none_o

Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
MIGLIARINO: Fabrizio Sbrana a casa sua
TEATRO INDIANO

1/6/2013 - 7:27


Su una fotografia indiana di Fabrizio Sbrana


Come se emergesse dalla notte del Tempo, il vecchio, del quale non si scorge il volto, legge un giornale. Un filo di luce colpisce il suo turbante giallo, ma non pare infastidirlo.
È l’unico punto di luce, una sorta di raggio laser che illumina in un cerchio ristretto solo il turbante e lascia tutto il resto nell’ombra.  Come farà a leggere nel buio? E il giornale che sta leggendo gli reca le notizie della nostra attualità o di quella che fu la sua, molti anni fa? Starà leggendo le notizie che vogliono le Borse di oggi, e cioè che quella indiana è un’economia emergente, la terza dopo gli Stati Uniti e la Cina, o non starà invece leggendo i problemi che la resistenza passiva del Mahatma Gandhi sta provocando all’Inghilterra? È  forse immerso in una sua dimensione temporale, quella di un India che vuole diventare indipendente dal dominio inglese?
Perché ci viene il sospetto che ci sia qualcosa di asincrono che questa foto rivela. E non tanto che il vecchio stia leggendo un vecchio giornale raccolto per caso fra le cianfrusaglie del luogo in cui si trova, ma che stia leggendo un giornale che ha comprato al mattino, un giornale a lui contemporaneo. E che questo scatto fotografico abbia operato uno starno sortilegio scattato nel buio, seguendo solo l’ispirazione di un raggio luminoso, guidato solo dall’intuizione e dal caso, abbia trovato una figura umana che a occhio nudo non si può vedere, perché non esiste più nel nostro spazio, ma di cui è rimasto lo spirito, lo spettro di un uomo che visse negli anni Quaranta che sta leggendo un giornale degli anni Quaranta. E  quando il diaframma in un istante si richiuderà, il sortilegio non esisterà più, l’uomo sarà risucchiato nel buio del suo Tempo ma ne resterà la figura, perché l’occhio fotografico, per magia, l’ha catturata.
Perché è vero quello che ha detto Renzo Cederna: l’obiettivo fotografico è proprio l’occhio della Medusa.


Antonio Tabucchi


(presentazione al volume India sacralità del quotidiano che Antonio ha “regalato” a Fabrizio pochi mesi prima della scomparsa, letta per l'occasione da Lisa Scatena dell’Associazione La Voce del Serchio)


Non servono altre parole per commentare la serata di ieri al Teatro del Popolo di Migliarino per la presentazione dell’opera del nostro compaesano Fabrizio Sbrana, un’opera nel sul con per la magica India e noi eravamo seduti quando sul Gange, quando nei mercati di Bombay, nei templi di Jaipur, nel traffico di Delhi, sempre con gli occhi negli occhi, gli affascinanti occhi indiani.

Fonte: foto di scarsa qualità, riprese dallo schermo, per invogliarvi a vedere gli splendidi originali
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

1/6/2013 - 13:10

AUTORE:
Giancarlo

.....Fabrizio tu sai che anche io ho amato e amo la fotografia. Pensavo anche di fare delle buone foto, poi ho visto le tue e mi sono un po' ricreduto, ma ho la giustificazione che io ho solo una macchina (non "ss" scussa scussa come quella di Bruno ma sempre modesta) con un piccolo zoom e faccio quello che posso.
A parte gli scherzi avevo già avuto modo di vedere le splendide foto dei tuoi reportage in giro per il mondo e non eri una novità.
Forse, prima di ieri sera, invidiavo un po' di più la possibilità che hai avuto di girare il mondo e conoscere luoghi, persone e situazioni diverse, che non le tue foto comunque sempre straordinarie. Perchè per fare una foto normalmente bella basta avere una discreta macchina e un po' di occhio fotografico mentre per fare una foto straordinaria oltre all'arte e alla fortuna, sempre indispensabile, occorre trovarsi al posto giusto nel momento giusto e con l'attrezzatura giusta. Questo impone sacrificio,tempo, denaro e una famiglia che è disponibile (particolare non secondario).
Se tutto questo riesce ad integrarsi al meglio nasce il lavoro che abbiamo avuto la fortuna di vedere ieri sera al Teatro del Popolo.
Teatro pieno, come si addice ad un vero artista (non è esagerato, l'arte non è un fenomeno limitato ma universale), autorità, amatori, gente comune accomunati dalla gioia di vedere uno spettacolo straordinario.
Hai presentato non solo una serie di foto ma un intero popolo, così lontano da noi ma così affascinante da renderci partecipi della loro storia. Abbiamo visto una povertà portata con enorme dignità, una grande religiosità ostentata nei volti e nelle vesti che noi non conosciamo più da tempo. Tanti volti ma mai tristi, sempre sorridenti, a volte con un sorriso solo accennato, altre volte pieno come una sfida, come un messaggio positivo per il futuro, forse per quell'amore per la vita che la nostra società inquieta e confusa sta un po' perdendo.
Grazie Fabrizio Sbrana per questo ritorno alle origini, al tuo paese e ai tuoi amici, meglio non poteva essere fatto.