bue o di un cane.
Passiamo ora alla “prova del cuoco” (mi ci vedete nei panni della Clerici?) e prendiamo la nostra fistulina e puliamola.
Togliamo la “buccia”, asportiamo la parte spugnosa e tagliamola a fettine sottili.
Ne verranno fuori delle striscioline di simil-fegato che metteremo nel nostro piatto (come mai quelli che cucinano dicono sempre: la nostra padella, il nostro forno, la nostra ecc.ecc… tutto loro!) lasciandole scolare per qualche tempo dopo averle salate.
Getteremo l’acqua rossa che il fungo avrà emesso in abbondanza e condiremo con pepe, olio e limone.
Gusto decisamente particolare, un misto di sapori che non si riscontrano negli altri funghi.
Ma, dato che si parla di… fegato, cosa c’è di meglio che provarla in padella con cipolle a fettine?
Ottima, come ottima sarebbe alla gratella o impanata o addirittura seccata e poi grattata nei minestroni invernali.
A Voi altre opzioni e… tranquilli… non ha simili velenosi!