Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Dar da mangiare agli affamati.
Dar da bere agli assetati.
Vestire gli ignudi.
Alloggiare i pellegrini.
Visitare gli infermi.
Visitare i carcerati.
Seppellire i morti.
Le prime tre delle sette opere di misericordia corporale derivate dalla religione cattolica, ma comuni in tutte le altre forme di credenza nella fraternità, sono facilmente attuabili e sentite, anche se in questo mondo moderno che corre più veloce dell’amore, a volte rimangono indietro.
Il Beato Giacomo Cusmano ripeteva sovente:
“i Poveri non sono di nessuno, sono nostri”.
E nel nostro amore, almeno per la Natura, qui sono pienamente soddisfatte in un colpo: la prima con il cibo dell’Uomo, la seconda con l’acqua del Serchio, la terza con le penne della Natura stessa.
Voi cercate di attuarle con le Vostre forze a favore dei Vostri simili, se Vi riesce, ma penso di sì, e lo ripeto: tutto l’anno, non solo a Natale!.
Per le ultime quattro il discorso si fa più corale e passa dalla mano individuale a quella sociale e le "indicazioni" vengono eseguite, possiamo dire, quasi completamente.
Nella religione cattolica si dava un valore simbolico di completezza al numero sette e, seguendo le parole della Bibbia, si volle dare più forza a questo numero raddoppiandolo con altre sette opere che vennero dette di misericordia spirituale:
Consigliare i dubbiosi
Insegnare agli ignoranti
Ammonire i peccatori
Consolare gli afflitti
Perdonare le offese
Sopportare pazientemente le persone moleste
Pregare Dio per i vivi e per i morti.
per queste sarà ben difficile arrivare all'attuazione!
ormai sono lontane le parole che San Giovanni raccomandava ai primi cristiani:
"Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità"
come pure quelle di San Giacomo:
"Siate di quelli che mettono in pratica la parola, non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi"
non bisogna certo essere credenti per non credere nella verità di queste parole.