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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ecco la lista di Vicopisano in Cammino.
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di Umberto Mosso
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di MARIAROSARIA MARCHESANO (Il Foglio)
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di Vittorio Ferla
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Di Alexia Baglivo
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
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al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
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La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Provincia di Pisa
La Provincia di Pisa approva il proprio Piano Energetico.

17/1/2013 - 20:53


 La Provincia di Pisa approva il proprio Piano Energetico.


Obiettivo sostenibilità: mediante il contenimento dei consumi e l’incremento del ruolo delle fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse); passando, per il 2020, dall’attuale 47.6% al 57% sugli approvvigionamenti totali  Pisa, provincia “rinnovabile”.

Un progetto che la stessa Provincia sta costruendo da tempo; e che ora riceve un deciso colpo d’acceleratore, con l’approvazione definitiva del “Piano Energetico”: il via libera finale nel corso dell’ultima seduta consiliare del 2012, dopo la chiusura della fase di confronto con il territorio per la presentazione, rispetto al testo redatto dall’amministrazione, delle osservazioni da parte dei cittadini e per l’esecuzione delle conseguenti eventuali modifiche (nei fatti, minimi i ritocchi apportati). Illustrato dall’assessore all’ambiente Valter Picchi, il documento strategico varato dall’ente guidato dal presidente Andrea Pieroni pone come traguardo, ambizioso ma realistico, il raggiungimento – dall’attuale livello del 47,6% – di una quota pari al 57% di approvvigionamento da fonti appunto rinnovabili (le cosiddette “Fer”: geotermia, eolico, solare e biogas) sul totale dei consumi nell’intero territorio. E ciò grazie anche a un sensibile abbattimento dei fabbisogni, grazie a pratiche di risparmio e razionalizzazione, nella sfera sia pubblica sia privata.Il quadro al 2012 e al 2020.

Il sistema socioeconomico provinciale consuma adesso annualmente una quantità complessiva di 1.124 KTep (KiloTep, unità di misura che corrisponde all’equivalente di mille tonnellate di petrolio): l’1% assorbito dall’agricoltura, il 25% dall’industria, il 26% dai trasporti e il 48% (il grosso, insomma) dal settore civile, terziario e residenziale. La porzione coperta da Fer (come accennato il 47,6%) è apportata in massima parte dalla geotermia (98.3%), poi da biogas e rsu (1.1%), eolico (0.6%) e fotovoltaico (0,1%). Nel 2020, tra 8 anni quindi, si prevede che l’asticella dei consumi si attesti entro una forbice oscillante fra 1.300 e 1.360 KTep. “L’ottica entro la quale opera il Pep – spiega Picchi – è dunque quella dell’individuazione delle linee operative attraverso le quali trovarsi pronti a soddisfare tale fabbisogno; e di farlo, soprattutto, in modo virtuoso e sostenibile”.Strategie: il risparmio. Uno dei binari tracciati dal Piano, lo si è detto, è quello di una, diciamo, “spending review energetica”. Primo fronte, il settore civile (terziario e residenziale); qui la Provincia intende testare sul proprio parco edilizio tutta una serie di migliorie, tra cui: sostituzione vetri da singoli a doppi; isolamento di sottotetti e (con termo intonaco) di pareti perimetrali esterne; sostituzione delle caldaie attuali con altre ad alto rendimento; aumento del numero di elementi radianti per stanza, onde un migliore riscaldamento senza sostituzione di caldaia. Altre iniziative possibili riguarderanno peraltro ambiti diversi, come quello delle auto, per le quali è ipotizzabile la progressiva introduzione di veicoli elettrici in ricambio dei veicoli tradizionali a fine vita.

Anche sulla base dei risultati raccolti attraverso queste sperimentazioni, la Provincia si farà promotrice dell’esportazione delle scelte più efficaci in altri enti pubblici, a partire dagli interventi di efficientamento energetico su immobili, garantendo sostegno ai Comuni con l’Aep, l’Agenzia energetica pisana.

“La potenzialità delle soluzioni volte al risparmio – sintetizza Picchi – è calcolata in 161,5 KTep”.  Strategie: le rinnovabili. Passiamo all’altro pilastro del Piano, un più robusto uso della ‘leva’ delle fonti a basso impatto: fermo restando il contributo della geotermia (614 KTep), si tratta di intensificare l’apporto delle altre voci, dal complesso delle quali il potenziale atteso è 134,1 KTep (74,5 nella produzione elettrica e 59,6 in quella termica). Vediamo però come si conta di procedere, per realizzare tali obiettivi, nei vari segmenti del ‘rinnovabile’ con l’orizzonte temporale del 2020. Eolico. Realizzazione di 10 parchi eolici per un obiettivo minimo di 100 MW (Megawatt); di essi, ne sono già in funzione 23 MW. Mini-eolico. Installazione di impianti per un totale di almeno 15 MW complessivi. Solare fotovoltaico.

Raggiungimento di una potenza installata di almeno 70 MW (al momento siamo a quota 20 MW), attraverso montaggio di pannelli sul 20% degli edifici residenziali, sul 50% delle strutture turistiche e sugli edifici ad uso pubblico della provincia.

Solare termico. Raggiungimento di un contributo, dai soli impianti di collocazione residenziale, di circa 5,46 KTep, attraverso installazione di pannelli sul 20% degli edifici residenziali e sul 50% delle strutture turistiche della provincia. Biomassa e biogas. Raggiungimento di una potenza installata di 20 MW per la produzione di energia elettrica e calore da destinare ad attività con alto numero di ore di utilizzazione (oggi siamo a quota 4.5 MW); raggiungimento di un contributo di circa 36,4 KTep per impianti di riscaldamento.

Sostenibilità. “Importante sottolineare – conclude Picchi – che puntare a un regime di basso impatto ambientale sarà per noi non uno slogan, ma un aspetto fondamentale dell’agire.

Per chiarezza, ad esempio, le installazioni fotovoltaiche avverranno su spazi residuali, non già impiegati ad altri fini; e ugualmente per gli impianti a biomasse si opterà per aree agricole marginali, non utilizzate o degradate”.                
La Provincia di Pisa approva il proprio Piano Energetico. Obiettivo sostenibilità:
mediante il contenimento dei consumi e l’incremento del ruolo
delle fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse); passando,
per il 2020, dall’attuale 47.6% al 57% sugli approvvigionamenti totali
 
Pisa, provincia “rinnovabile”. Un progetto che la stessa Provincia sta costruendo da tempo; e che ora riceve un deciso colpo d’acceleratore, con l’approvazione definitiva del “Piano Energetico”: il via libera finale nel corso dell’ultima seduta consiliare del 2012, dopo la chiusura della fase di confronto con il territorio per la presentazione, rispetto al testo redatto dall’amministrazione, delle osservazioni da parte dei cittadini e per l’esecuzione delle conseguenti eventuali modifiche (nei fatti, minimi i ritocchi apportati). Illustrato dall’assessore all’ambiente Valter Picchi, il documento strategico varato dall’ente guidato dal presidente Andrea Pieroni pone come traguardo, ambizioso ma realistico, il raggiungimento – dall’attuale livello del 47,6% – di una quota pari al 57% di approvvigionamento da fonti appunto rinnovabili (le cosiddette “Fer”: geotermia, eolico, solare e biogas) sul totale dei consumi nell’intero territorio. E ciò grazie anche a un sensibile abbattimento dei fabbisogni, grazie a pratiche di risparmio e razionalizzazione, nella sfera sia pubblica sia privata.
Il quadro al 2012 e al 2020. Il sistema socioeconomico provinciale consuma adesso annualmente una quantità complessiva di 1.124 KTep (KiloTep, unità di misura che corrisponde all’equivalente di mille tonnellate di petrolio): l’1% assorbito dall’agricoltura, il 25% dall’industria, il 26% dai trasporti e il 48% (il grosso, insomma) dal settore civile, terziario e residenziale. La porzione coperta da Fer (come accennato il 47,6%) è apportata in massima parte dalla geotermia (98.3%), poi da biogas e rsu (1.1%), eolico (0.6%) e fotovoltaico (0,1%). Nel 2020, tra 8 anni quindi, si prevede che l’asticella dei consumi si attesti entro una forbice oscillante fra 1.300 e 1.360 KTep. “L’ottica entro la quale opera il Pep – spiega Picchi – è dunque quella dell’individuazione delle linee operative attraverso le quali trovarsi pronti a soddisfare tale fabbisogno; e di farlo, soprattutto, in modo virtuoso e sostenibile”.
Strategie: il risparmio. Uno dei binari tracciati dal Piano, lo si è detto, è quello di una, diciamo, “spending review energetica”. Primo fronte, il settore civile (terziario e residenziale); qui la Provincia intende testare sul proprio parco edilizio tutta una serie di migliorie, tra cui: sostituzione vetri da singoli a doppi; isolamento di sottotetti e (con termo intonaco) di pareti perimetrali esterne; sostituzione delle caldaie attuali con altre ad alto rendimento; aumento del numero di elementi radianti per stanza, onde un migliore riscaldamento senza sostituzione di caldaia.

Altre iniziative possibili riguarderanno peraltro ambiti diversi, come quello delle auto, per le quali è ipotizzabile la progressiva introduzione di veicoli elettrici in ricambio dei veicoli tradizionali a fine vita.

Anche sulla base dei risultati raccolti attraverso queste sperimentazioni, la Provincia si farà promotrice dell’esportazione delle scelte più efficaci in altri enti pubblici, a partire dagli interventi di efficientamento energetico su immobili, garantendo sostegno ai Comuni con l’Aep, l’Agenzia energetica pisana. “La potenzialità delle soluzioni volte al risparmio – sintetizza Picchi – è calcolata in 161,5 KTep”.
 
 
Strategie: le rinnovabili. Passiamo all’altro pilastro del Piano, un più robusto uso della ‘leva’ delle fonti a basso impatto: fermo restando il contributo della geotermia (614 KTep), si tratta di intensificare l’apporto delle altre voci, dal complesso delle quali il potenziale atteso è 134,1 KTep (74,5 nella produzione elettrica e 59,6 in quella termica). Vediamo però come si conta di procedere, per realizzare tali obiettivi, nei vari segmenti del ‘rinnovabile’ con l’orizzonte temporale del 2020. Eolico. Realizzazione di 10 parchi eolici per un obiettivo minimo di 100 MW (Megawatt); di essi, ne sono già in funzione 23 MW. Mini-eolico. Installazione di impianti per un totale di almeno 15 MW complessivi. Solare fotovoltaico. Raggiungimento di una potenza installata di almeno 70 MW (al momento siamo a quota 20 MW), attraverso montaggio di pannelli sul 20% degli edifici residenziali, sul 50% delle strutture turistiche e sugli edifici ad uso pubblico della provincia. Solare termico. Raggiungimento di un contributo, dai soli impianti di collocazione residenziale, di circa 5,46 KTep, attraverso installazione di pannelli sul 20% degli edifici residenziali e sul 50% delle strutture turistiche della provincia. Biomassa e biogas. Raggiungimento di una potenza installata di 20 MW per la produzione di energia elettrica e calore da destinare ad attività con alto numero di ore di utilizzazione (oggi siamo a quota 4.5 MW); raggiungimento di un contributo di circa 36,4 KTep per impianti di riscaldamento.
Sostenibilità. “Importante sottolineare – conclude Picchi – che puntare a un regime di basso impatto ambientale sarà per noi non uno slogan, ma un aspetto fondamentale dell’agire.

Per chiarezza, ad esempio, le installazioni fotovoltaiche avverranno su spazi residuali, non già impiegati ad altri fini; e ugualmente per gli impianti a biomasse si opterà per aree agricole marginali, non utilizzate o degradate”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

               
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