Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava.
Risultati elezioni 2013, il Pd perde 4 milioni di voti, il Pdl quasi 6 milioni. Tre milioni di elettori di Berlusconi passano a Grillo
In attesa di capire chi ha realmente e politicamente vinto queste elezioni, dall’analisi dei voti espressi e non delle semplici percentuali possiamo capire chi queste elezioni le ha perse. Il Partito Democratico ha portato a casa 8.644.000 voti, ben al di sotto dei 12 milioni circa del 2008 e i “soliti” 12 milioni del 2006 presi dall’Ulivo.
Se poi si tornasse indietro fino al 2001 (si votava col “Mattarellum”, cioè con i collegi uninominali), il risultato non cambierebbe di molto: 11.550.000 voti per la somma Ds+Margherita. Insomma lo zoccolo duro del Pd era sempre di una dozzina di milioni di voti. Era, appunto. Perché il 30% di quei voti ha lasciato Bersani per approdare altrove e principalmente su sponda genovese.
Gli 8.688.000 voti di Grillo, oltre a farne il primo partito, sono il risultato soprattutto di voti in fuga dal centro sinistra e, in misura minore, dalla sinistra e dal centrodestra.
Del centrosinistra abbiamo già detto, quanto alla sinistra, nel 2006 l’area massimalista poteva contare su circa 4 milioni di voti (sommando Di Pietro, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani).
Nel 2008 quest’area era diventata di 2.7 milioni, con un travaso di voti verso la Lega che infatti raggiunse il suo massimo storico con 3 milioni di voti.
Nel 2013 la sinistra (rappresentata trasversalmente da Vendola e Ingroia) non arriva a 1.9 milioni di voti, e la Lega subisce un’emorragia di 1.6 milioni di voti, soprattutto a beneficio di Grillo.
Il Pdl sembra pagare meno pegno a Grillo, almeno in termini percentuali, anche se una quota consistente del M5S è sicuramente rappresentata da ex elettori berlusconiani. Difatti, degli oltre 13 milioni di voti del 2008 (grossomodo gli stessi di FI+AN del 2006) oggi ne restano 7.3 milioni, il resto sono andati in alleati (FDI) e concorrenti affini culturalmente (Giannino, Fli) per circa 1 milione e mezzo; 1.5 milioni circa di elettori sono passati con Monti, visto che i suoi 3.6 milioni sono ben superiori ai 2 milioni dell’Udc 2008; circa 1 milione in astensione e il resto, circa 2 milioni è probabile siano andati a Grillo. In totale, dunque, la coalizione Pdl+Lega ha “donato” a Grillo circa 3 milioni di voti. Insomma, prendendo ecumenicamente un po’ da tutti, Grillo è arrivato ad essere, da solo, una “Grosse Koalition”.