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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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SAN ROSSORE AL PARCO

di Alberto Panicucci

22/11/2012 - 17:52

Dalla Nazione: IL FUTURO DEL PARCO


L'ex tenuta presidenziale di San Rossore resti parte integrante del
parco regionale Migliarino-San Rossore -Massaciuccoli e la Regione ripensi la sua legge sul costituendo ente Terre regionali toscane”.

È l'appello del presidente del parco Fabrizio Manfredi, che ha espresso «viva preoccupazione perla proposta di legge regionale di costituire un'agenzia perla direzione delle aziende agricole regionali e del patrimonio forestale, che sottrarrebbe all'amministrazione del Parco l'intera tenuta di San Rossore. Così si mette a rischio l'identità stessa dell'area protetta regionale».
 
Tenuta di San Rossore –

Attività agricola elemento fondamentale per il Parco
Elementi di riflessione:
1.      Ai fini del progetto regionale nel quale si vorrebbe potenziare e valorizzare il patrimonio agricolo forestale demaniale, l’apporto di poche centinaia di ettari da parte di San Rossore è oggettivamente ben poca cosa. Non saranno certi pochi centinaia di ettari a risolvere il problema dell’occupazione del comparto agricolo a livello regionale.
 
2.      La superficie agricola è costituita da circa 490 ettari di terreno dove da oltre 10  anni viene svolta un’agricoltura biologica caratterizzata su circa 200 ettari da lunghe rotazioni e un ordinamento colturale dove trovano ampio spazio le colture cerealicole estensive e i prati di erba medica per l’alimentazione del bestiame allevato in Tenuta; mentre la superficie rimanente è occupata da prati pascolo utilizzati per l’allevamento brado degli animali (bovini e equini). E’ grazie a questo tipo di agricoltura, legata in gran parte all’allevamento bovino, che l’attività produttiva  in San Rossore non ha mai costituito un problema di impatto ambientale, in grado di utilizzare le risorse del territorio senza depauperarle, in perfetto equilibrio con il delicato ecosistema di un ambiente protetto.
 
3.      Togliere la gestione dei terreni agricoli a San Rossore comprometterebbe il modello di allevamento biologico che il Parco sta portando avanti da oltre 10 anni, con l’ obbiettivo primario di stimolare lo sviluppo di attività a basso impatto ambientale. Inoltre la presenza nel Parco di un’importante attività agricola volta alle produzioni di qualità e gestita direttamente dall’Ente Parco, costituisce un importante elemento di traino per la valorizzazione delle produzioni tipiche del territorio, in un’ottica anche di valorizzazione turistica dello stesso, con importanti risvolti socio-economici.
 
4.      Il Parco da alcuni anni sta cercando di portare avanti progetti di filiera corta attraverso una stretta collaborazione con i diversi attori presenti nel territorio, ritagliandosi un ruolo attivo, attraverso il coinvolgimento diretto dell’azienda agricola di San Rossore (anche con investimenti propri).
 
5.      I terreni agricoli all’interno di San Rossore sono anche una fonte di cibo decisamente importante per la numerosa fauna presente in tutto il periodo dell’anno, l’esclusione dei terreni dal parco e l’eventuale affidamento ad agricoltori privati determinerebbe per il parco la necessità di pagare migliaia di euro di danni alle coltivazioni agricole creati dalla fauna. Inoltre un privato per poter fare reddito probabilmente avrebbe necessità di fare colture intensive che richiedono il massiccio uso di sostanze chimiche, oltre che di elevati consumi idrici ed energetici con gravi conseguenze sul delicato equilibrio dell’ecosistema. L’impiego di sostanze chimiche in modo massiccio contrasterebbero anche con le norme di tutela che il Parco ha previsto su questo delicato territorio.
 
6.      Attualmente nelle aree agricole vengono portati avanti progetti sperimentali ed europei, l’ultimo in ordine di tempo è il progetto LIFE+ Biodiversity DEMETRA, acronimo di “DEvelopment of a quick Monitoring index as a tool to assess the Environmental impact of TRAnsgenic crops”. Il progetto durato 3 anni ha permesso di definire una metodologia innovativa di valutazione del rischio derivante dalla presenza di colture transgeniche ma senza l'impiego di organismi transgenici, piuttosto attraverso la determinazione di un indice sintetico di monitoraggio che consenta di evidenziare le aree in cui posizionare le reti di monitoraggio ambientale a livello locale.
 
7.      Non ultimo l’importantissimo ruolo didattico che oggi svolge il settore agro-zootecnico per far capire agli studenti l’importanza di un certo tipo di agricoltura e di allevamento in equilibrio con un’area così ambientalmente delicata. La realizzazione della nuova stalla va proprio nella direzione di creare un ambiente idoneo per il benessere animale ma anche per ospitare visite didattiche.
 
Da quanto specificato credo che il Parco debba continuare a svolgere con sempre maggiore consapevolezza il suo prezioso ruolo propositivo, di stimolo e di “guida” per l’intera Comunità per lo sviluppo di attività sostenibili dal punto di vista ambientale e ciò può essere fatto solo con il supporto della gestione diretta della Tenuta di S. Rossore: attraverso essa il Parco è  in grado di affermare costantemente sul territorio, la sua valenza sia sul piano ambientale, sia  su quello didattico-educativo, così come contemplato nella Normativa Regionale e dai Piani di Indirizzo dello stesso Ente Parco. Non bisogna inoltre dimenticare l’importanza “sociale” della Tenuta di San Rossore avendo sperimentato negli ultimi anni con notevole successo un’agricoltura sociale a supporto di processi terapeutici riabilitativi e di inserimento lavorativo delle fasce più deboli in collaborazione con l’asl e gli istituti penitenziari.


Come riportato nel documento di Programmazione 2009-2012, la Tenuta di San Rossore, all’interno della sua funzione istituzionale di promozione di attività compatibili ai fini della  conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale (L.R. 24/2000), può rappresentare un centro di sperimentazione per sistemi di produzione agricola sostenibili, attenti alla salute del consumatore ed al benessere degli animali, rivolto anche alla terapia del disagio sociale: un modello da proporre ed esportare prima di tutto alle aziende del Parco e poi anche all’esterno dello stesso. Pertanto il bosco, la gestione degli immobili, le attività turistiche, le attività didattiche e educative, la tutela dei beni ambientali e faunistici, le attività agro-zootecniche ecc., sono tutti aspetti che concorrono in maniera sinergica alla valorizzazione della Tenuta sotto il profilo ambientale, turistico, culturale e sociale.


In base alla Politica Agricola Comunitaria l’azienda agricola dei giorni nostri  non è vista più solo come entità produttrice di derrate alimentari, la cui competitività si misura unicamente attraverso il bilancio economico. La Tenuta di San Rossore deve essere vista come un’azienda multifunzionale che contribuisce a proteggere l'ambiente ed il territorio, a valorizzare le produzioni tipiche e di qualità, ad elevare il potenziale turistico dell’area, ad accrescere lo sviluppo rurale, ma non solo, è  anche fattoria didattica, svolge un ruolo sociale, cura e mantiene il verde pubblico, riqualifica l'ambiente, fa attività selvi-colturale; e pertanto la sua gestione non può limitarsi a ricercare la massima competitività dei singoli settori, ma deve essere valutata in un contesto più ampio che solo un parco, il nostro Parco, può portare avanti.
 
 
Dr. Alberto Panicucci

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26/11/2012 - 18:52

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Non volevo intervenire nella discussione, in quanto non in grado di fare valutazioni su una gestione che non conosco a sufficienza. Una precisazione al Presidente Rossi comunque la chiederei: cosa intende per una gestione più "razionale"? Intende forse più "snella"? Se così fosse non ci sarebbe da stupirci, visti gli accorpamenti che stanno pianificando a livello nazionale tra Provincie, Comuni, aziende ospedaliere, etc.
C'è sicuramente un progetto dietro tutto ciò e penso sia prematuro parlare di puzza di marcio o quant'altro; la cosa che mi stupisce di più è la carenza di informazioni, non è normale che la mano destra non sappia cosa fa la sinistra, quando dipendono entrambe dallo stesso cervello politico!

24/11/2012 - 14:29

AUTORE:
Alessio Niccolai

Conosco Alberto molto bene e gli rinnovo tutta la mia personalissima stima: purtroppo una rondine non fa primavera e neanche due (ogni riferimento al buon Giacomo Sanavio è puramente casuale...)!
Non è atipico della lettura bersaniana delle cose intervenire in primo luogo quando il «problema ci riguarda in prima persona» e, in secondo luogo, quando è ormai troppo tardi e con questo, lo ripeto, non voglio certo formulare un «j'accuse» nei confronti di una delle persone più attente e concentrate sulla salvaguardia ambientale e paesaggistica locale e non.
La contraddizione più cocente nasce purtroppo non da anni di storia di militanza all'interno dei movimenti maggiormente esposti e coinvolti nei processi di tutela, ma, ahimè, nell'adesione ad un partito che intenderebbe fregiarsi del titolo di «salvatore dell'Italia» per non aver mai fatto mancare al Governo Monti il proprio appoggio. Anche quando la Spending Review - o socializzazione delle perdite di banche, grande industria & C. - si è premurata di assestare l'ennesimo brutale colpo d'ascia alla gestione dei Parchi e delle Aree Protette in Italia, mettendo finanche in discussione la bellezza di 12.000 posti di lavoro, per un comparto che costa a ciascun italiano qualcosa come un caffè all'anno, che genera il 3,2% del PIL, che accoglie quasi il 6% dei flussi turistici e produce circa il 4% dell'energia fotovoltaica nazionale.
Deve essere chiaro che per un Governo che dà il suo pieno sostegno a politiche scellerate come la Bolkestein, i Parchi, i vincoli e le tutele non rappresentano altro che un ostacolo da rimuovere sulla strada della cementificazione, dello sviluppo irresponsabile, dell'accondiscendenza verso i grandi gruppi di costruzioni ed i gestori di grandi patrimoni immobiliari e dell'agricoltura formatasi alla scuola della «Green Revolution», dell'OGM, dell'apposizione di brevetti sui semi, dell'adattamento forzoso ai cambiamenti climatici, dell'industrializzazione a tappe forzate, delle varietà ibride, dell'uso incontrollato e irrinunciabile di pesticidi di ogni genere, dello sperpero di incalcolabili quantità di energia e di altrettanti volumi d'acqua, del dissesto idrogeologico e dell'agro-alimento che è tutto meno che «buono, pulito e giusto», e soggiogata - anziché transfuga ed autonoma - dai dettami del WTO, l'organismo per sua stessa natura nemico della sostenibilità.
Ho sempre sostenuto che in Italia ci siano troppe imprese di costruzione, segno evidente di che cosa abbiano prodotto le scellerate politiche di taglio a mannaia sulla Scuola Pubblica perpetrate inesorabilmente dall'instaurazione della Repubblica ad oggi, ma oggidì c'è anche di peggio: ci sono ad esempio seducenti finanziamenti dell CE in quantità industriale all'indirizzo di una non ben identificata agricoltura - e, mi viene da pensare, non certamente quella cara al buon Panicucci - che al Governatore Rossi non devono sicuramente essere sfuggiti, ad esempio... hai visto mai che non si trovi il modo di socializzare anche qualche perdita nostrana?!?
Ma perché iniziare oggi a preoccuparsi per i destini di una tutela straordinaria, il cui unico legittimo scopo «produttivo» avrebbe dovuto essere soltanto quello di privare la nascente Provincia Costiera delle mefitiche esalazioni di CO2?
I silenzi assordanti non sono quelli attuali, ahimè, ma quelli che ci hanno portato ad esempio alla costruzione di un porto sulla bocca dell'Arno, seppellendo realtà di un certo pregio storico come Casa Ceccherini, o quelli che non si sono contrapposti allo scempio urbanistico perpetrato in quel di Tirrenia o ancora, quelli che permetteranno prima ad una colata di cemento - senz'altro meno pesante di quanto non sarebbe stata nel nostro Comune - di cancellare altri 30.000 mq di suolo agricolo a due passi dal Parco stesso, e dopo di accogliervi migliaia e migliaia di autovetture al giorno, con immane aggravio di emissioni tossiche.
Il Presidente Rossi avrebbe potuto - per contro - tirare fuori i coglioni e opporsi con fermezza e determinazione alle politiche neo-liberiste montiane, alla radice di rovinosi dissesti cui ho ben poche speranze che possiamo riuscire a mettere fine in pochi anni (altro che uscita dalla crisi!), anche e soprattutto in materia di tutela ambientale e di salvaguardia paesaggistica, oltreché, naturalmente, in altre materie come scuola, sanità e welfare in generale.
Ma è più semplice fare così... è finito il tempo in cui ad una certa Sinistra venisse naturale combattere battaglie in nome di solidi principi e nobili valori: pensiamo all'oggi che «del doman non v'è certezza»!

24/11/2012 - 10:34

AUTORE:
Gian Burrasca

Se il Panicucci voleva parlare a nome del PD di Vecchiano, allora è regola firmarsi come "Vice Segretario PD Vecchiano" e non solo come "Dott.".
Ma siccome questo avrebbe creato un gran putiferio allora si preferisce dire la propria opinione semplicemente come cittadino. Ecco qua il limite del partito e delle persone che ne fanno parte. Chiaro il concetto, no?
Non è anche questo un modo di fare "furbillo"???

24/11/2012 - 8:50

AUTORE:
Osservatore 1

Il dott. Alberto Panicucci in altro documento precisa di essere- Vice Segretario dell'Unione Comunale di Vecchiano del Partito Democratico e quindi uomo politico non di basso livello nella nostra comunità dove il PD è il maggior partito della coalizione IPV che esprime il Sindaco, 2 Assessori e la maggioranza di Consiglieri Comunali

Vedi anche - Cronaca della VdS del 21/11/2012 delle ore 18.57.
.........................

Pisa e Viareggio, 20 novembre 2012

Legambiente Pisa, Versilia, Valdera
LIPU Massaciuccoli
WWF Pisa e Lucca

Ai Sindaci e ai Presidenti delle Province della Comunità del Parco

Ai Consiglieri Regionali pisani

AGLI ORGANI DI STAMPA CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE

SAN ROSSORE RESTI AL PARCO !!!

Le associazioni ambientaliste pisane e versiliesi sono totalmente contrarie al passaggio di San Rossore al nuovo ente Terre Regionali Toscane, erede della pluri-indebitata e commissariata Azienda regionale agricola di Alberese.

Siamo preoccupati per la superficialità con cui la Regione intende imporre questo passaggio, dando mano libera per trarre reddito da un bene comune che invece dev’essere amministrato, come dice la legge statale di trasferimento (n. 87 del 1999), secondo i principi della Legge Quadro sulle Aree Protette, per la valorizzazione dell’ecosistema e per “scopi didattici, educativi e sociali” mirando “all’equilibrio ecologico e al risanamento ambientale”.

Chi meglio del Parco può assicurare questi fini, per i quali 13 anni fa la Presidenza della Repubblica ha affidato alla Regione San Rossore “quale unicum ambientale, paesaggistico, storico e culturale di rilevanza internazionale”?
E se la Regione non è più disposta ad affidare al Parco la più prestigiosa delle sue proprietà, come potrà poi pretendere che i tanti proprietari privati presenti nel Parco accettino di essere solo loro a dover farsi carico della tutela ambientale?

Come può la Regione non capire che questo passaggio è distruttivo per tutto il Parco e anche per tutto il sistema regionale delle Aree Protette? O forse è proprio questo l’obiettivo della proposta di legge: mettere mano allo smantellamento del Parco?

E quanta economia locale sarà danneggiata da una gestione della Tenuta che non farà più riferimento ai “principi di salvaguardia ambientale” che la Regione, secondo gli obblighi della legge 87, dovrebbe garantire e il Parco ha efficacemente garantito finora?
San Rossore non è un’azienda agricola: è fatto di foreste e solo il 10% è area agricola. Conosciamo solo due modi per produrre reddito dalla gestione dei boschi, di cui San Rossore è costituito per quasi il 90% della superficie. Il primo è quello di tagliare gli alberi per farne cippato, cellulosa, legna da lavorazione. Il secondo è quello, finora applicato dal Parco, della gestione forestale sostenibile, valorizzando il ruolo ecologico, di serbatoio di carbonio e di biodiversità, che il bosco garantisce, migliorando contemporaneamente i servizi turistici e l’immagine del territorio che derivano da un ambiente ben gestito.

Ma non saranno danneggiati solo i servizi ecosistemici e le piccole aziende turistiche che operano a San Rossore. La Bandiera Blu, il Quality Coast, il potenziale turistico del territorio, l’immagine e l’attrattiva della costa del Parco saranno irrimediabilmente compromesse per gli anni a venire.

Il nuovo Ente, poi, non risponderà più alle Istituzioni locali, come fa il Parco attualmente, amministrato da un Presidente e un Consiglio nominati su proposta degli Enti locali. L’ente Terre Regionali Toscane in base alla proposta di legge, risponderà solo alla Regione, addirittura con minori controlli di quelli cui è stato finora sottoposto il Parco, e potrà decidere il regolamento d’uso e di accesso a San Rossore, e anche la pianificazione delle risorse e delle foreste, in totale autonomia.

Facciamo appello agli Enti locali perché si contrappongano a questo esproprio di un bene comune ambientale effettuato con la scusa della crisi, rischiando invece di danneggiare l’economia turistica locale.

Se questa scellerata legge dovesse essere approvata, chiederemo al Presidente della Repubblica di riprendersi San Rossore, perché la Regione avrebbe contravvenuto agli accordi che ne avevano accompagnato il trasferimento, dimostrando di non essere degna di apprezzarne il valore.

Pisa e Viareggio, 20 novembre 2012

Legambiente Pisa, Versilia, Valdera
LIPU Massaciuccoli
WWF Pisa e Lucca

24/11/2012 - 0:16

AUTORE:
leonardo bertelli Migliarino

Caro "osservo" lei pensa che se uno, mettiamo, fa il meccanico debba parlare solo di macchine e motori e non possa parlare...che so..di astrofisica?E uno che fa il macellaio solo di carne e non di ..mettiamo ...filosofia?
Ecco il Panicucci, come gli altri che sono intervenuti sulla questione del Parco esercitano il loro diritto sacrosanto di dire la loro su di un argomento che deve interessare tutta la comunità vecchianese e no.
Parlare dell'attacco assurdo alla sopravvivenza stessa del Parco,che purtroppo qualcuno del mio partito sta cercando di fare in Regione Toscana,non è "protagonismo puro" ma è solo per dimostrare che anche se si veste la stessa maglia le idee e le aspettative possono essere diverse.
Anche in questo modo si può combattere la "politica furbilla" e cercare di far prevalere la "buona politica" che c'è ancora in questo Paese.Va scovata, ma c'è.
Saluti

23/11/2012 - 17:16

AUTORE:
OSSERVO

MA IL PANICUCCI A CHE TITOLO SCRIVE?
DA CHI GLI E' STATO SUGGERITO? VISTO CHE FA TUTT'ALTRO COME LAVORO. MA NON CI SONO GLI ORGANI INTERNI? LUI CHE C'AZZECCA? PROTAGONISMO PURO...

23/11/2012 - 14:27

AUTORE:
Mariano

"Il punto di vista" del Dott. Panicucci risulta completo, preciso e puntuale sulla dinamica di ciò che avviene per l'aspetto agro-zootecnico all'interno della Tenuta di San Rossore. Ritengo che tale scritto possa essere inviato anche al Presidente Rossi,ai membri della giunta ed ai consiglieri Regionali eletti nel collegio di Pisa, affinchè quest'ultimi abbiano un'idea che ciò che hanno messo in cantiere (la proposta di legge "terre regionali toscane") non corrisponde e corrisponderà alle loro pretese legislative.
Penso che questi aspetti tecnici così descritti, congiuntamente alle altre argomentazioni sia dell'associazioni ambientaliste, sia del Presidente del Parco, dei Sindaci e di tanti cittadini, possano davvero far desistere i nostri amministratori regionali da tale irresponsabile azione di "esproprio" della Tenuta di San Rossore.
Mariano Tramontana

23/11/2012 - 1:32

AUTORE:
Simone Cioli

La risposta del Presidente Rossi deriva a una campagna di sensibilizzazione nei confronti della regione stessa. Il Presidente Rossi ha risposto a me come a chiunque altro ha inviato l'email predisposta. Detto questo l'operazione economica-finanziaria pro Azienda Agricola Alberese resta, o quanto meno suggerisce grossi dubbi e perplessità.

23/11/2012 - 0:32

AUTORE:
Simone Cioli

----Messaggio originale----
Da: enrico.rossi@regione.toscana.it
Data: 22-nov-2012 15.55
A:
Ogg: Risposta del Presidente della Regione Toscana

Caro cittadino, cara cittadina,
ho ricevuto l'email con la quale, insieme a molti altri concittadini, esprime le sue preoccupazioni in merito alla proposta di legge di istituzione dell’Ente “Terre regionali Toscane”, nella parte in cui prevede il passaggio della delega alla gestione della Tenuta di San Rossore dall’Ente Parco Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli al nascente Ente Terre regionali toscane.

Premetto che l’intento perseguito con la richiamata proposta di legge è quello di attribuire a un unico soggetto il compito di definire una strategia unitaria di gestione ottimale e di valorizzazione di tutte le proprietà regionali agroforestali, al fine di realizzare un’esperienza di banca della terra incrementando il contributo positivo che l’agricoltura e le foreste possono dare all’ambiente e al territorio e con l’intento di far diventare le proprietà pubbliche un volano di sviluppo per le aree rurali.

In particolare, per quanto riguarda la Tenuta di San Rossore, così come era previsto per il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, anche il nuovo Ente sarà ovviamente tenuto ad esercitare la gestione nel pieno rispetto della legge nazionale 8 aprile 1999, n. 87, di disciplina del trasferimento della Tenuta dallo Stato alla Regione Toscana.
La proposta, infatti, conferma che nella gestione della Tenuta deve essere perseguita la salvaguardia dell’ambiente e che la valorizzazione delle attività economiche deve comunque essere compatibile con le esigenze di tutela e salvaguardia ambientale.
Restano, inoltre, tra le finalità della gestione anche il mantenimento dei presidi istituzionali, come la Villa del Gombo, e il perseguimento degli scopi didattici, educativi e sociali con particolare riferimento all’educazione e alla formazione ambientale.
Viene previsto il mantenimento dei fondi di finanziamento per la gestione della Tenuta, imponendo all’Ente Terre regionali toscane di tenere una gestione separata di tali fondi.
La proposta, infine, intende anche mantenere nella gestione della Tenuta un rapporto particolare con il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli che potrà continuare a utilizzare i beni della Tenuta secondo modalità che saranno definite con la Regione Toscana, così come sta accadendo da tre anni nei rapporti fra l’Azienda Regionale Agricola di Alberese e l’Ente Parco Regionale della Maremma.

Pertanto, fermi restando tutti i vincoli giuridici e ambientali esistenti a tutela della Tenuta di San Rossore che la Regione non ha mai pensato di cambiare - tant’è che la proposta di legge non prevede nulla in tal senso - , l’inserimento della Tenuta in questo progetto di riorganizzazione del patrimonio agricolo forestale regionale, intende fare in modo che anche questo territorio di inestimabile valore ambientale e paesaggistico possa essere sempre più valorizzato e, di conseguenza, tutelato.

Possiamo quindi assicurare che le preoccupazioni da Lei espresse non trovano alcun riscontro nella proposta oggi in discussione, che non ci sarà nessuna speculazione edilizia, nessuna cementificazione, ma al contrario ci sarà una gestione più razionale che porterà benefici a tutta la comunità toscana, sia sotto l’aspetto ambientale che agricolo.

Cordiali saluti,
Enrico Rossi


----Messaggio originale----
Da: simone.cioli@alice.it
Data: 22-nov-2012 11.12
A: , , , , , , ,
Ogg: SAN ROSSORE RESTI AL PARCO, NO AL SUO USO PER RICAVI ECONOMICI IMMEDIATI

Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
All'Assessore all‚Ambiente e Aree Protette Anna Rita Bramerini
All'Assessore all'Urbanistica Anna Marson
All'Assessore all'Agricoltura Gianno Salvadori
Ai consiglieri eletti nell'area pisana


Il Parco Regionale di Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli ha gestito negli ultimi 12 anni la Tenuta ex-presidenziale di San Rossore con criteri di conservazione degli ambienti naturali (migliaia di ettari di foreste, dune, zone umide), di sostenibilità delle attività agricole (coltivazioni e allevamenti biologici), di sviluppo del turismo verde, dell’educazione ambientale, della ricerca scientifica. Questo corrisponde alle previsioni della legge dello Stato n. 87 del 1999, secondo cui la Tenuta dev’essere gestita secondo i principi della Legge Quadro sulle Aree Protette, per la valorizzazione dell’ecosistema e per scopi didattici, educativi e sociali, l’equilibrio ecologico e il risanamento ambientale.

Tutta l'area è Sito di Importanza Comunitaria, Zona di Protezione Speciale, Riserva della Biosfera, oltre che la più grande proprietà pubblica all'interno del Parco Regionale.

Sono preoccupato per la proposta di legge che prevede il passaggio della Tenuta all'ente "Terre Regionali Toscane" che la gestirà a fini principalmente economici e non più conservazionistici, con la possibilità di tagliare i boschi a soli fini produttivistici, vendere terre pubbliche e utilizzare il patrimonio immobiliare anche per profitti privati. Addirittura con minori controlli da parte della Regione rispetto alla vigilanza che questa ha operato durante la gestione del Parco.
Ritengo che questa proposta costituisca un grave attacco alla gestione di un bene comune di grande valore, per fini economici immediati che danneggeranno gli interessi delle comunità locali, dei turisti e degli operatori che hanno investito nel turismo verde, e con conseguenze fortemente negative sugli equilibri ambientali.

Che ne sarà dei boschi, gestiti con criteri di profitto? Saranno tagliati per farne legna, carta e energia senza alcuna forma di tutela ecologica? E' questo che intendete per green economy?
E delle coltivazioni e dell'allevamento biologici? Saranno riconvertiti ad agricoltura industriale e allevamenti intensivi?
E degli edifici, dei terreni, della Villa del Gombo? Saranno offerti alla speculazione edilizia, alla cementificazione, al turismo di massa?

E' proprio per combattere contro queste cose che è nato il Parco, dalla lotta di migliaia di cittadini, contro Porto Cristina, Onassis, la speculazione edilizia e la devastazione ambientale.
33 anni fa la neonata Regione Toscana si fece interprete di queste aspettative; perché oggi intende cambiare rotta?

Chiedo che tutta la parte relativa a San Rossore sia stralciata dalla legge di istituzione dell'ente "Terre Regionali Toscane".

Mi auguro che la Regione Toscana rafforzi il ruolo dei Parchi e delle Aree Protette come aveva fatto nel decennio passato dando vita a un sistema originale e efficace che appare ora in fase di irreversibile smantellamento.

Mi auguro che la Regione Toscana voglia onorare gli impegni del vertice ONU di Nagoya in cui la Comunità Europea e internazionale hanno ritenuto centrali le politiche delle Aree Protette per il futuro della nostra specie.

Mi auguro che la Regione Toscana consideri i beni comuni costituiti dagli ambienti naturali e dalle specie viventi come un capitale da amministrare con rispetto e conservare per le future generazioni, invece che da svendere in tempo di crisi.


Distinti Saluti,

Simone Cioli
Vecchiano (PI)

22/11/2012 - 19:36

AUTORE:
Simone Cioli

...Concordo pienamente con te, in toto, ma il punto è un altro: c'è del marcio in Danimarca!
E, come al solito, le cose vanno chiamate con il loro nome, altrimenti rischiamo di perdere l'orizzonte e trattare una realtà distorta che non ci porta a nulla.
L'operazione dell'eventuale new entry "Ente Terre Regionali Toscane", è una pura, nuda e cruda operazione economica voluta dalla politica: o meglio dal Partito Democratico in primis.
L'ingrediente è sempre lo stesso: c'è da salvare qualcuno e/o qualcosa.
Che cosa? C'è da salvare i conti in rosso dell'Azienda regionale agricola Alberese. Tutto il resto è nulla.
l'Azienda agricola Alberese confluendo con l'eventuale costituenda Terre Regionali Toscane, vedrebbe salvato il proprio bilancio, anzi sparirebbe perchè confluito nel nuovo Ente con una racchizze patrimoniale non indifferente.
Ma se ieri, in qualche modo, potevamo nascondere (o salvaguardare in parte la Politica), perché accusavamo Ikea e CTC, oggi, ahinoi, l'unica a poter essere accusata è proprio la Politica.
Non ci si può nascondere sempre dietro a un dito, perchè non importa il logo o il colore di un partito, importa invece la salvaguardia del territorio e le idee, queste contano, questa è unità da salvaguardare!
Il 9 marzo 2012 Il Consiglio regionale approvò a maggioranza il bilancio consuntivo 2010 dell’Azienda agricola regionale di Alberese, che presentava una perdita di un milione e 400 mila euro.
Già nel 2009 l’azienda aveva registrato una perdita di 687 mila euro. La perdita fù motivata a causa della contrazione delle produzioni agricole, un deprezzamento di beni e ammortamenti, il peggioramento degli indicatori patrimoniali e l’incapacità di generare liquidità.
Oggi vorrebbero farci credere, con il nuovo Ente, di rilanciare l'economia rurale con questa semplice operazione, senza avere riforme nazionali in favore dell'agricoltura. C'è puzza di marcio in Danimarca. Con questa operazione, inoltre, si vuole di fatto delegittimare anche l'Ente Parco.
Subdola anche la mancata informativa da parte della regione nei confronti dello stesso Ente Parco.
Solo oggi apprendiamo, perché la Giunta Regionale ha approvato. Adesso è solo questione di tempo, perchè basterà l'approvazione del Consiglio Regionale.
Concludo: Signori e Signore, a non chiamare le cose con il suo vero nome, alla fine, il cavallo di troia è entrato!

Saluti.

Simone

22/11/2012 - 19:12

AUTORE:
OSSERVO

I SCUSI MA IL ROSSI NON E' DEL PD?
LA BRAMERINI NON E' DEL PD?
LA PROVINCIA NON E' DEL PD?
IL COMUNE NON E' DEL PD?
QUALI DOCUMENTI HANNO UFFICIALMENTE PRODOTTO I SUDDETTI ALLA SALVAGUARDIA DEL PARCO?
MISERI ANCHE GLI AMBIENTALISTI, CHE TACCIONO...