Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Magia del Natale?
La fine del mondo c’è stata e siamo in una dimensione parallela?
Sogni fantasiosi dopo i gozzovigli natalizi?
Incubi da cattiva digestione?
Sarà quel che sarà, sarà la Torre simbolo della cristianità che lega con quello temporale del Marzocco, saranno le ciminiere in laterizio fumante che svettano come quelle metalliche rumorose e salmastre, sarà la enorme casa di Buscheto che ospita pellegrini come quella altissima di Michelucci che accoglie cittadini, sarà che San Ranieri voglia stare più vicino all’amata Santa Giulia (così dicono i pettegolezzi antichi), ma sembra proprio che stia nascendo una città incredibile, con un intermezzo di un Tombolo boscoso che non sa da che parte stare, ma che si sente legato all’aeroporto e al porto, alla torta co’ bischeri e al cacciucco, al fiume o al mare, al dilemma di avere un santo o una santa come patrono, ma che sempre, ovunque si giri, a nord o a sud, davanti o di dietro, si troverà comunque forzatamente di fronte alla … merda, aggettivata, accettata, enfatizzata, rimbalzata da una città all’altra, messa su muri e carta, conosciuta in tutto il mondo: sulla statua della libertà scritta da un pisano e in un bar di Bermuda da un livornese! (n.d.a che vuol dire- non dico assurdità, v.d.p che vuol dire- visto di persona).
Sarà come sarà, ma se sarà così faremo due feste come al Camp Darby: Santa Giulia il 22 maggio e San Ranieri il 17 giugno e allora:
Viva viva li santi, patroni di Pisorno!
Quello fissato colle cee ner barchino
e quell’artra cor ponce dintorno!
Ganzo poi sentilli letià… ‘n latino!