L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno. Istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, commemora le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata.
Un anno fa rimasi basita dal fatto che il comune di Cascina, sebbene avesse celebrato in maniera adeguata il giorno della Memoria per le vittime della shoah nazista, non avesse previsto neanche un'iniziativa per ricordare il massacro dei nostri connazionali istriani. Quest'anno la Presidente del Consiglio ha inviato un'e mail con il calendario delle iniziative promosse dal Comune di Pisa, ma mi duole constatare che a quanto pare anche quest'anno l'amministrazione cascinese e l'assessore Mellea non abbiano predisposto nessuna celebrazione istituzionale in ricordo di quella tragedia. Non solo, ma allo stupore si è sostituita la rabbia quando ho letto in una mail inviata dal consigliere Donati, uno che nel 2013 fieramente si definisce ancora "comunista", che lui di queste celebrazioni ne farebbe volentieri a meno.
Ricordiamo a Donati e agli altri componenti della giunta che preferiscono non celebrare il giorno del ricordo che non possiamo piangere per Anna Frank dimenticando Norma Cossetto (la ragazza di 23 anni violentata da 17 partigiani titini e uccisa) perché il ricordo e la memoria sono le facce di una stessa medaglia, lo stesso vortice di odio che declinato secondo ideologie diverse miete vittime dalla notte dei tempi.
Un passo in avanti per la riappacificazione storica dei popoli sarebbe quello di smettere di ricordare solo le vittime che ci fanno comodo in campagna elettorale. Perché i bambini giustiziati in Istria dai comunisti non erano diversi dai bambini trucidati nei lager nazisti, avevano gli stessi sogni e giocavano agli stessi giochi. Continuare a negare o sminuire la tragedia delle foibe è come ucciderli una seconda volta.
Susanna Ceccardi
Lega Nord