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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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di Massimo Marianetti

Il valore delle aree protette.

11/12/2012 - 18:17


Il valore delle aree protette.

Considerazioni sul Parco e aziende agricole

Nell'intenso dibattito che si è svolto nei consigli comunali di Vecchiano e Pisa a proposito della proposta di legge di trasformazione dell'Azienda Agricola Alberese in Agenzia Terre regionali Toscane, che avrebbe incluso anche la Tenuta di San Rossore, più volte è risuonata la parola “valorizzazione”.
 
Il passaggio della gestione di San Rossore, dall'Ente Parco all'azienda agricola Terre toscane, sarebbe stata una valorizzazione, non solo della Tenuta ma dello stesso Parco. Tra i più accesi sostenitori del concetto di valorizzazione inteso nell'accezione di dare maggiore valore economico ad un bene, anche alcuni esponenti del nostro partito, che hanno più volte ribadito come la gestione del Parco rispetto alla Tenuta sia stata eccessivamente burocratica, lenta e inefficiente rispetto ai modelli dell'aziendalismo. La tesi sostenuta, confutata ampiamente dai dati della Tenuta espressi nei due consigli dal Presidente del Parco, che dimostra l'esatto contrario, richiede uno sforzo di analisi diverso. La Tenuta di San Rossore non può essere considerata alla stregua di una fattoria e la sua gestione si misura su parametri diversi da quelli dei costi e dei ricavi. Da questo punto di vista, inconsapevolmente, l'idea dell'improduttività del Parco, si lega ad un'idea per la verità poco originale, che si accoda ad una lunga sequela di critiche che negli anni sono state scagliate contro le aree protette in tutta Italia, prima viste come ostacolo allo sviluppo dei territori e poi considerate dal punto gestionale come organismi inutili e dei poltronifici.
 
Ma quello che deve far riflettere è che si pensi che una soluzione aziendale sia la strada giusta per dare senso e corpo alle aree protette. Un'idea sbagliata e pericolosa che mostra una sudditanza psicologica ai modelli culturali che, anche all'interno dei partiti di centro sinistra, hanno conquistato il modo di pensare degli italiani, diventando addirittura senso comune.
 
In questi anni di egemonia culturale del neoliberismo e del populismo hanno prevalso una completa e deliberata irresponsabilità istituzionale, il disprezzo per la cultura della rappresentanza politica, l'aggressività nei confronti della militanza politica fatta di volontariato e onestà, una concezione del governo che persegue esclusivamente l'interesse privato attraverso pratiche clientelari. In questi anni di egemonia culturale della destra, il senso civico, il valore della pianificazione e della progettazione sono venuti meno. Le aree protette sono invece la manifestazione di senso civico, di pianificazione e di progettazione dei territori interessati della gente che ci abita.
 
I parchi non posso essere paragonati ad aziende, si muovono su un piano diverso, difendono la biodiversità, attraverso la difesa e la conservazione degli ambienti naturali, gli habitat di vita delle specie animali e vegetali, ma anche della attività umane tradizionali che ne sono parte integrante. Essi dànno un contributo importante al contrasto dei cambiamenti climatici e alla degenerazione che tali cambiamenti causano all'ambiente e alla società. I parchi sono pubblici e non producono nulla, sono beni comuni. Pensare di farli gestire in modo imprenditoriale da un'agenzia agricola è quanto di più lontano ci possa essere dal concetto stesso di valorizzazione, intesa come mettere in luce i valori più nascosti e delicati di un bene. Si valorizza qualcuno o qualcosa perché ha delle qualità nascoste o poco conosciute. Le zone umide della Tenuta, la macchia mediterranea, non hanno bisogno di valorizzazione ma sono proprio queste aree che dànno valore alle attività di contorno, i pascoli e i coltivi della tenuta acquistano valore dalla contiguità con l'ambiente naturale che li circonda.
 
La Regione Toscana ha tre parchi, credo che possiamo fare il sacrificio di fermarci e di sospendere il giudizio, sono aree riconosciute internazionalmente proprio perché conservano la memoria del nostro pianeta, sia pur per una piccolissima frazione di superficie. Questo è il loro valore, che si trasmette al resto, e non sono certo i campi coltivati con agricoltura biologica a dare valore agli ambienti umidi, agli antichi fabbricati dei Lorena, dei Savoia e dei Presidenti della nostra Repubblica.
 
In consiglio comunale come partito e come coalizione abbiamo difeso questa idea e abbiamo trovato larga risonanza in gran parte delle associazioni ambientaliste a animaliste, ma sul piano politico abbiamo scritto una pagina importante, abbiamo ascoltato e abbiamo ragionato anche al nostro interno di Partito Democratico, convincendo il nostri interlocutori istituzionali. Perché l'appartenenza ad un partito non significa che si pensi tutto allo stesso modo ma che ci siano luoghi pubblici di confronto di ascolto e di presa di decisioni condivise.
 
In questi anni di crisi economica e sociale ma anche istituzionale, abbiamo tenuto ferma la barra dei valori della conservazione e difesa dell'ambiente, vero sviluppo sostenibile, che può generare anche un'economia di scala adeguata. Il largo consenso per il nostro ordine del giorno, che ha mantenuto e riconosciuto la piena titolarità delle funzioni amministrative dell'Ente Parco sulla Tenuta di San Rossore, senza negare una collaborazione con la costituenda agenzia agricola regionale per quanto riguarda la gestione di aree agricole e forestali che non hanno pregio ambientale e storico, testimonia di un senso civico che dalle nostre parti è ancora radicato.
 
Sorprende che in consiglio comunale a Vecchiano la lista civica abbia scelto di astenersi da un voto favorevole all'ordine del giorno in mancanza dell'illustrazione da parte della Regione. A parte il fatto che le motivazioni erano ampiamente disponibili, tale assenza della lista civica rafforza l'idea del valore della politica, l'idea che si debba tenere salda la bussola delle corrette procedure istituzionali nei luoghi di rappresentanza e nella partecipazione.
 
L'intesa con il governo regionale, ente parco, collettività locali rappresentate dai consigli comunali, rafforza l'idea che per le aree protette si possa davvero pensare che siano beni comuni, che continueranno a dare valore, a valorizzare tutto quello che viene fatto al loro interno, nel rispetto delle peculiarità e specificità dei luoghi. Con ritorni positivi per tutti, non solo e soltanto in termini economici.
 
Massimo Marianetti
Segretario dell'Unione Comunale del Partito Democratico di Vecchiano


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