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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ma è vero giuro è vero
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Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Cronache di un prof. tifoso
Catanzaro-Pisa 1-0
di Arbauz

10/3/2013 - 16:52

Quell'albero dello stadio di Catanzaro
 
Nonostante tutto siamo sempre qui su Canale 50 a vedere il Pisa, oggi contro il Catanzaro. In quello stadio ci sono stato una volta, mi pare nel 1972, a vedere Catanzaro-Cesena (per motivazioni socio-affettive). Vinse il Catanzaro 3 a 0, e mi pare di ricordare che in mezzo a una curva ci fosse un albero (ma forse sto sognando). C’è sole, ma c’è anche vento, spettatori (in casa mia) due: io e l’ingegner Fusarpoli. Nel Catanzaro gioca perfino Ronaldo (e non è neanche male). Nel Pisa niente Tulli, e formazione un po’ inesperta, senza i grandi vecchi, ma con Perez e Scappini, che sarebbero due centravanti veri (insomma…). E quando entrerà (ma entrerà?) Gatto?


Si parte, e dopo i primi minuti di equilibrio, mi (ci) pare che il Catanzaro si faccia minaccioso. Notiamo nel frattempo il drappello degli irriducibili tifosi pisani nella curva vuota. L’ingegner Fusarpoli predice che oggi segnerà Perez (sarebbe anche l’ora). Scocca il 22° e non abbiamo ancora preso un goal, è già qualcosa. Al 26° calcio d’angolo per noi: mi viene il presentimento che si segnerà. Vediamo. No, non si segna. Però al 27° non abbiamo ancora preso goal. Loro a centrocampo sembrano più tecnici e forti (Fusarpoli dixit). Però al 33° non abbiamo ancora preso goal. Russotto ci fa vedere i sorci verdi (sempre Fusarpoli dixit). Il loro centravanti (Fioretti, uno forte) ha un’occasione, ma Sepe fa un paratone niente male. Loro premono abbastanza, purtroppo. Su un calcio d’angolo per il Catanzaro mi accorgo che l’albero in curva c’è ancora! Poi Russotto semina il panico e si mangia un’enorme occasione; sì, ma si balla paurosamente. Sono sincero: mi domando come faremo a non perdere, però l’ingegner Fusarpoli mi dice che “basta non prendere goal”. Beh, l’arbitro fischia la fine del tempo e quindi non abbiamo ancora preso goal.


Nell’intervallo c’è un’interessantissima disamina della partita da parte di un giornalista locale (che ha un montgomery), che dice cose in fondo condivisibili, ma parla un po’ troppo per i miei gusti. Poi linea alla regia e pubblicità (si susseguono infatti gli spot di una banca popolare, di una ditta di trasporti e di una società immobiliare).


Si riprende, ma il vento non è calato. Al 2° minuto Scappini recupera un pallone, evento di per sé non comune. Altro evento notevole è un suo bel passaggio per Fondi, che da buona posizione tira maluccio. Peccato. Poi risponde il Catanzaro con Fioretti. Nel frattempo ammettiamo che firmeremmo per un pareggio. Per un po’ non succede nulla di speciale. Poi c’è una punizione dal limite pericolosa per loro: faccio appena a tempo a dire che Sepe è troppo spostato a destra, che Russotto lo infila dalla parte opposta. E così abbiamo preso goal. Ora aspettiamo l’ingresso di Gatto, ma né io né l’ingegner Fusarpoli ci crediamo più, anche se mancherebbero ancora più di 20 minuti. Va detto che nel finale almeno il Pisa ci prova: c’è un tiro pericoloso di Pedrelli ma il loro portiere ci arriva. Anche Gatto ne fa qualcuna delle sue, ma senza segnare. Insomma il Pisa ci crede fino in fondo e almeno il finale è più che dignitoso, ma è troppo tardi. E quindi perdiamo anche qui, e ora siamo messi male. Non voglio neanche andare a controllare a quanti punti siamo dalla zona playout (e mi sa che son pochi). Ci si sente.

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2/6/2013 - 6:02

AUTORE:
Boyd Spadaro

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10/3/2013 - 18:47

AUTORE:
Cervetto

O Arbauz,
dal tuo tacitiano e distaccato commento trapela un aplomb che sa di rompiamo le righe, di valigie sul letto, di tutti a casa e così via. E come darti torto, o Arbauz. Anche Cervetto vide il match e ne riportò un'immagine tinta di colori estenuati e disfatti. Insomma, il Pisa dà l'irresistibile impressione di una squadra messa lì per caso, non si sa se per limiti di scarsella del Patron, o per limiti caratteriali del pur valido coach o per inadeguatezza pedatoria dei giovanotti in casacca neroazzurra. Questo Pisa, o Arbauz, ha il gusto dello sformato di cardoni innaffiato da una buona tisana di tiglio servita in caraffa da Tabacci. Cervetto vorrebbe, fortemente vorrebbe, conoscere quei forti che si sono recati a Catanzaro a incitare la squadra e chieder loro: "Perché?" E bada, o Arbauz, che per muovere Cervetto allo sbadiglio quando si tratta del Glorioso Vessillo ce ne vuole. Stiamo a vedere, o Arbauz. E ancora una volta chiediamoci: Pane gusterà la colomba?
PS1: Lo stadio ex "Militare" di Catanzaro. Cervetto lo ha sempre visto in TV fin da quando ci giocavano Pranzo e Suppa. Bella e Preromantica l'idea dell'albero, o Arbauz.
PS2: Pisa-Catanzaro anni sessanta in Serie B. Fine partita. Un supporter catanzarese con un faccione rotondissimo, si trattiene un po' troppo sui gradini della Curva Nord. Si agita molto, suffolando in una cennamella e sventola un vessillo giallorosso. Dal basso il venditore di lupini, con la sua cassettina a tracolla, lo apostrofa pisanamente così: "Ma ti 'eti brodo! ora vengo su e ti sgonfio le gote!".
Questo vide e udì il giovane tifoso neroazzurro in una soleggiata domenica del 1966 (o '67).
Ave, o Arbauz.