L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Il Prefetto di Pisa Francesco Tagliente interviene al Convegno "Il contagio e l'antidoto" organizzato dal "Centro studi contro le mafie"
“I cittadini e gli operatori economici chiedono alle Istituzioni, alle Amministrazioni e agli Enti di essere garantiti nel diritto ad essere e sentirsi sicuri”. Così ha esordito il Prefetto di Pisa Francesco Tagliente, intervenuto al Convegno" Il contagio e l'antidoto", organizzato dal "Centro studi contro le mafie" all'Auditorium Toniolo, in piazza del Duomo. In particolare- ha proseguito Tagliente- i titolari delle attività commerciali ed imprenditoriali rivendicano il diritto di investire sul territorio senza timore di subire condizionamenti ambientali o una concorrenza sleale.
A Pisa, Prefettura, Forze di polizia e Magistratura, sono da tempo impegnate a scoraggiare la presenza sul territorio di associazioni mafiose e della criminalità organizzata.Da una attenta analisi delle condizioni del territorio pisano – ha detto il Prefetto - emergono elementi che fanno ritenere fortemente probabile l’interesse da parte delle associazioni criminali ad inserirsi in modo sommerso e silente nel tessuto socio-economico pisano.Da un lato, infatti, l’attuale difficile congiuntura economica, con la conseguente “stretta del credito” a livello nazionale, crea condizioni favorevoli per una contaminazione dell’economia legale da parte di imprese colluse o controllate da sodalizi criminali, che sovente utilizzano il grimaldello del finanziamento di soggetti economici, in crisi di liquidità, per inserirsi nelle imprese e, poi, dopo averle strozzate con tassi usurai, impadronirsene.
Dall’altro, le peculiarità del territorio pisano, caratterizzato non solo da eccellenze nel mondo della cultura, della ricerca, della sanità, ma anche da una economia meno sofferente rispetto ad altre realtà -tanto da registrare ancora inaugurazioni di nuovi insediamenti industriali - fanno ritenere assolutamente appetibile l’inserimento nel tessuto economico locale.
Da questa consapevolezza - ha proseguito Tagliente - è emersa l’esigenza di avviare una serie di iniziative antimafia, a tutela dell’economia legale.La prima iniziativa, che è stata condivisa nel corso di una riunione di coordinamento allargata alla Magistratura fiorentina e pisana e alla DIA, tenutasi il 28 giugno scorso, è stata quella di costituire presso la Procura della Repubblica un “desk interforze antimafia” tra Magistratura, Forze di polizia territoriali e Centro operativo della Direzione Investigativa Antimafia, per monitorare l’eventuale ingresso nel tessuto economico locale della criminalità organizzata e adottare, di conseguenza, le opportune misure di prevenzione personali e patrimoniali.Si è deciso, poi, di organizzare presso la Scuola Superiore Sant' Anna, per la mattinata del 14 novembre, una giornata tematica, formativa – informativa, dedicata al nuovo Codice antimafia, per favorire la puntuale conoscenza da parte degli operatori del settore degli strumenti giuridici previsti dall’ordinamento.
Nell’ottica di innalzare il livello di prevenzione e contrasto contro le possibili infiltrazioni criminali a tutela, in particolare, del sistema economico locale - ha detto ancora il Prefetto - è stato, inoltre, deciso di elaborare un Protocollo di legalità, per prevenire e contrastare le infiltrazioni malavitose nel settore del commercio e nelle attività imprenditoriali, tra la Prefettura, il Comune di Pisa, la Camera di Commercio di Pisa (CCIA) l’Amministrazione provinciale e gli altri 38 Comuni della provincia pisana.La finalità del Protocollo è quella di sviluppare azioni congiunte volte alla prevenzione e al contrasto delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata in settori commerciali ritenuti sensibili, quali quelli del commercio, della ristorazione, della gestione degli stabilimenti balneari e delle strutture ricettive, nonché degli esercizi di “compro oro”, attraverso il continuo monitoraggio dei subentri e delle volture che si siano ripetute per la medesima licenza commerciale.La proposta della Prefettura di sottoscrivere il “Protocollo di legalità” ha trovato subito la pronta risposta delle Amministrazioni e delle Istituzioni locali, a dimostrazione, ancora una volta, del leale e fattivo partenariato istituzionale presente in questo territorio provinciale. Anche in questa occasione, infatti, la volontà di realizzare un convinto coinvolgimento di tutti nella difesa della legalità è testimoniata dalle Parti interessate alla stipula del Protocollo, che sarà sottoscritto, in Prefettura il prossimo 14 novembre, a conclusione del Convegno sul "Codice Antimafia", che oggi voglio espressamente ringraziare.Il Protocollo prevede, in particolare, l’istituzione di una “Commissione” composta dal Prefetto, dal Sindaco e dal Presidente della Provincia di Pisa, nonché dal Presidente della Camera di Commercio, Industria e Artigianato, o loro delegati.Il Comune di Pisa e gli altri 38 Comuni della Provincia si impegnano con la sua sottoscrizione a monitorare ed osservare i subentri ripetuti, da parte di società diverse o delle stesse società, all’interno di ristretti archi temporali, nella medesima licenza commerciale, ma anche le ripetute volture di una stessa licenza per opera di società diverse.
Gli stessi Enti sono tenuti, inoltre, a comunicare tempestivamente alla Prefettura le risultanze di tale monitoraggio, procedendo, in caso di certificazione interdittiva, alla sollecita revoca della licenza.La Prefettura si impegna, invece, ad attivare immediatamente le necessarie verifiche antimafia previste dalla legge.Per la Camera del Commercio (CCIA) di Pisa è previsto l’onere di mettere a disposizione della Prefettura il proprio patrimonio informativo, imperniato sulla ingente mole di dati del Registro delle imprese, consentendo, in particolare, il monitoraggio dei trasferimenti di ramo d’azienda e gli avvicendamenti nella titolarità delle imprese che avvengano in ristretti archi temporali, nonché i dati e le informazioni raccolte “sui costi della criminalità per le imprese”. La stessa camera di Commercio diffonderà, inoltre, tra gli imprenditori, la cultura e le regole della legalità nella scelta dei propri partners commerciali, anche attraverso specifici corsi di formazione, avviando, in collaborazione con il Comune di Pisa, tavoli di concertazione aperti alle associazioni imprenditoriali, per l’individuazione e la realizzazione di iniziative finalizzate alla prevenzione ed al contrasto dell’infiltrazione della criminalità organizzata nell’ambito economico-produttivo.Nel Protocollo è previsto, infine, l’impegno da parte della Prefettura ad interessare il Comando provinciale della Guardia di Finanza, nel caso in cui dall’incrocio dei dati forniti dai Comuni con le risultanze della Camera del Commercio, all’esito delle attività svolte, dovessero emergere situazioni anomale.
Pisa, 10 novembre 2012 Prefettura di Pisa - Ufficio Stampa Piazza Giuseppe Mazzini 7 - 56127 - Pisa www.prefettura.it/pisa