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È possibile dipingere il silenzio?Questa è la domanda che si poneva la nuova mostra di Gavia al Real Collegio di Lucca, cercando una risposta nelle immagini dipinte. 
E la mostra ha rappresentato quello che l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche in particolare il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni che attingano dentro ogni nostra sensibilità intima e “silenziosa”. 

. . . lo sai che lo diceva anche la mia. Però al .....
Bimbo lasciala sta la geografia, studia l'agiografia. .....
. . . niente, mi sa che bisogna riformare l' ISTAT. .....
. . . ci sono più i premi di una volta.
Quest'anno .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Libero caro
mio dolce tesoro
più ti guardo, ti "esploro"
più sembri un capolavoro
Un'inesauribile fonte
di emozioni
una sorgente
un erogatore .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
di Tiziano Nizzoli

L'Oro dei Monti pisani

22/6/2013 - 12:13

 
Si è svolta ieri a Firenze la consegna degli attestati ai produttori olivicoli toscani che hanno superato la severa selezione svolta da un'apposita e qualificata commissione regionale di assaggio, tesa ad individuare le eccellenze tra gli oli dell'IGP Toscano e delle DOP Chianti classico, Terre di Siena, Lucca e Seggiano.

Le finalità di tale selezione, organizzata da Unioncamere Toscana, attraverso Toscana Promozione e Metropoli, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze, sono quelle di promuovere e valorizzare gli oli extravergini che offrono sicure garanzie al consumatore in termini di qualità e di legame con il territorio, riportandoli in un catalogo che vuole costituire uno strumento per la promozione in Italia e all'estero della produzione olearia di qualità toscana. Due oli biologici dei Monti Pisani, che comprendono i Comuni di S.Giuliano, Vecchiano, Calci, Vicopisano e Buti, sono tra i 55 selezionati ed inseriti nella Guida.

Si tratta delle aziende agricole Il Frantoio di Vicopisano e L'Oro del Colonnello di S.Giuliano Terme, che da anni ormai si contendono il primato della qualità, vincendo numerosi premi in vari concorsi nazionali ed internazionali."Il nostro obiettivo, dice la dott.ssa Serena Nizzoli dell'azienda agricola biologica "L'oro del Colonnello", è quello di informare i consumatori che, come succede col vino, esistono anche per l'olio grosse differenze sensoriali e qualitative, senza parlare poi di quelle salutistiche. E' giunto il momento che i ristoranti, almeno quelli di un certo livello, abbiano la carta degli oli come hanno quella dei vini, corredata da analisi chimiche e profili biofenolici, che permetterebbero immediatamente di collocare il prodotto nella giusta fascia di qualità e prezzo.

Per fare questo, conclude la dottoressa, occorre promuovere l'educazione commerciale, affinchè il consumatore abbia tutte le informazioni in etichetta, ed i controlli, al fine di evitare le frodi e le sofisticazioni".
Con questo articolo voglio concludere la campagna olivicola 2012, colma di soddisfazioni e successi. Ma è giunto il tempo di pensare alla prossima e se la Redazione lo vorrà continuerò a fornire dati sulla situazione generale e sull’andamento fenologico dei frutti.
Abbiamo avuto una fioritura molto tardiva, ma finalmente si è conclusa con una buona allegagione, in alcuni casi ottima. L’olivicoltore sa che non può mai gioire fino a quando non ha l’olio nell’orcio, però al momento non mi posso lamentare, ho veramente tante belle olivine ben distribuite, quasi come l’anno scorso.

Questo la dice lunga sull’arternanza di produzione, che a mio avviso può essere ben pilotata con opportune tecniche di concimazione e potatura. Ho già posizionato le trappole di monitoraggio della mosca olearia, per verificarne l’attuale presenza in campo, vi informerò tra una decina di giorni sulla situazione.

Spero che abbiate già travasato l’olio dell’anno scorso, poichè il contatto con il fondame potrebbe innescare i processi di irrancidimento. Alla prossima.

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26/6/2013 - 21:12

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Basta così, sto preparando qualcosa di più interessante sull'Ozzeri e sul Serchio, domani lo mando alla redazione.
Per quanto riguarda quanto pago, vai alle riunioni della Voce e lo saprai, passo e chiudo.

26/6/2013 - 15:21

AUTORE:
LETTORE

( DI DIFFICILE PUBBLICAZIONE)Posso dire una cosa? Nizzoli con il tuo olio e le tue foto ce l'hai fatto a fettine. quanto paghi alla VDS per farti tutta questa pubblicità?

26/6/2013 - 14:45

AUTORE:
Alessio Niccolai

Suona bene. «Muffa, Rancido, Fiscolo, Morchia, Mosca Olearia, Metallico, Impersonale, Cattiva Conservazione, Sporco, Acido Fenico, Amaro, Riscaldo, Gelato, Lampantino» sono i difetti conclamati dell'olio extra-vergine di oliva; ora sappiamo che «L'Oro del Colonnello» è «Rasposo».
Tiziano, che ne dici di proporre l'aggiunta di questa nuova caratteristica negativa? Almeno se ne troverà una anche per il tuo olio!
Per riuscire a capire qualcosina dell'olio e dell'olivicoltura c'è da farsi un mazzo allucinante ed è forse per questo che molti non accettano facilmente certi sacrosanti argomenti, ma invito gli ingiustificati detrattori a dare un'occhiata a questo servizio online (e a farlo frequentemente) che riesce a spieghicchiare qualcosina (a chi sappia leggere fra le righe): http://www.confcommerciopisa.it/istamina-in-tonno-spagnole-in-scatola-corpo-estraneo-in-crema-al-cioccolato-dalla-francia/

Fra gli alimenti sotto accusa campeggiano anche le olive provenienti dal Marocco (che, grazie a Monti, dal punto di vista agroalimentare è "comunitario" insieme a tutto il bacino mediterraneo meridionale): fra gli oli di pessima qualità che si possono facilmente reperire in GDO a cifre comprese tra i 2 e gli 8 euro, diversi provengono da quella filiera; altri invece hanno percorsi - magari - più brevi ma non meno discutibili...

Insomma, chi ha voglia di indagare lo faccia: l'olio extravergine è un ottimo paradigma per comprendere qualcosa di tutti i cicli agroalimentari.
C'è inoltre da capire un'altra cosa estremamente importante: è storicamente assodato che a determinare il prezzo corrente di produzione di un agroalimento è principalmente la produttività del terreno; in altre parole, se fra 10 agricoltori che producono una stessa coltura ce n'è uno in particolare capace di farlo con minor impiego di lavoro, sarà questi a imporre agli altri 9 il prezzo di produzione e non il contrario.
E poiché l'agricoltore vende i propri prodotti al costo di produzione - a differenza di tutti gli altri attori economici - l'intreccio con la GDO diviene fatale per un verso ai produttori locali e per un altro a quelli distanti...

26/6/2013 - 13:53

AUTORE:
Ludmilla

Sulla Guida agli extravergini di Slow Food c'è scritto: "Al naso sprigiona un fruttato verde di media intensità ed eleganti sentori di erba tagliata, foglia e carciofo. Al gusto saporoso e fine, con un piccante persistente ed un piacevolissimo amaro, si associano una pasta cremosa ed un'appagante aromaticità intonata su note di carciofo e di mandorla amara. Finale all'insegna della freschezza.
Fedora lo definisce "rasposo", ma probabilmente dipende dalla sua lingua, io ne ho comprato una lattina e lo uso per i piatti più caratteristici della cucina toscana, a me piace moltissimo.

26/6/2013 - 2:59

AUTORE:
Fedora

oh colonnello te che passi da sparare sulla terra a cortivare la terra devi smette di unge cor tu olio anche la voce del serchio. Io non ne faccio solo questione di prezzo ... l'olio der colonnello non mi garba è rasposo meglio altri oli del monte pisano.. che son meno unti di vello der colonnello.

25/6/2013 - 22:53

AUTORE:
Alessio Niccolai

Posso non replicare, carissimo amico - e mi voglio allargare, senza esagerazione, «Compagno Tiziano» (tanto oggi ci chiamano persino Letta, non guasterà chiamarci anche un uomo che per attaccamento al suo territorio, al paesaggio della Piana di Pisa e alla dignità del lavoro e dei lavoratori non è secondo a tanti, forse tantissimi).
Tutti amano «comprare a poco» fondamentalmente perché non sanno cosa comprano, perché non possono fare a meno di comprare qualcosa e perché probabilmente non sanno quanto e come sia stato retribuito il disgraziato che ha messo loro in tavola (magari di Ikea) l'olio da 2 € al litro.
Tutti fanno orecchi da mercante finché non si chiacchiera della loro retribuzione: quella degli altri non conta un tubo, che sia l'operaia Indo-cinese o l'olivicoltore spagnolo.
E non si capisce che comprando il pessimo prodotto GDO si impoverisce il territorio e indirettamente il proprio portafoglio... ma come si deve fare perché ognuno riesca a scrutare oltre il Velo di Maya? Dove finita la curiosità, la voglia di scoprire e di sapere? Si è fermata tutta ad una cassa di un supermercato?!?

25/6/2013 - 21:05

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

L'olio che compra a 8 euro al litro è sicuramente un buon olio, se non altro per il fatto che a lei piace. Se poi le olive vengono da qualche paese del Mediterraneo da olivi trattati con prodotti chimici tossici per l'ambiente e per l'uomo, poco importa. Se il prodotto viene rettificato chimicamente e vi vengono aggiunti clorofilla o "insaporitori", anche questo poco importa, l'importante è che non sia caro. Se poi l'apporto salutistico e nutrizionale è scarso, chi se ne frega della salute?. Se voi pensate che voglio fare pubblicità, sbagliate di grosso, il mio olio è prenotato anche per il prossimo anno e non so se riuscirò a farne abbastanza, da lì il mio progetto di coinvolgere olivicoltori ed istituzioni per una sinergia tesa a produrre un extravergine di estrema qualità che dia un ritorno economico che al momento non hanno. Ma chi se ne frega dell'economia locale, delle tradizioni, dei posti di lavoro, del paesaggio, dell'inquinamento? L'importante è non fare pubblicità ad un certo olio di una certa persona, fatto con olive fresche del nostro territorio,biologico ad Indicazione Geografica Protetta, conservato sotto azoto a temperatura costante in un frantoio del territorio e, Ahimè, spedito in tutto il mondo e citato nelle più importanti pubblicazioni del settore ! Ora smetto con questa tristezza, ho i primi pomodori del mio orto che mi aspettano, indovinate con cosa li condisco?

25/6/2013 - 17:59

AUTORE:
Lettrice che non sa

Quindi io che non ha mai speso più di 8 euro per un litro d'olio (comprandolo spesso in sagre paesane del lungo monte e non) sciupo i piatti di (pensavo) ottima cucina toscana servita alla mia famiglia???

Ma non scherziamo!

Non contesto le legittime attività private portate avanti dal Colonnello; ma la pubblicità occulta e l'indottrinamento al prodotto di lusso non li accetto!

25/6/2013 - 14:37

AUTORE:
Lettore della VdS

C'è chi c'ha e chi no!
I chi no son quelli che non hanno e sanno niente di niente e..credo che la Redazione della VdS faccia bene a non pubblicare pagine in bianco dei "chi no" perchè di questi tempi di decrescita felice e consapevole è bene saper friggere nel migliore dei modi anche uova al tegamino e siamo tutti quì perimparà da chi sa! ..e chi sa sa, chi non sa non sa sù danno; disse il vecchio poeta-scrittore fiorentino.

nb, questa ultima la dovrebbero sapere tutti dal primo all'Ultimo.

25/6/2013 - 11:14

AUTORE:
Gino

Mi sembra che qualcuno stia usando questo giornale per farsi della pubblicità. La redazione si presta o non se ne rende conto?

25/6/2013 - 8:20

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

....che rispondere a Elsa e non ci voglio perdere molto tempo, ho capito che ha dei problemi. Se volete sapere di cosa lei sta parlando, a proposito di cose unte, andate su www.domusoleatoscana.com , vi accorgerete di quanto siano aberranti le affermazioni della denigratrice.
Alessio, non rispondere più e lascia che si diverta a dire cose che non stanno nè in cielo nè in terra;vengono scritte affemazioni che io colloco tra lo stato confusionale e la provocazione sistematica, pertanto non perdiamoci altro tempo.

25/6/2013 - 1:04

AUTORE:
Elsa 3

Caro Niccolai,
che mi vieni a fare la predica sul consumismo, fra l'altro con uno spiccato accento misogino, nell'elencare tutti i nostri vezzi femminili.. E mi fa un bell'elenco lungo lungo... e poi m'accorgo che dall'elenco mi ci manca un qualcosa... un qualcosa in cui è invischiato ancora una volta il tuo amico Nizzoli.. che oltre a unge il pane, ci vole unge anche la pelle d'olio con quelle creme lì all'unto!

La azienda dei cari eredi Nizzoli produce quelli oggetti del consumismo e del superfluo. e non si risparmia in carta, scatole, immagine e marketing.. più imballo e discorsi che unto!

24/6/2013 - 22:17

AUTORE:
Alessio Niccolai

... non siamo certo rappresentanti della «classe dirigente locale», ne' presumo che ne faremo mai parte!
Per quanto riguarda invece la vera «classe dirigente locale», non ti prendere pensieri Elsa: magari si preoccupasse davvero di promuovere l'eccellenza territoriale! Il più delle volte si pasce di qualche briciola della GDO cavata col sangue ai produttori e ai consumatori.
Mi sa però che la tua idea di «superfluo» sia un tantino fuorviante: mi risulta che cibarsi rientri a pieno titolo nella soddisfazione di bisogni primari e che si componga di una parte «materiale» (il nutrimento) e di una parte «spirituale» (il piacere, il gusto).
Se non riesci col tuo ragionamento ad assolvere a nessuna di queste due funzioni, non puoi pretendere che il nostro sia radical-chic!
Vogliamo vedere quali principi nutritivi riesce a preservare un olio da 2,00 € al litro con non meno di 3/4 anni di vita, magari da olive spagnole colte molto mature e spremute 20/30 giorni dopo la raccolta?
Lo sai che un buon olio è una fonte naturale di vitamina E, un portentoso anti-ossidante, una fonte inesauribile di sapore? Lo sai che con un buon olio non si condisce a «garganella» ma in quantità estremamente modeste potendo contare su una capacità di insaporimento straordinaria e su un apporto nutritivo notevole?
Sei poi davvero convinta che la tua filosofia produca ripercussioni positive sul territorio in cui vivi da cui la GDO succhia linfa vitale senza dare in cambio nulla?!?
E tu sai realmente quanto ti costa una bottiglia d'olio della GDO?
Pensi che al Rapporto Trimestrale i tuoi 2,00 € corrisposti in contanti e pagati al produttore 0,40 € minimo a 180 giorni non svalutino il tuo stipendio? E pensi che il supermercato/discount di turno venga sul tuo territorio a riversare i propri proventi commerciali e finanziari sulle attività locali, creando ricchezza di cui potresti avvantaggiarti anche te?
Sai cosa è veramente superfluo? Il tablet, lo «smarfone potente», la parrucchiera, l'ombrellone al lido privato, la manicure, la cena al ristorante tutte le settimane, l'abbonamento allo stadio come quello alle riviste rosa (o a «Panorama»)... non il cibo buono, pulito e giusto!

24/6/2013 - 20:39

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Nella trattoria Il Barrino di Calci, ambiente certamente non radical shic, dove puoi mangiar bene con 12 euro, servono il mio olio. Se un giono te lo potrai permettere......, provalo!
La carta degli oli può anche essere un normale foglio di carta gialla su cui scrivi a penna tre, quattro tipi di olio che puoi mettere in tavola, non mi pare un investimento da ristoranti di rango!
Se poi la cosa ti può far piacere, cosa di cui dubito dal tenore dei tuoi interventi, sappi che mi sono reso disponibile ad andare nelle scuole di S.Giuliano per parlare dell'olio dei nostri monti ai ragazzi delle medie, facendo alla fine assaggiare loro una genuina bruschetta: pensi che anche questa sia un'iniziativa radical shic, oppure ti aiuta a capire meglio come la penso?
Non continuare con questo atteggiamento, ti prego, non depone a favore della tua intelligenza e non porta da nessuna parte.

24/6/2013 - 18:08

AUTORE:
Elsa 2

Vedo che la classe dirigente locale è tutta impegnata a difendere iniziative radical chic, dal presunto contenuto sociale ed ambientale.

Pensate all'offerta dei ristoranti di alto rango, ma intanto il popolo va ai discount..

Sarebbe anche bello avere soldi da spendere per prodotti di alta qualità; una casa solida o un mobile in legno massello.. spendi tanto all'inizio, ma poi quelli durano..

Anche se ce li avessi i soldi, non spenderei 20 euro per una bottiglietta d'olio. Che fra l'altro mi sa parecchio d'unto!!!

23/6/2013 - 21:46

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Come al solito concordo con te. Solo ieri sono andato a pranzo in un noto ristorante delle colline fiorentine e ti voglio raccontare cosa mi è capitato.
Antipasti di ottima qualità, seguiti da una pasta e fagioli ed una tagliata con la rucola: doveva essere il tripudio di un buon olio di quelle colline ed ho anche chiesto al cameriere di portarmi di quello buono, cosa che lui ha puntualmente fatto, mettendo sul tavolo una bottiglia con un vezzo di chi deposita la lingua di S.Antonio nel reliquiario. Bottiglia tipo marasca da 0,5 con riportato in etichetta il simbolo giallo dell'IGP, ma sprovvista di contrassegno adesivo intorno al collare; ho pensato che forse si era staccato, ma sulla capsula nessun segno di colla, cosa molto strana. Leggo l'etichetta e vedo che è una produzione 2011 da consumarsi preferibilmente entro maggio 2013: a quel punto ho sperato che avessero "trombato" nella bottiglia l'olio del 2012, magari travasandolo da una dama di olio locale, ma anche lì sbagliavo. Morale: ho rovinato due ottimi piatti di cucina tipica toscana perchè in cucina c'era la signora Elsa di turno, quella che confonde gli schiaffi alla miseria con quelli alla cultura gastronomica toscana ed ai suoi sapori! Poveri noi!

23/6/2013 - 17:55

AUTORE:
Alessio Niccolai

Ogni alimento, fra le altre cose, deve produrre un giusto apporto nutrizionale oltre tendenzialmente a dover essere buono.
Se fosse applicata un'etichetta ai prodotti che specifichi le discordanze con il buono, pulito e giusto (tipo: «produzione non biologica», «produzione non biodinamica», «apporto nutrizionale d'origine ridotto del XX%», «utilizzati pesticidi in fase di...», «l'agroalimento scade il..., ma è stato trasformato nel...»), forse la percezione del valore degli agroalimenti cambierebbe...

23/6/2013 - 17:00

AUTORE:
Ludmilla

Se dici che la carta degli oli è uno schiaffo alla miseria, vuol dire che di olio ne capisci ben poco. Può anche darsi che tu non te lo possa permettere, e di questo me ne dispiace, ma sappi che se in un ristorante puoi scegliere tra diversi tipi di olio, il conto non cambia e puoi imparare a riconoscere i diversi retrogusti, da abbinare alle varie pietanze. Ma se per te gli oli sono tutti uguali, alla tua cucina manca sicuramente qualcosa, credimi.

23/6/2013 - 16:36

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Non capisco la tua acredine nei confronti di chi vuol promuovere l'olio dei nostri monti a prodotto di nicchia. L'olivicoltura è in abbandono per mancanza di ritorno economico, le olivete diventano roveti inaccessibili a tutti tranne che al fuoco, il nostro paesaggio rischia di scomparire ed il turismo ne viene danneggiato. E la tua lungimiranza arriva solo a fare tali battute? Io non ho problemi di vendere il mio prodotto e non ho mai avuto giacenze, poichè la qualità da sempre paga. Porto avanti da tempo un progetto per la realizzazione di un frantoio nel territorio di S.Giuliano con annessa vendita diretta dei prodotti del territorio, con lo scopo di attirare compratori che paghino il giusto e di dar lavoro a chi ne ha bisogno. In un momento in cui tutti chiudono le loro attività, io sto aprendo un negozio a Molina di Quosa: so che tu non sarai fra i miei clienti, e di questo ringrazio il cielo, è bene che la povertà di spirito e l'invidia ne restino fuori.
Ma per farti comprendere meglio il tuo limite, per te non dovrebbero neppure esistere il Consorzio del Brunello di Montalcino, il Sassiccaia, il lardo di Colonnata, gli abiti griffati e la Ferrari? Se la risposta è sì, vuol dire che non hai capito come va il mondo, se la risposta è no, vuol dire che hai fatto una battuta infelice!

23/6/2013 - 14:11

AUTORE:
Elsa

Anche la carta del l'olio ci manca.. Uno schiaffo alla miseria!!!