none_o


L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Di Gavia
none_a
di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
none_a
di Mollica's
none_a
Di Siciliainprogress
none_a
C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
none_o
IL MAGO DI OZ
di Madamadoré

24/2/2013 - 18:10

 

Tutto comincia con una catastrofe, un evento naturale, un ciclone che sconvolge un giorno come tanti e lo sconvolge talmente tanto che la casa di Doroty prende il volo e atterra senza traumi in un posto strano.
Bè nelle favole strano e normale sono concetti un po' particolari, sono giocati a favore della storia che si vuol raccontare.
Certo che anche nel nostro mondo, terreno, qui ed ora, normale e strano son categorie un po' difficili da mettere in ordine, e noi non sappiamo neppure quale storia stiamo raccontando.
Mi capita spesso di leggere le storie dei bambini, ora che non lo sono più, e di rimanere stupita per quello che ci trovo.
Questa è la storia del Mago di Oz. Ma soprattutto è la storia di Doroty e i suoi strani amici. A me sembra una storia moderna, una metafora che ben si adatta ai nostri tempi.
La trama intreccia forme di magia e di potere incarnate dalle streghe buone, quella del nord e del sud, e streghe cattive, quella dell'est e dell'ovest, e una forma di potere e di illusionismo incarnata dal Mago di Oz.
Un ometto piccolo che di mestiere faceva l'illusionista e per caso si trova catapultato in un mondo nuovo che lui trasforma e in parte crea artificiosamente e mantiene in vita con l'arte della persuasione e della manipolazione.
La citta di Smeraldo esiste ed esistono i suoi abitanti, ma il Mago di Oz per rafforzare il suo potere persuade tutti ad indossare occhiali con lenti verdi, questo falsa e altera la percezione di sé, dei colori e dei paesaggi. Il mago di Oz vive in un castello, non si fa vedere e appare solo sotto forma di illusioni, immagini create per nascondere la sua vera natura, per alimentare il suo potere e mantenere l'alone di mistero e di venerazione che si è creato.
L'unico che può aiutare Doroty a tornare a casa è il Mago di Oz. La storia racconta appunto il viaggio di questa bambina per arrivare al suo cospetto e infine a casa. Insieme a Doroty c'è un Uomo di Paglia, senza cervello, senza capacità di pensare autonomamente, un Leone che da re della foresta soffre la mancanza di coraggio e autorevolezza, un Uomo di Latta, una specie di robot, che è senza cuore, vuole recuperare la capacità di amare e infine un cagnolino, l'unico personaggio senza desideri, senza parola, ma con funzione rassicurante, simbolicamente rappresenta la casa, le radici a cui si vuol tornare, una specie di promemoria per non perdere la bussola.
Anche noi siamo alle prese con un viaggio, smarriti tra magie antiche e moderne, alle prese con la seduzione del potere,  nelle sue diverse forme. Anche noi viviamo la nostra avventura alla ricerca di
qualcuno o di qualcosa che ci faccia battere il cuore, appassionare e risvegliare o mantenere viva la nostra capacità di amare e di essere amati. Anche noi cerchiamo di avere il coraggio delle nostre scelte, il coraggio per lottare per i nostri diritti, o per affrontare le sfide che ci si parano davanti.
Anche noi dobbiamo costruire, alimentare e rinforzare antidoti per resistere alle illusioni del nostro tempo, per resistere al fascino e alla seduzione del potere, per resistere alle false immagini che ci vengono vendute per pochi soldi.
Nella storia il Mago di Oz non è un cattivo, come le streghe dell'est e dell'ovest, lui non tiene prigionieri gli abitanti della città di Smeraldo, non li costringe a mettersi gli occhiali con le lenti verdi. Non usa la forza o la malvagità. Usa la forza della persuasione e della manipolazione. Questa caratteristica mi ha colpito molto, l'ho trovata molto moderna, l'ho trovata azzeccata se penso alla pubblicità, alla televisione...ai sistemi sofisticati di comunicazione, ma devo dire che mi fa venire in mente anche altro, molto altro.
Un aspetto che mi colpisce è che in molti casi chi esercita un potere di questo tipo ha bisogno di chi faccia in modo che questo potere venga esercitato.
E se questo è vero nella storia di Oz, ovviamente, allora il cammino avventuroso dei personaggi non è altro che la metafora della ricerca interiore che è necessario fare, per essere consapevoli di avere cuore, coraggio e cervello.
Quanto più ognuno di noi sarà consapevole e padrone del potere e della magia del proprio io interiore, fatto di capacità di amare ed emozionarsi, di coraggio che serve anche ad ammettere di avere paura, e di capacità di pensare, ragionare e riflettere tanto meno potrà essere catturato da un illusionista, millantatore e manipolatore.
 
Son tempi strani sotto molti punti di vista, la normalità ci sfugge tra le mani e forse non ce l'abbiamo mai avuta. Parlo da un punto di vista del tempo...stamani è meraviglioso veder scendere i fiocchi di neve, un evento straordinario e non normale, per noi.
 
Buon voto a tutti...fatto con coraggio, cuore e pensiero ...
 
 
 

+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

1/3/2013 - 22:05

AUTORE:
Lara

Almeno nel racconto la volpe cambiava ogni volta paese, in Italia non le è stato necessario. Pur continuando il suo teatrino di farse e travestimenti ha ancora fagogitato milioni di galli e galline senza neanche doversi fingere morta, al massimo ad alcuni potrà esser sembrata una mummia! Non sempre le favole hanno un lieto fine, purtroppo.

26/2/2013 - 18:09

AUTORE:
Mina

Una volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhi chiusi, la coda non si muoveva. – È morta, è morta – gridarono le galline. – Facciamole il funerale.
Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in fondo al prato. Fu un bellissimo funerale e i pulcini portarono i fiori. Quando arrivarono vicino alla buca la volpe saltò fuori dalla cassa e mangiò tutte le galline.
...
... La notizia volò di pollaio in pollaio. Ne parlò perfino la radio, ma la volpe non se ne preoccupò. Lasciò passare un po’ di tempo, cambiò paese, si sdraio in mezzo al sentiero e chiuse gli occhi.

Vennero le galline di quel paese e subito gridarono anche loro:
- È morta, è morta! Facciamole il funerale.
Suonarono le campane, si vestirono di nero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco.
Fu un bellissimo funerale e i pulcini cantavano che si sentiva anche in Francia.

Quando furono vicini alla buca, la volpe saltò fuori dalla cassa e si mangiò tutto il corteo.
La notizia volò di pollaio in pollaio e fece versare molte lacrime. Ne parlò anche la televisione, ma la volpe non si prese paura per nulla. Essa sapeva che le galline hanno poca memoria e campò tutta la vita facendo la morta.

E chi farà come quelle galline vuol dire che non ha capito la storia.
Gianni Rodari – Il Libro degli Errori, 1964