L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
STELLA DI NATALE
Splendido fiore che simboleggia il Natale, originario delle regioni tropicali del Messico specificamente della zona di “Guerrero”.
“Euphorbia pulcherrima” nome in latino che significa: “La più bella”, mentre il suo nome in nahuatl è “Cuetlaxochitl” che vuole dire “fiore dei petali duri come il cuoio”.
Per gli aztechi questo fiore simboleggiava la purezza del sangue versato nei sacrifici offerti al dio sole, loro credevano che cosí l’astro poteva rinnovare la sua forza creatrice che faceva che l’universo continuara la sua marcia. Simbolo anche di nuova vita per i guerrieri morti nelle battaglie, si diceva che loro tornerebbero alla terra come colibries a bere il nettare del fiore.
Nell’epoca preispanica, gli ancestri messicani non solo utilizzavano questa pianta con fini religiosi se non anche medicinali e cosmetici. Utilizavano il liquido bianco per elaborare una medicina contro la febbre, preparavano degli impacchi per malatie della pelle e per aumentare la produzione del latte materno. Il colore rosso scarlatto veniva utilizato per colorare articoli di pelle e stoffa e per produrre cosmetici.
Con l’arrivo dei conquistatori spagnoli, gli evangelizzatori francescani approfittando che la pianta fiorisce solo in questo periodo dell'anno, furono i primi ad utilizzarla per addobbare i presepi, diventando così uno dei simboli rappresentativi delle feste natalizie. Da quel momento la popolazione messicana continuò ad decorare le chiese e la case con le Stelle di Natale.
Conosciuta anche con il nome di “Poinsettia” per via del primo ambasciatore americano in Messico, J. R. Poinsett che dopo essere rimasto colpito dalla bellezza di questo fiore, al ritorno nel suo paese la porto con sè, dedicando gran parte della sua vita a coltivare, distribuire e commercializzare la pianta in tutta l’Unione Americana. Decidendo di brevettarla. Per questo motivo, anche se la pianta è al 100% di origine messicana, i diritti e il brevetto non ci appartengono.
Attualmente gli Stati Uniti e i paesi europei attraverso la manipolazione genetica hanno sviluppato e brevettato nuove varietà di Stelle di Natale trovando colori diversi, però per un ideale sviluppo la pianta ha bisogno delle favorevoli condizioni climatiche del Messico per ciò ancora tante di loro vengono coltivate lì per poi essere esportate e commercializzate all'estero.
I paesi europei hanno accolto le Stelle di Natale con molto piacere quando nel 1899 la Basilica di San Pietro nel Vaticano fu addobbata per la prima volta con questo bellissimo fiore, che però curiosamente non è un fiore. Quelli che noi vediamo come petali in realtà sono delle foglie modificate che custodiscono dei piccolissimi fiori gialli al centro.
Una leggenda dice che nella vigilia di Natale, una piccola bambina messicana estremamente povera si trovava molto triste e piangeva disperatamente mentre andava verso la chiesa, perché non aveva un regalo da portare a Gesù Bambino. Lei pregava con tutto il suo cuore di potere trovare qualcosa di bello e speciale da potere offrire. Improvvisamente le apparve un angelo che le chiese di prendere dell’erbaccia che si trovava lungo la strada, la bimba un po' perplessa per questa strana petizione ubbidisce senza dire nulla. Una volta arrivata in chiesa quando la piccola posa il suo umile dono sopra l’altare e una sua lacrima sfiora una foglia, succede un miracolo davanti allo stupore di tutti fedeli presenti, da ogni ramo sbocciano delle bellissime foglie di colore rosso vivo.
Si dice che così sono aparse le prime Stelle di Natale, grazie alla buona voluntà di una piccola bambina.
Erika García, dal Messico
Dicembre 2012