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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Quando si recrimina a Prodi e Ciampi di aver accettato .....
. . . v'ha fregato anda e rianda con il no all'Europa .....
Dinno a Livorno : Con leuri e cianno assistemato
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Lentamente, gradatamente
mi affiorano i ricordi.
La tua testimonianza,
mamma carissima,
e non la donna
cinica e prepotente
ormai assente
e così .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Τζιτζίκι

12/8/2013 - 7:26

 



Le parole onomatopeiche nascono, come dice il nome, dalla trasposizione letterale del suono prodotto al produttore di questo.
La cicala nel suo nome italiano non dice nulla se non nel derivato cicaleccio o cicaleggio, ma provate a leggere il suo nome greco che suona come un tsikitsiki e mandate a cicalare chi lo tradusse in cicala che a noi non ci cala mica!
Andando nel meraviglioso mondo greco dove i miti erano realtà, ecco una personale trasposizione di una delle più note favole di Esopo che in questi giorni ha perso completamente il suo primitivo senso:
 
Novella co’ ll’…amorale


Una pillaccherona di ciala
meleggia per er verso la formïa
che dice: “Falla, falla, la maiala,
m’ar ceppo te ‘un ciarivi bella mia”
Gel’e vvento arivin e fan tumìa.
Brezza la formiina ‘ndella sala,
sente bussà’, v’aprì’, è lla su’ amïa:
sciarpa, collié e ori fin sull’ala.
“Eh guà a ‘nzaccà’ le seme ‘or porverone!
Un cervolante preso pe’ llenone
e vaggo ‘ndov’è cardo sur groppone!”
Brilla fra ll’antennine un luccïone.
“Bella mi’ vita fatta sur copione
della novella scritta da un coglione!”


 

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12/8/2013 - 10:16

AUTORE:
Pierino

Ci raccontavano questa storiella per imbonire i creduloni: la cicala, vagabonda, non serve a nulla se non a infastidire la già tediosa calura estiva e la formica,laboriosa, provvede a riempire il formicaio per sopravvivere al rigido inverno...e se poi la cicala morirà di stenti ben le sta! (le dice infatti: mentre io faticavo tu cantavi).
Così i poveri, cresciuti con questa morale, hanno sempre fatto le formiche lavorando ininterrottamente e i più abbienti o furbi hanno vissuto alle loro spalle.
Poi qualcuno ha inteso riscattare la "povera" cicala.
La formica è diventata una grande egoista perché non vuole condividere le provviste con la cicala...(e pensare che mentre la formica suda, la cicala la conforta col suo canto!)...quindi è giusto che sia aiutata nel bisogno.
O come si farà presto a rigirare la frittata!
Comunque in ambedue i casi la formica si fa il culo e la cicala ozia!
Se non sbaglio anche MisssssCicala ha fatto la furbetta...con il fisco!