L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Documento Assemblea di iscritti e simpatizzanti del 7.5.2013
Circolo del Partito Democratico di Nodica
Come iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico di Nodica ci siamo riuniti in assemblea martedì 7 maggio 2013, per discutere in merito al Governo e alla situazione politica nazionale, iniziando un’analisi precongressuale sul Partito Democratico stesso.
Il senso di smarrimento e la denuncia su come sono state gestite alcune recenti vicende parlamentari, e in particolare le mancate elezioni a Presidente della repubblica di Marini prima e Prodi poi, hanno mostrato una dirigenza del Partito debole, inadeguata e litigiosa, che a nostra impressione ha volontariamente delegittimato un Segretario forte della vittoria in due primarie.
L’ipocrisia dei nostri rappresentanti, nascosta nelle due votazioni segrete in Parlamento, ha sconfessato le votazioni (palesi) fatte in assemblea solo qualche ora prima: il non rispetto del voto della maggioranza in assemblea è un fatto gravissimo all’interno del nostro Partito.
Tutto questo è stato seguito di una campagna elettorale che lasciava scettici anche i più convinti, troppo autoreferenziale e rivolta soltanto ai già convinti di votare per il centrosinistra. È necessario tornare a correre per vincere le elezioni, come ci è stato nuovamente confermato a febbraio: non è sufficiente basarci sui punti acquisiti, soprattutto a fronte di grandi percentuali di indecisi.
Tornando ancora più indietro, col Governo Monti si è visto rigore, mentre è mancata la tanto promessa equità, e il Pd ha pagato il supporto incondizionato, che altri hanno invece tolto quando è loro parso opportuno, così da smarcarsi dall’operato dell’esecutivo. Le manovre inique che si sono viste durante il Governo Monti, studiate troppo dalla cattedra e poco basate sulla pratica, lontane dalle difficoltà ed esigenze dei cittadini, sono state pagate dal nostro Partito il cui elettorato si è sentito abbandonato e, deluso, si è rivolto a chi fa di critica, demagogia e populismo (proponendo soluzioni irragionevoli o contraddittorie tra loro) l’unico motore della propria politica.
1. Sul Governo e sui rappresentanti in Parlamento
Gli inviti e le richieste che sentiamo di rivolgere al Governo sono fortemente pragmatici: conoscendo gli alleati di Governo, è necessario concentrarsi su obiettivi puntuali ma fondamentali come risolvere l’emergenza lavoro, ridurre la forbice tra i pochi benestanti e coloro che sono in difficoltà, riscrivere una nuova legge elettorale, prendere posizione sulle spese inutili, rilanciare la scuola e la ricerca, ma anche rimodulare l’IMU secondo criteri più equi.
Riteniamo che i successivi obiettivi dovranno essere posti previo il successo dei più importanti.
Questo è un Governo di emergenza, per cui il Pd non ha lavorato in campagna elettorale. Che nessuno di noi auspicava. Ma per creare un Governo e superare l’empasse del paese, come abbiamo visto, non c’erano altre soluzioni.
Crediamo che i nostri ministri di questo Governo siano persone estremamente capaci e valide. Per questo lo valuteremo in base agli obiettivi raggiunti e all’attenzione dimostrata, in particolare riguardo all’equità e all’attenzione sociale, che solo i nostri rappresentanti possono avere; non lo valuteremo certo per la durata temporale che esso potrà avere.
È fondamentale, poi, che questo Governo, ma anche i nostri rappresentanti in Parlamento e nelle Regioni, capiscano che non sono più accettabili i privilegi dei politici: è necessaria maggiore sobrietà e non soltanto a parole, da attuare attraverso il taglio agli stipendi e ai rimborsi spesa, oltre a rivedere profondamente il sistema di finanziamento dei partiti, senza temere di rimuoverlo. Non è più sopportabile la differenza che si ha tra i rappresentanti e il resto della popolazione che, soprattutto in questo momento storico, è in grave difficoltà.
2. Sul Partito
Della crisi della politica si parla da qualche tempo, ma a nostra opinione la sua origine è ben lontana. A guardare, dagli anni ’70, nel momento di miglior benessere per la popolazione, l’attenzione verso la crescita individuale ha sostituito l’idea di crescita della collettività, mettendo in crisi le ideologie e le anime dei partiti. Gran parte della popolazione ha scelto di accettare i compromessi per ottenere anche piccole parti della torta da spartire. Ma quando la crescita è finita e si è arrivati alla crisi, con le ideologie logore, sono state le promesse che consentivano di continuare a vivacchiare senza effettivo rinnovamento ad essere maggiormente premiate.
Per questo riteniamo che il Partito Democratico debba tornare alla propria anima, debba tornare a vivere con la propria gente, che compone la sua famiglia, in modo che la propria gente torni a riconoscere le promesse dietro cui si nascondono soltanto slogan propagandistici.
Riteniamo che il Partito abbia bisogno di tempo per riprendere fiato, per ricostruire un partito all’altezza del Paese. Il congresso arriva al momento giusto, perché il Partito deve capire cosa vuole essere e uscirne forte, con un segretario nel pieno del suo potere, con una visione politica da realizzare e ricco di contenuti che possano essere modello per tutto il paese. Un modello già presente nelle regioni e nelle città dove ben governiamo; per questo dobbiamo essere, per i cittadini, la garanzia del buon governo anche a livello nazionale.
I rappresentanti del nostro Partito devono tornare a confermarsi diversi dagli altri politici. Dobbiamo essere i primi a riconoscere dove alcuni eletti hanno approfittato del loro potere, e intervenire nei modi opportuni. Chi si approfitta del potere che ha a disposizione per il volere degli elettori non deve essere del Partito Democratico, e se lo fosse deve risponderne: se viene delegittimato non deve più essere proposto dal Partito. Gli scandali, che per molti sono state sorprese ma, immaginiamo, gran parte della dirigenza sapeva che sarebbero scoppiati, devono essere affrontati e risolti prima delle esplosioni mediatiche, che si confermano sempre a orologeria nelle campagne elettorali.
Vogliamo un Partito i cui dirigenti si misurano con il loro operato. Il Partito, per noi di Nodica, non è il fine, ma il mezzo per un buon Governo, così come il potere deve essere uno strumento per cambiare e migliorare le cose, non per accrescere alcuni interessi.
Nonostante gli errori che abbiamo visto e denunciato, rimaniamo convintamente a bordo della stessa barca, convinti che dobbiamo lavorare perché il Pd migliori. La nostra dirigenza e i nostri rappresentanti devono lavorare con passione: devono correre a parlare con la gente, devono essere referenti di un territorio a cui devono rendere conto. Come i sindaci con i loro cittadini, i parlamentari del Partito Democratico dovrebbero essere sempre pronti a rispondere alle interpellanze provenienti dai territori e non mancare mai di portare l’esito del proprio operato. Un progetto che il Pd si dovrebbe porre è quello di essere maggiormente federale, in cui il rappresentante diventa maggiormente legato al territorio che rappresenta. Chiediamo di tornare a parlare con le segreterie regionali e nazionali: ormai sul territorio sfuggono le questioni nazionali e ci si concentra su questioni locali, mentre a livello nazionale molti non si pongono neppure il problema di ascoltare quello che viene detto alla base.
A maggior ragione, chiediamo risposte alle nostre richieste, ai nostri documenti, alle nostre proposte. E come le nostre, quelle di qualsiasi circolo. Chiaramente potremmo anche sbagliare le nostre valutazioni, ma vorremmo sempre delle risposte.
Perché il Partito è una comunità che si accalora e che discute, non un contenitore di persone che si mobilita solo durante le campagne elettorali. Per questo torniamo ad auspicare il più accalorato dei congressi. Per uscirne con un Segretario forte e legittimato, che sappia parlare a proposito e urlare quando è necessario, per avere finalmente un partito forte che sappia parlare di sinistra e con il resto della sinistra. Perché un Partito forte non delegittima l’attuale Governo.
E ci preme ribadire che a noi di Nodica non interessano i nomi che si contenderanno la segreteria ma i contenuti che vengono portati avanti.
Siamo certi che questo documento possa essere di stimolo e di ispirazione, per tutti i nostri rappresentanti e dirigenti, ma anche per noi che non abbandoniamo la barca credendo fortemente nel rinnovamento che potremo dare col prossimo congresso, e per coloro che attraversano, come noi, momenti di smarrimento.
Noi crediamo ancora nel progetto del Partito Democratico, ma da soli non bastiamo e ci aspettiamo, da parte di tutti, una forte reazione nei prossimi mesi.
Cristian LorenziniSegretario del Pd di Nodica
Scritto per conto dell’assemblea.info@pdnodica.it