Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Quando, da bambinetto, mia madre mi cantava questa canzone, molto in voga negli anni ’40, io la pregavo di smettere perché le lacrime agli occhi non venivano solamente alla piccolina, ma anche a me, che di bambole non me ne poteva fregare più di tanto, coinvolto però dal dolore della bambina malata e abbandonata.
Ora ci sono altri tipi di canzoni, sia nella musica che nelle parole, e forse potrebbe far sorridere risentire quelle antiche storie dolorose, ma non ce la faremo mai a farle uscire dalla nostra memoria (parlo per quelli della mia età).
Una considerazione su questa canzone e sul suo finale me l’ha fatta fare questa bambola spiaggiata in San Rossore e proveniente da qualche paese lungo l’Arno, sicuramente gettata via da qualche mamma, non di facili costumi indubbiamente, ma di facili ripulisti dei giocattoli inutilizzati dalla figlia che sta crescendo.
Quella piangeva perché non le aveva, questa piange perché non le vuole!