Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.
Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.
Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini.
(un semplice spostamento per verificare uno spostamento)
“Luigi si va?”
“Dai, non è tanto bella, ma luce ce n’è abbastanza. Dove mi porti oggi?”
“Veramente sei te che porti me, ma ecco il piano di volo: Bocca di Serchio per forza, poi una giratina in pineta, Migliarino e Nodica, foce di Radicata o un po’ più in alto, Panconi, foce dell’Ozzeri per vedere a che punto sono i lavori, Massaciuccoli, lago e…basta!”
“Tutto perfetto, in mezz’ora si fa tutto ma… caro amico mio… con i tiri a Marina come si fa?”
“E tanto a Migliarino si frigge ‘oll’acqua! Tutto organizzato! Ieri sono stato a parlare con un tenente al poligono che, per la prima volta nelle tante richieste che ho fatto loro di autorizzarmi il transito con i bambini delle scuole nella zona off, mi ha detto che stamani non ci sono esercitazioni. Gli altri mi dicevano che non erano autorizzati a darmi informazioni anche se credo che sia obbligo affiggere negli esercizi del comune il calendario delle interdizioni all’accesso nelle zone di sparo, ma lasciamo stare, vai metti in moto.”
Giubbottone, occhiali da pilota per riparare gli occhi dal vento forte che non lacrimino, casco, radio, prova audio, motore e…via!
“Paura?”
“E perché? Il veicolo è tuo e ci starai attento, quindi…”
“Mi hai detto che c’è qualcosa di nuovo in Bocca, cosa?”
“Ora lo vedrai. Eccola la Bocca! Guarda che meraviglia! Guarda la spiaggia di San Rossore come cerca di rinascere! Guarda che Bocca grande che ha il Serchio! Guarda che giochi di spostamento di sabbia si notano sott’acqua! Guarda ve’ du cignali nell’acqua a ffa ll’arselle! Nati di ‘ane, son due soli, non sono amici perché sono con due barche, eppure sono uno accantaquellartro! Ce ne sarà di posto in mare e rena da staccià? Loro sono lì, calmi, contenti, si diranno cose incredibili di donne, nicchie e mari e monti, ma non saranno mai dispiaciuti del mondo finché ci saranno arselle da pescare. Beati loro.”
“Un’altra passata bassa e poi si va.”
“Bene. Passa da Migliarino ora, dallo schianto che è doveroso, e poi Serchio di là dai monti.”
“Dove vuoi andare te? Madonna bonina che nuvoloni! Mi sa che dobbiamo rinunciare. Passare sul fiume à pericoloso perché se si trova nebbia non si sa cosa c’è a destra e a sinistra, proviamo a passarci sopra e poi si decide.”
“Mamma mia che emozione! Come è tutto bianco e soffice. Guarda come cadono le nuvole lucchesi appena entrano nel pisano. Che spettacolo! È un mare di latte e panna con isole galleggianti come brioches”
“Rientriamo che è pericoloso, ritorneremo un’altra volta.”
“Va bene, ma guarda che tempo di merda! Ora c’è un raggio di sole che batte nel padule e uno sulla chiesa di Bozzano. A presa di culo!”
“Hai detto prima che le nuvole sembravano panna e mi è venuta in mente Pania. Preparati psicologicamente che la prossima volta ti porto sulla Pania a 2000 metri con il deltaplano e si ritorna giù a casa senza motore. Vedrai che quello è veramente poesia oltre che volo. Ci stai?”
“e voglia te!”
“Siamo arrivati. È stato un piacere. Alla prossima, ciao.”
“Grazie a te Luigi. Te chiama e io vengo. Ciao.”