none_o

Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

CooperativaTdP-Circolo ARCI
none_a
Pas - Marina di Vecchiano
none_a
Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
none_a
Quando si recrimina a Prodi e Ciampi di aver accettato .....
. . . v'ha fregato anda e rianda con il no all'Europa .....
Dinno a Livorno : Con leuri e cianno assistemato
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Raccontino di Giancarlo Montin
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Ricorrenza

24/3/2013 - 12:07

Il venticinque di marzo del duemiladodici scompariva Antonio Tabucchi. Era un grande scrittore e, a distanza di un anno, viene ricordato da tanti in molte parti del vasto mondo.


È stato ricordato a Radio 3, domani è in programma a Firenze il documentario di Rai Educational Antonio Tabucchi: La vita non basta. Un autoritratto involontario e sempre lunedì a Rai Storia va in onda Autoritratto, lo speciale a cura di Paolo Di Paolo e Alessandra Urbani. Sono usciti tanti articoli sui principali quotidiani. Sono anche stati pubblicati molti libri. Ho tra le mani Mi riconosci di Andrea Bajani, una specie di romanzo bellissimo. È appena uscito anche Di tutto resta un poco, libro postumo di Antonio Tabucchi a cura di Anna Dolfi. Questo titolo mi piace tantissimo. E il primo saggio è dedicato all’Elogio della letteratura come la chiacchierata che Tabucchi fece al Teatro del popolo di Migliarino quasi due anni fa.
 
La Toscana lo ricorda in questi giorni a Firenze. Vecchiano, il suo paese, lo ricorda al Cineteatro Olimpia questa domenica con un pomeriggio plurale e meticcio. Si parte alle ore 16:00 con la mostra “Campane del mio villaggio - Un calendario: 12 prose in prosa di Antonio Tabucchi e 12 acquarelli in acquarello di Davide Benati”. Uno strano calendario dove i giorni sono portati via dal vento e rimangono i ricordi. Sarà presente Davide Benati. Alle 17:00 amici, compaesani, studenti e lettori appassionati che hanno saudade di Antonio leggeranno a più voci “Sogni di sogni”, sogni di scrittori sognati ad occhi aperti da Tabucchi.
 
Il calendario mi rimanda al 2011 quando Tabucchi saliva le scale del Teatro del popolo di Migliarino in una bella serata di maggio in cui fece un elogio alla letteratura molto ricco, molto vitale, molto naturale, con la viva voce di Tabucchi che andava a braccio e faceva molte varianti rispetto alla traccia.

 

Stavo ripassando i miei appunti, lo guardai, si avvicinò, mi strinse la mano e disse: “Mi presenti tu stasera?”. Ero intimorito, rimasi in silenzio, Tabucchi sorrise. La sala era affollata e mi sembrava quasi un atto di arroganza presentare Antonio Tabucchi nei suoi posti e ai suoi tanti amici. In seconda fila c’erano un paio di ragazze, avranno avuto diciassette o diciotto anni. Le guardai, mi feci coraggio, buttai via i miei appunti e feci conto di parlare a loro. Mi venne fuori un discorso breve, semplice e pieno di aggettivi che finivano in issimo: "Questo suo libro mi è piaciuto tantissimo… questo titolo è bellissimo". Non sapevo come finire e mi affidai all’unica cosa che lessi: una citazione dal calendario, perché a Vecchiano è conosciuto, è un’opera esposta in Comune. Lessi Gennaio:
 
“Gennaio. Eccolo arrivato il gennaio. Con i suoi piedi piatti lascia una striscia sui campi. Una striscia argentata come un suono di campane, campane del mio villaggio! Sarete forse un’idea chic? Ma il mio villaggio, che vive solo nella mia testa, è un sogno che dorme. E io veglio alla fine della sera...”.
 
Tabucchi mi sembrò contento per questa lettura e, in vecchianese quasi all’inizio della chiacchierata, disse cosa avrebbe fatto alla fine:
 
“…e poi vado a sentire le campane del mio villaggio perché don Renatino le sona tutte le sere”.
 
Il calendario ha una dedica bellissima a Margherita e a Zé, Maria José de Lancastre che sarà a presente al Cineteatro Olimpia così come ha fatto nelle tante cerimonie in ricordo di Antonio Tabucchi. E poi ha una dedica speciale firmata dai due autori al Comune di Vecchiano:
 
“Questo è il nostro calendario che non serve per organizzare il tempo, ma per ricordarlo. Questo è il nostro augurio per gli anni che verranno e questo è il nostro omaggio che desideriamo rimanga qui a Vecchiano”.
 
Accanto a questa breve prosa del Gennaio si vede l’immagine di Davide Benati. Guardandola mi viene voglia di camminare scalzo su quella striscia verde con i miei piedi incavati. Scalzo come eri tu quella sera a Migliarino, eri senza i calzini, ma forse ti sarebbe piaciuto andare scalzo “per insofferenza alle scarpe” come l'Ivana detta Rosa Luxemburg del tuo libro Il piccolo Naviglio (1978). Come mai ancora non lo so, perché questo non ebbi il coraggio di dirtelo né di chiedertelo. L’ho chiesto dopo al tuo amico di sempre. Forse ti piaceva tenere i piedi ben piantati per terra. Bello per uno scrittore che sogna ad occhi aperti.
 
“Marzo. Chi ha la buona gamba vada scalzo e chi ha le scarpe se le metta, diceva la zia Emma. Lei non aveva le gambe buone, e l’eredità è rimasta…”.
 
Ciao Antonio Tabucchi, grazie.

Fonte: Foto di Laura Della Croce, Tabucchi a Migliarino nel maggio 2011
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

25/3/2013 - 22:13

AUTORE:
antonietta

Ovidio caro,
avevo programmato di venire. Avrei tenuto molto ad essere presente all'evento. Tutto quello che mi rimanda alla "voce" di Antonio Tabucchi, mi tiene in allenamento di pensiero per ore e giorni. Ho avuto una recidiva dell'influenza. Raffreddore e mal di gola con linee di febbre e son rimasta a casa per questa ragione. Antonio, in quell'occasione, disse anche che "la voce viene prima della scrittura. La scrittura ha una funzione vicaria rispetto alla voce per quanto riguarda la narrazione del mondo."
La voce di Antonio assomiglia alla sua scrittura. Pacata , quieta ma guizzante e capace di fare assaporare idee e pensieri elevatissimi, con modestia e pudore. L'accento vecchianese poi, ce lo rende fratello.
Un abbraccio-girasole.

24/3/2013 - 18:49

AUTORE:
antonietta

Ho sentito parlare per la prima volta di Antonio Tabucchi da una delle sue zie, Anna , l'ostetrica, donna elegante, garbata che mi raccontava, mentre la mia mamma le acconciava i capelli, di quanto fosse bravo quel suo nipote , tanto studioso, che era andato via da Vecchiano e si era trasferito in Portogallo. Mi fece sapere anche della pubblicazione in Italia di "Piazza d'Italia" e del "Piccolo naviglio". Mamma Franca lo ha conosciuto quando, ancora studente , accompagnava la sua mamma a "farsi i capelli "da lei.
Me ne parlava con l'enfasi e l'entusiasmo, che la gente 'semplice'usa per raccontare aneddoti , riguardanti le celebrità, di cui è stata testimone. Lo ricordo in diverse occasioni ma una in particolare mi colpì. Era stato invitato , per una conferenza sulla musica e sul canto , presso il teatro di Pontedera. Non ricordo la data , ricordo quello che disse a proposito dell'"Orfeo e Euridice" di Gluck. A differenza del mito , il librettista dell'opera di Gluck,sovverte la fine del mito. Orfeo è un cantore, che narra, allieta gli astanti attraverso il suo canto . Ed è proprio il potere del canto che opera il miracolo. Orfeo non è punito per aver trasgredito la regola di non voltarsi per guardare Euridice, altrimenti la avrebbe perduta per sempre. Anzi! Grazie al canto ottiene la salvezza della sua amata. Antonio raccontò di questa opera, che io amo e che consiglio di ascoltare, con la grazia commossa del cantore che usa le parole anzichè le note musicali, per produrre altrettanta arte salvifica e miracolosa. Antonio è il nostro Orfeo, il cantore- narrante.Il canto di Antonio accompagna la danza delle nostre idee , riportate alla vita. Bacio! Antonietta