È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte.
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”.
Domenico Finiguerra
Mia rinuncia a candidatura in Rivoluzione Civile.
Leggo della lotta feroce tra IDV e PRC, tra Di Pietro ed Agnoletto, per il posto in prima fila in Lombardia 1.
Osservo basito le candidature catapultate sui territori che scavalcano ovunque i rappresentanti locali a favore dei segretari di partito e loro fedelissimi, tutti ben protetti e blindati in un minino di 3 circorscrizioni sciascuno.Constato che nomi meritevoli sono stati messi da parte o relegati in posizione di riempilista al solo scopo di portare acqua al mulino delle élite da garantire.
E mi convinco sempre più di aver fatto la scelta giusta rifiutando, nella mattina del 14 gennaio la proposta che mi veniva avanzata da Ingroia, tramite il suo segretario. Proposta di candidatura al 4° o 5° posto nella circoscrizione Lombardia 1, dietro i rappresentanti dei partiti, oppure di capolista al Senato in Lombardia.
Alla richiesta di motivare il mio rifiuto, rispondevo che non condividevo il metodo utilizzato nella definizione delle liste, che la presenza di politici di vecchio corso aveva compromesso il progetto nato da Cambiare si Può e che non ero disponibile a mettere la mia faccia, il mio impegno ventennale sul territorio, nonché la credibilità di cui godo nei movimenti e nelle associazioni che ho contribuito a fondare (Stop al Consumo di Territorio, Forum Salviamo il Paesaggio) o in cui ho operato (Comuni Virtuosi, Rete Comuni Solidali) al servizio di politici e partiti che con le sole loro forze non sarebbero mai in grado di rientrare in Parlamento.
Diventa infatti ormai sempre più palese che i partiti si sono impossessati del movimento nato dal basso, nato dagli appelli della società civile, della rete, dei comitati e degli amministratori locali, e lo hanno sfruttato come un taxi per Montecitorio.
Prova ne è che quasi tutte le candidature espresse dai territori sono state disattese, mentre invece i soliti noti, rinchiusi in una stanza, si sono assegnati i posti sicuri nascondendosi dietro il porcellum.
Porcellum che conferisce la possibilità di candidarsi in più circoscrizioni ma certo non obbliga nessuno a tale malapratica.