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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
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Succede quando alla .....
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
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La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
All’Agrifiera di Pontasserchio
Incontro sul Parco tra spunti di riflessione e politiche per il futuro

24/4/2013 - 15:32

All’Agrifiera di Pontasserchio incontro sul Parco tra spunti di riflessione e politiche per il futuro

 Si è svolto lunedì 22 aprile, nel contesto dell’Agrifiera di Pontasserchio, un dibattito che ha visto protagonisti Fabrizio Manfredi, Presidente dell’Ente Parco, e Andrea Gennai, alla sua prima apparizione pubblica nel suo nuovo ruolo di Direttore dell’organismo di gestione dell’area protetta di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli.


 
Ad aprire il dibattito alla presenza di un pubblico variegato, composto da amministratori locali, associazioni, guide ambientali e semplici cittadini, al quale si sono via via aggiunti i visitatori della fiera, sono stati l’assessore ai lavori pubblici del Comune di San Giuliano Terme, Marco Balatresi, che voluto porgere i saluti dell’amministrazione comunale, e lo stesso Presidente Manfredi, che ha preso la parola per primo per illustrare le “missioni” cruciali per la seconda fase della vita del Parco: «Dopo che, anche grazie alla lungimiranza delle classi dirigenti che mi hanno preceduto è stata istituita l’area protetta, permettendo ad essa di esercitare pienamente le sue funzioni, di acquisire prestigio e credibilità e di avviare politiche virtuose, si tratta però ora di far sì che il Parco riesca ad esprimere appieno le potenzialità di cui è portatore – ha ricordato anche in questa occasione Manfredi.

– L’opera che abbiamo avviato circa un anno fa, ereditando il lavoro sino ad allora svolto, ha inteso ridefinire i profili del Parco e le sue finalità, riposizionandoli su terreni più avanzati e più sensibili alle istanze di tempi attuali, mentre parallelamente abbiamo dovuto lavorare per tutelare il prestigio, la credibilità e la sopravvivenza della stessa area protetta rispetto ai rischi che nei mesi scorsi l’Ente ha corso, soprattutto per quanto riguarda la gestione diretta della Tenuta: una battaglia vinta, che ha però assorbito per alcune settimane molte delle energie nostre, del mondo dell’associazionismo e delle istituzioni locali.
Nell’ambito dei “pilastri” sui quali si regge mia gestione trova ampio spazio il tema, certamente attinente a quelli dell’Agrifiera dove siamo oggi ospiti, delle produzioni agro-zootecniche: sono circa 200, infatti, le aziende che agiscono all’interno del Parco.

 L’Ente intende da un lato proporsi a sostegno delle produzioni biologiche o comunque attente agli equilibri ambientali nel cui contesto si esercita l’attività agro-zootecnica, e soprattutto incentrate sui prodotti tipici, e dall’altro attivare politiche atte a sostenere tali produzioni e far sì che esse possano essere facilmente riconoscibili e adeguatamente promosse: per il raggiungimento di tale specifico obiettivo l’Ente Parco può avere un certo peso contribuendo a individuare canali per la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti tipici riconoscibili: un aspetto fondamentale per la qualità della vita di quei territori, anche per quanto concerne la “trasformazione” in termini gastronomici e artigianali dei prodotti.
Indispensabile per il rilancio dei nuovi obiettivi dell’organismo di gestione dell’area protetta era indubbiamente la sistemazione della governance complessiva dell’Ente Parco, che proprio recentemente è culminata nella nomina del nuovo Direttore dell’Ente Parco, Andrea Gennai, un professionista delle aree protette di grandi qualità e competenze, che ritengo negli anni a venire saprà dimostrare di essere un ottimo dirigente».
Proprio Gennai è intervenuto dopo il Presidente Manfredi: «In questi miei primi giorni alla direzione del Parco, più che prendere la parola ad un dibattito, sarebbe forse il momento di ascoltare, di vedere e di capire, anche se sto facendo tutto ciò già da alcune settimane, da quando ho iniziato a ragionare nuovamente, con occhi diversi, su questa realtà: ho infatti vissuto a Pisa fino ad una quindicina di anni e fa e sono legato grazie a mille esperienze ai territori del Parco – è stato il primo commento del neodirettore. – Poiché tuttavia nel corso del mio percorso professionale mi sono arricchito con molte esperienze, soprattutto presso i Parchi nazionali d’Abruzzo e delle Foreste Casentinesi, e in rete con i colleghi dell’estero, posso dire che certi aspetti del “nostro” Parco dovrebbero oggi essere presi in considerazione sotto una prospettiva che tenda ad attribuire loro maggiore valore: come è noto, quando si vive all’interno di un territorio, si tende anche a considerare normali anche i suoi aspetti più straordinari.

Ma il Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, visto da fuori, è un’autentica perla, ed il fatto di esserne stato nominato Direttore mi ha onorato moltissimo.
Con la Presidenza dell’Ente Parco – ha proseguito Gennai – ho un patto di sintonia ee il mio lavoro consisterà nel trasformare in risultati gli indirizzi che il Presidente e il Consiglio direttivo mi daranno.

 Lo farò insieme alla struttura amministrativa di cui l’Ente Parco dispone, assai potente, anche se certamente inferiore rispetto agli obiettivi che la Regione si era data una decina d’anni fa; io provengo però da un Parco nazionale che disponeva di appena 15 dipendenti, ed ho imparato nel corso degli anni che l’importante è riuscire a produrre risultati tutti insieme: sono sicuro che dopo un inevitabile periodo di rodaggio riusciremo a costruire una macchina che darà i risultati attesi, anche perché negli occhi di molti dipendenti sono riuscito a scorgere quella stessa passione che, sin da quanto avevo 21 anni, mi ha animato e continua a spingermi tuttora nel mio lavoro al servizio delle aree protette.
Durante l’incarico, vorrei anche dare il mio apporto agli organi dell’Ente Parco con alcuni spunti utili, nel pieno rispetto degli indirizzi che riceverò e per il raggiungimento degli stessi obiettivi: un parco, oggi, deve d’altronde essere in grado di “creare” innovazione, sperimentando e mettendosi alla prova, per tentare di individuare modelli e soluzioni da esportare nel resto del territorio.

 Altro obiettivo legato a questo particolare momento storico – ho accettato l’incarico nel peggiore dei momenti, di crisi economico-sociale generale e dello specifico settore delle aree protette, in cui riscontro un maledetto qualunquismo contro tutto e contro tutti – è quello di dare lustro all’istituzione dell’Ente Parco: non posso accettare che qualcuno mi tenga in cattiva considerazione solo perché sono un dipendente pubblico, né voglio in alcun modo che qualcuno possa pensare che i dipendenti pubblici perdano tempo. Conosco bene le eccellenze che possono nascondersi nella pubblica amministrazione: la sfida consiste nel riuscire a farle emergere e a far percepire tutto ciò dalla popolazione.
Voglio infine propormi per ricucire i rapporti con tutte le amministrazioni dal cui confronto l’Ente Parco può trarre beneficio, nell’obiettivo di “fare rete” e di “lavorare in rete”.

 La conservazione in Italia e più in generale sul nostro pianeta, può funzionare solo se si fa sistema: solo se proteggiamo un uccello migratore qui, esso riuscirà ad arrivare in Africa. Il sistema della biodiversità, delle aree protette e dell’ambiente è fortemente interconnesso e i problemi devono spesso essere risolti in modo coordinato.»

 
Al termine dei loro interventi, il Presidente del Direttore dell’Ente Parco hanno interagito con il pubblico presente all’incontro e con gli utenti della pagina Facebook del Parco (https://www.facebook.com/parcosanrossore)  che avevano avuto la possibilità nei giorni scorsi di porre domande e di ricevere risposte su temi di loro interesse: tra i più gettonati, quello sul futuro del progetto dell’Ippoasi, che il Consiglio direttivo, nello scorso mese di dicembre, aveva già dimostrato di avere a cuore, aiutando la Fattoria della pace a trovare una nuova collocazione, seppure temporanea.

 

 L’Ente Parco aveva infatti concesso l'uso di una porzione del territorio di proprietà della Regione Toscana, a San Piero a Grado nella regione dei Tre Pini, vicino ad un altro punto di interesse nel quale l'Ente era intervenuto di recente con la predisposizione di un sentiero di elevato pregio ambientale. L’idea per il futuro, come ricordato dal Presidente Manfredi, è cercare di dare più stabilità al progetto, ovviamente con il benestare della Regione Toscana, che rimane proprietaria del terreno, rilanciando il progetto e rivitalizzandone il contesto, nonché eventualmente recuperando, se sarà possibile reperire le risorse necessarie, anche l'immobile presente.

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