Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Il peggior Pisa della stagione
Ed eccoci alla disfida di Barletta. Pane riconferma Gatto e quasi tutta la squadra di domenica scorsa, ma mette Scappini al posto di Perez (scelta che non mi convince granché, ma avrà avuto i suoi motivi). Un’altra scelta che non mi convince per niente è la maglia gialla del Pisa. Ma perché? Mah. Poi c’è un’altra cosa che mi convince poco, ed è la posizione della telecamera, molto bassa, per cui la visione è imperfetta (“non felicissima” dice Andrea Orsini). E per finire l’ultima cosa che non mi convince è il solito campaccio, con la palla che rotola sempre a balzelloni.
Comunque all’inizio il Barletta ci supera in agonismo e velocità (del resto sono quasi tutti giovani o giovanissimi) e su punizione (battuta dall’esperto e bravo Allegretti) per poco non segna. Noi siamo lenti e poco dinamici, come qualche volta in trasferta ci capita. Dopo il primo quarto d’ora finalmente diamo qualche timido (molto timido) segno di risveglio e ci facciamo vedere in avanti, però l’unico che combina qualcosa è il solito Gatto (al quale tra l’altro arrivano troppo spesso passaggi altissimi poco giocabili), mentre Scappini è –spiace dirlo- inesistente. Poi non succede quasi niente e il primo tempo, sicuramente non esaltante, per fortuna finisce.
Inizia il secondo tempo e Pane inventa un cambio un po’ strano, e cioè fuori Sbraga e dentro Rizzo. Son lì che penso che uno come Sbraga in difesa non lo toglierei mai, e subito il Barletta va in goal con una bella iniziativa di un suo attaccante, che salta appunto Buscè (ahi…) e mette dentro. Poi comincia un secondo tempo terrificante, tipo Latina, dove non combinammo una mazza. Mentre mi struggo, arriva mio figlio, emerito chitarrista della nota band "Betta Blues Society"; doveva venire a pranzo (c’era anche il castagnaccio), ma dice che non si è svegliato a tempo. Racconta che venerdì è stato all’Outlet di Barberino del Mugello, dove ha comprato scarpe, pantaloni, maglie e un felpone. Poi mi chiede: “O babbo, ma ti diverti a vedere una partita così?”. Certo che non mi diverto, anzi si soffre, ma cosa ci posso fare? Poi entra Perez, ma mi sa che è tardi. Nel frattempo non succede niente di niente, ma proprio niente. E’ triste ma è così. Purtroppo si gioca male, ma proprio male, mentre loro si difendono bene e con calma e alla fin fine vincono meritatamente.
E così, come altre volte, perdiamo avendo subito goal sull’unica azione degli avversari. E ora, per favore, non mi venite a parlare di playoff o di robe del genere, perché dopo una partita come questa non è il caso. In fondo abbiamo perso come i cavalieri francesi contro i nostri nel 1503 (tra l'altro tra i francesi c’era anche il cavaliere filopisano -per amore- François d’Azay d’Entraigues sur Sourgue, come ci racconta Sergio Costanzo nel suo ultimo romanzo “Il fiume si rise”). Comunque la chiuderei qui, che è meglio.