In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario.
Gran secondo tempo
Si andò allo stadio nonostante la pioggia battente (e il freddo), ma nonostante tutto anche questa volta il gruppetto storico dei cinque abbonati di gradinata era doverosamente al suo posto. Prima del match via con i ricordi: per quanto mi riguarda mi tornò in mente uno zero a zero in serie A, una partita non esaltante. E in effetti il primo tempo non dice molto, del resto il campo molto bagnato e la pioggia insistente rendono difficile giocare a calcio. Si vedono poche azioni e ci si immagina che si possa sbloccare il risultato solo con una punizione o con qualche papera difensiva. Mi domando chi ci rimette di più: penso noi, anche se il Catanzaro, di fronte ai suoi numerosi tifosi, nel primo tempo fa la sua onesta figura e lo zero a zero con cui si va al riposo è sostanzialmente giusto.
Il secondo tempo ricomincia un po’ come il primo, ma all’improvviso su un calcio d’angolo (tra l’altro il loro numero 4 li batteva maledettamente bene) il Catanzaro va in vantaggio. Mi vengono allora in mente funesti presagi, certe partite su campi bagnati e poca luce dove alla fine si finì col perdere in casa contro squadre non impossibili senza magari meritarcelo granché. Ma non passa un minuto che la partita (ri)gira di colpo: rigore per noi (secondo noi era evidente), espulsione del difensore, rigore di Favasuli, rete (li batte meglio di Ambrosi!), palla al centro, azione del Pisa e gran goal su colpo di testa di Buscè. Alé! A questo punto l’uomo in più si fa sentire, perché loro si sbilanciano e il Pisa dilaga (come direbbe la mia amica Susy Bellucci): prima c’è un palo clamoroso di Perez, poi altri due goal (e potevano essere ben di più). Insomma si finisce in gloria e chi se ne frega se Latina e Frosinone hanno vinto. Da un rapido sondaggio risulta che i migliori in campo furono il solito grandissimo Fava e questa volta anche Buscè, che ha corso come se avesse vent’anni; a me è piaciuto anche Rizzo, che mi pare progredisca di partita in partita, senza contare il motorino Benedetti. La difesa mi è parsa meno distratta del solito (era anche l’ora). E ora attendiamo a pié fermo la Nocerina.