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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Sostiene Gesualdi

4/11/2012 - 14:08

Sostiene Gesualdi di essere “orgogliosamente militante”. Il coordinatore del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano sarà martedì 6 novembre alle 21:15 al Teatro del popolo di Migliarino a parlare del debito pubblico invitato dall’Associazione Culturale La Voce del Serchio. Wikipedia dice di lui: “è un attivista italiano”. È vero, il suo studio e le sue analisi sono orientate alla coerenza tra pensiero e azione. Gesualdi è molto altro, è una persona in cerca di visioni diverse sul modo di gestire l’economia e la società: fondatore con Alex Zanotelli della Rete Lilliput, collaboratore della rivista Altraeconomia e autore di numerosi libri sul consumo critico e lo sviluppo sostenibile. Ma per molti è soltanto Francuccio, come lo chiamava il priore di Barbiana. Il priore è Don Lorenzo Milani che concepiva il viaggio all’estero come prosecuzione della scuola.
 
Dice Gesualdi: “Ho la sensazione che lo spirito di Barbiana mi abbia guidato in ogni scelta, a cominciare dalla decisione di andare in Bangladesh nel 1975, quando ormai ero già sposato e avevo una bambina di quattro anni. C’è sempre stata in me una forte sensibilità per gli ultimi della terra e andando in Bangladesh volevo solo cercare di condividere la loro vita, il loro destino. Per varie ragioni questo progetto fallì e tornai dopo un paio di anni. Quando mi resi conto che il mio futuro era qui mi dissi che dovevo creare un luogo dove si potessero approfondire i meccanismi che generano povertà e sfruttamento. Era necessario che la gente capisse le dinamiche dell’impoverimento e prendesse delle iniziative. Quando questo progetto si è realizzato qui a Vecchiano, abbiamo adottato un approccio che si distanzia dalle visioni classiche, che tendono a rappresentare i rapporti Nord/Sud come rapporti fra nazioni. Questa visione è semplicistica e fuorviante perché ci induce a credere che le nazioni siano realtà compatte (…) In realtà tutte le nazioni sono attraversate da profonde differenze sociali (…)”.
 
E lui, Gesualdi, continuava a pensare al rapporto Nord/Sud. “Se vogliamo giustizia dobbiamo rimettere in discussione il modello produttivo e di consumi”, sostiene. Al rientro in Italia, dovuto a una decisione molto umana, con gli amici e le amiche che ancora oggi vivono al Centro in via della Barra a Vecchiano, Giorgio, Alba e altri, Gesualdi scrive un progetto di un’impresa difficile, ma forse potevano metterla in pratica cercando di fondere il politico con il sociale, “volevamo che il nostro stile di vita coincidesse con ciò cui aspiravamo a livello generale”, sostiene Gesualdi.
 
Il Centro nuovo modello di sviluppo (Cnms) nasce nel 1979, ma il nome venne scelto nel 1985, perché l’idea è quella di “mettere a fuoco i temi dell’organizzazione economica dominante sulle condizioni di vita della gente e studiare gli effetti provocati dal capitalismo ma anche dai sistemi socialisti”. Il tema fondamentale del Cnms è “cercare di contrapporsi a un modello di sviluppo che quasi tutti ritengono non modificabile”. Per questo le loro campagne spesso non sono state ascoltate come avrebbero meritato, perché vanno alla radice delle questioni. Di questi tempi la coerenza e la radicalità non sono premiate. Per questo “Francuccio Gesualdi è un personaggio poco considerato negli ambienti politici e sindacali ufficiali, e al tempo stesso circondato di grande stima nei movimenti di base”.
 
Difficile fare una descrizione sintetica delle riflessioni e delle campagne di Gesualdi e del Cnms. Punto di partenza è il volume Economia. Conoscere per scegliere uscito nel 1982. Nel 1995, a Pisa, organizza la Conferenza internazionale sul tema Sud-Nord, nuove alleanze per la dignità del lavoro. Negli anni ’90 il Cnms introduce in Italia il concetto di "consumo critico, conducendo numerose campagne di pressione per la tutela dei diritti dei lavoratori del Sud del mondo. Tra queste quelle rivolte a Nike, Del Monte, Chicco-Artsana, Chiquita, la Campagna Abiti puliti e sul risparmio responsabile”. Dal 1996 pubblica la Guida al consumo critico. Nel luglio 2001, nel fuoco delle contestazioni del G8 di Genova, tiene a battesimo Lilliput, rete pacifica e non violenta. Nel gennaio 2001 partecipa al Forum sociale mondiale di Porto Alegre. Nel 2005 pubblica Sobrietà. Nel 2007 pubblica con Feltrinelli la novella  Il mercante d’acqua. Nel 2011 il Cnms sostiene i referendum per l’acqua bene comune. Nel 2012 promuove Debito pubblico: se non capisco non pago. Campagna di sensibilizzazione per una gestione sovrana del debito.
 
Sostiene Gesualdi che “in nome del debito ci lasceranno in brache di tela”.

 

“In Portogallo, nel 1932, un professore di economia, al secolo Antònio de Olivera Salazar, fu chiamato a dirigere il paese per far fronte alla crisi economica e all’enorme deficit di bilancio che attanagliava la terra lusitana. Il suo intento era di creare una struttura super partes capace di riunire in sé tutte le correnti nazionali e di sostituirsi ai partiti. Rimase al potere per trentasei anni e ottantadue giorni, e il suo regime, noto come salazarisno, ebbe termine solo con una rivoluzione, il 25 aprile del 1974”.
 
“Occorre resistere a questa deriva. Oggi stiamo godendo di diritti conquistati in un secolo e mezzo di lotte. Il rischio più forte che abbiamo davanti è di arrivare a un’economia che soddisfi le voglie di pochi. È possibile, se non probabile che si vada verso questa deriva”, sostiene Gesualdi.
 
C’è un gran bisogno di persone orgogliosamente militanti schierate dalla parte sbagliata del mondo, c’è veramente bisogno di persone impegnate “per la costruzione di un complessivo progetto di società”. Non c’è più tempo da perdere. “Agisci comunque, fallo con intelligenza, fidati e continua”, dice Gesualdi.
 
P.S.
Il curatore di questa rubrica avverte che molte parti scritte tra virgolette sono tratte dal libro Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, in questa intervista Gesualdi racconta a Lorenzo Guadagnucci la sua vita e le sue battaglie. Altre sono frutto di miei appunti presi giovedì 11 ottobre nella biblioteca del Centro nuovo modello di sviluppo, durante una serata di formazione sul debito pubblico con l’Associazione Chiodofisso.
La citazione sul Portogallo di Salazar è tratta da un articolo dell'economista Guido Viale, Monti nel solco del salazarismo, comparso sul manifesto del 19 ottobre 2012.
La fotografia lamp è di Laura Della Croce, presa in una città cara a Tabucchi.

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5/11/2012 - 16:08

AUTORE:
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Effetto Reagan.
Inizio anni '80, il reaganismo annunciava la globalizzazione. Reagan aveva bisogno di soldi per finaziare lo scudo spaziale e l'Italia in parte pagava questa scelta perché Reagan, non volendo aumentare le tasse, si finanziava alzando i tassi di interesse per richiamare capitali.

Effetto Bush.
Nel 2004 gli americani rielessero a largo margine Bush che li aveva trascinati in Iraq, in una guerra sanguinosa e costosa. Bush ripropose in economia la stessa ricetta di reagan: meno tasse ai ricchi e più spese militari. E l'Italia pagò questa scelta partecipando alla guerra in Iraq fatta di bugie come quella sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein.

2006, crisi negli Usa di indebitamento privato, banche, agenzie che collocano i mutui e via dicendo sono pesantemente indebitate. Questo debito privato diventa un debito pubblico, perché a cominciare dagli Stati Uniti gli Stati si fanno carico di pagare il debito privato.

2012, Obama o Romney? Quali effetti per il debito pubblico italiano? Martedì sera, verso la fine dell'incontro con Gesualdi, forse avremo qualche risposta.