Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.
Fotografia di Fabrizio Sbrana, A Calcutta un vecchio uomo legge le news
Nei fotoreportage di Fabrizio Sbrana da molti paesi del mondo, soprattutto dall’Africa ma anche Australia e India, si addensano forti contrasti e altre atmosfere in cui si rivede lo scatto dolce dei suoi luoghi d’origine, la Toscana e le Apuane. Fabrizio Sbrana vive a Migliarino, davanti a un argine del Serchio. Ma è il viaggio che muove lui e sua moglie Nella De Angeli, coautrice dei libri fotografici Care Apuane e Fabbriche di Careggine e curatrice dell'ultimo lavoro sull'India. Sbrana collabora con riviste italiane e straniere e con il Ministero per la Cooperazione allo sviluppo.
Il suo libro fotografico India, sacralità del quotidiano, a ben vedere, unisce il reportage di viaggio di tipo oggettivo con un punto di vista metaforico e simbolico che produce un rimando emozionale per l’osservatore che rimane con lo sguardo incantato. Strana Alchimia dei sensi, come titola la presentazione del suo lavoro Fabrizio Sbrana. Immagini oggettive e sognanti, “fotografie che vivono una presenza assenza”, ha commentato l’esperto di fotografia Roberto Evangelisti presentando questo libro al teatro del popolo di Migliarino con il Sindaco di Vecchiano Giancarlo Lunardi. E ha aggiunto: “tutte queste foto sono belle, ognuna per conto suo”. Ognuna è un biglietto da visita di un fotografo che è passato di lì e con il suo clic dolce ci offre un’immagine che racconta il suo viaggio per rendere più interessante il nostro.
“A Calcutta un vecchio uomo legge le news”, è la didascalia di una fotografia di Fabrizio Sbrana. A causa del buio eccessivo non è facile identificare tutti i particolari dell’immagine, ma “un filo di luce colpisce il suo turbante giallo”, si legge nel commento Su una foto indiana di Fabrizio Sbrana firmato da Antonio Tabucchi. E il clic dello scatto di Sbrana compare sulla pagina di Tabucchi che si chiede:
“Starà leggendo le notizie che vogliono le Borse di oggi, e cioè che quella indiana è un'economia emergente, la terza dopo gli Stati Uniti e la Cina, o non starà invece leggendo i problemi che la resistenza passiva del Mahatma Gandhi sta provocando all'Inghilterra? È forse immerso in una sua dimensione temporale, quella di un'India che vuole diventare indipendente dal dominio inglese?”.
L’istante effimero dello scatto cattura una realtà di un altro tempo, le distanze tra i due momenti vengono azzerate e gli anni cancellati per via fotografica. Tabucchi segue l’ispirazione del raggio luminoso che “trova” un uomo che non si può vedere perché non esiste più nel nostro tempo. È una foto che inquieta, forse perché può aver sottratto l’anima a qualcuno, “di cui è rimasto lo spettro, lo spirito: un uomo che visse negli anni Quaranta che sta leggendo un giornale degli anni Quaranta”.
La fine del commento di Tabucchi rimanda al libro dell’amico Remo Ceserani che ripropone nel titolo il mito greco che allude a Medusa, una donna bellissima, attraente, gli uomini si giravano e nell’istante in cui la guardavano venivano trasformati in pietra.
Una volta che il diaframma si è chiuso rimane un residuo, una figura catturata dall’”occhio fotografico”, strumento per antonomasia che serve per fermare il tempo. Ma è uno strumento ambiguo, perché il tempo invecchia in fretta nel breve istante di un clic.
Roberto Evangelisti ha citato un libro uscito nel 1997 e ormai esaurito, che presenta fotografie di ventitré fotografi tra cui Henri Cartier-Bresson, Kanu Gandhi, Sebastiao Salgado e Steve McCurry, India cinquant’anni di indipendenza, e ha così concluso: “Accanto a questo libro straordinario metto questo di Fabrizio Sbrana, che ha fatto un lavoro in completa libertà e ci offre la bellezza unita a una componente documentaria e sociale”.
A fine serata abbiamo smontato le foto appese nel teatro del popolo e il vecchio uomo col turbante è finito sulla macchina di Fabrizio Sbrana insieme alle altre fotografie stampate in grande formato su alluminio. Allora ho pensato che, con il loro autore, sono qualcosa che appartengono al meglio che possiamo avere, che ci sta bene accanto la pagina dello scrittore e amico Antonio Tabucchi e che quell’uomo col turbante sarebbe bello poterlo incontrare ancora in un luogo (in questo tempo) nostro, qua in mezzo alla Toscana.