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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
IL PROVERBIO
Moglie e ronzino....

23/6/2013 - 19:12


Il proverbio di oggi:

Moglie e ronzino.....         
pigliali dal vicino.
 
 
Il modo di dire:
Essere del gatto.
Essere perduti, come “l’abbiamo in domo”, essere scoperti, sconfitti, battuti, spacciati.
 
 
Dal libro “Le parole di ieri” di G.Pardini
 
ZEBA  (e chiusa )
Lett: nc.
Difficile che questo termine dialettale abbia a che fare con lo zeba (è aperta) presente nel vocabolario ed indicante un arcaico: [agnello, capra].
Nel livornese era il nome di una trottola, derivato dal grido che i ragazzi emettevano quando tiravano lo spago.
Dalle nostre parti zeba, si potrebbe tradurre con tonfa, dai, piglia, inzacca, zeppa.
 
ZEPPE
Lett: ZEPPA.  [Dal germanico zepfe, bietta, piccolo conio per rincalzare mobili].
Oltre questo corretto significato italiano in dialetto le zeppe ne avevano un altro che non aveva niente a che vedere con i tedeschi.
Zeppe erano infatti chiamati i tuffi che si facevano d’estate, in Bocca di Serchio, dallo zeppaino.
Lo zeppaino era formato da una lunga tavola appoggiata da una parte sulla riva del Serchio e stesa poi verso il centro del fiume, su un’incastellatura di legno, su cui si correva e ci si lanciava in tuffo.
 Era un trampolino artigianale, costruito appositamente in salita verso il fiume per aumentare l’altezza e la spettacolarità del tuffo.
C’erano alcuni specialisti che si esibivano in tuffi eccezionali a favore del pubblico presente (e per farsi vedere dalle ragazze), ma lo utilizzavano tutti, anche i meno esperti che si accontentavano di un tuffo “a seggiolina” e non era raro assistere anche a qualche spettacolare “panciata”.
Era un gioco ed un passatempo molto divertente, spesso molto affollato poiché tutti si bagnavano in Serchio, a testimonianza della qualità dell’acqua del fiume in quegli anni, quando le donne vi rigovernavano le stoviglie, dopo pranzo, ed i bimbi vi venivano portati a sciacquarsi in acqua dolce dopo il bagno in mare.
Non mancavano anche sporadici incidenti, con incauti tuffatori che talvolta assaggiavano la durezza del basso fondale, ma sempre con danni limitati e solo un po’ di contusioni da sistemare con una bella fregagione.
 
ZIBIDEI o ZEBEDEI
Lett: ZEBEDEI.
Oltre a Giacomo e Giovanni, apostoli, figli di un tale Zebedeo, il vocabolario riporta un curioso “rompere gli zebidei” traducendolo con un eufemistico [rompere i corbelli] avente il significato di seccare, annoiare.
Questo è anche il significato dialettale che indica i genitali maschili senza volgarità, in maniera asettica e scherzosa.
 
ZIZZOLA
Lett: ZIZZOLA. [Giuggiola].
In lucchesia significava un grosso pesce: ”T’ho preso una zizzola!”, da noi la stessa frase voleva dire invece che avevi preso una malattia.
Usato al plurale, zizzole, è un modo di dire che evidenziava un momento di grande freddo:
che zizzole stamani!” ad indicare proprio una giornata molto fredda e ventosa.


FOTO: Sposalizio 2

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