Il successo di lettura delle precedenti serie di articoli, realizzati da Franco Gabbani e Stefano Benedetti, sulle vicende di persone e famiglie del nostro territorio, ci ha spinto a proseguire nel lavoro, con una nuova serie di articoli, frutto del lavoro di Franco Gabbani, che potremmo definire con il titolo “Persone, vicende e curiosità storiche della valle del Serchio e non solo”.
Giornata di contrasto e prevenzione alla violenza maschile sulle donne.
Nel 1616 Vincenzo Pitti scriveva:
“[…] il fosso dello Scorno entra nel Fiume Morto, il quale entra in Serchio, appunto dove il Serchio entra in mare, et perché detto fiume morto sbocchi al meglio, se gli sono fatte due aperture nuove ed i punti da passare sopra con le quali sbocca l’acqua divisa, et sgorga meglio, perché prima, essendo con una bocca sola, non poteva sgorgare tutta l’acqua che sgorga in esso […]”
Nel 1624 Padre Castelli ribadiva di aprire il Fiume Morto in Serchio perché così “le campagne restavano asciutte”, ma Vincenzo Viviani nel 1684 suggeriva di far uscire in mare il Fiume Morto con una sua foce armata perché il Serchio, durante le piene, rimandava a Pisa le acque del suo ultimo falso affluente.
Questa è storia antica.
L’altro ieri, con la grande ultima mareggiata, il Serchio ha riavuto per un breve momento un nuovissimo ultimo affluente, non voluto dall’Uomo ma dalla Natura stessa, e così si è creta in Serchio una nuova Bocca detta di botto: Bocca di Mare Vivo!