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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario. 

Sei fuori tema. Ma sappiamo per chi parli. . .
. . . non so se sono in tema; ma però partito vuol .....
Quelle sono opinioni contrastanti, il sale della democrazia, .....
. . . non siamo sui canali Mediaset del dopodesinare .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Pensiero Prismatico
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di Riccardo Maini
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Di Umberto Mosso
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San Giuliano Terme, 18 maggio
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di GIOVANNI SANTANIELLO - Intervista a Stefano Ceccanti (La Sapienza)
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Dal 17 al 19 Maggio ore 10.00 - 20.00
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Forum Innovazione di Italia Economy" II EDIZIONE
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Valdottavo, 17 maggio
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Pisa: quartiere delle Piagge
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Pisa, 16 maggio
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Credevo di riuscirci mare
Ma non ti potei solcare
Ma è vero giuro è vero
Pur cambiando la vela e mura
Se gira il vento dritta
Al cuore
Per amarti .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Τζιτζίκι

12/8/2013 - 7:26

 



Le parole onomatopeiche nascono, come dice il nome, dalla trasposizione letterale del suono prodotto al produttore di questo.
La cicala nel suo nome italiano non dice nulla se non nel derivato cicaleccio o cicaleggio, ma provate a leggere il suo nome greco che suona come un tsikitsiki e mandate a cicalare chi lo tradusse in cicala che a noi non ci cala mica!
Andando nel meraviglioso mondo greco dove i miti erano realtà, ecco una personale trasposizione di una delle più note favole di Esopo che in questi giorni ha perso completamente il suo primitivo senso:
 
Novella co’ ll’…amorale


Una pillaccherona di ciala
meleggia per er verso la formïa
che dice: “Falla, falla, la maiala,
m’ar ceppo te ‘un ciarivi bella mia”
Gel’e vvento arivin e fan tumìa.
Brezza la formiina ‘ndella sala,
sente bussà’, v’aprì’, è lla su’ amïa:
sciarpa, collié e ori fin sull’ala.
“Eh guà a ‘nzaccà’ le seme ‘or porverone!
Un cervolante preso pe’ llenone
e vaggo ‘ndov’è cardo sur groppone!”
Brilla fra ll’antennine un luccïone.
“Bella mi’ vita fatta sur copione
della novella scritta da un coglione!”


 

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12/8/2013 - 10:16

AUTORE:
Pierino

Ci raccontavano questa storiella per imbonire i creduloni: la cicala, vagabonda, non serve a nulla se non a infastidire la già tediosa calura estiva e la formica,laboriosa, provvede a riempire il formicaio per sopravvivere al rigido inverno...e se poi la cicala morirà di stenti ben le sta! (le dice infatti: mentre io faticavo tu cantavi).
Così i poveri, cresciuti con questa morale, hanno sempre fatto le formiche lavorando ininterrottamente e i più abbienti o furbi hanno vissuto alle loro spalle.
Poi qualcuno ha inteso riscattare la "povera" cicala.
La formica è diventata una grande egoista perché non vuole condividere le provviste con la cicala...(e pensare che mentre la formica suda, la cicala la conforta col suo canto!)...quindi è giusto che sia aiutata nel bisogno.
O come si farà presto a rigirare la frittata!
Comunque in ambedue i casi la formica si fa il culo e la cicala ozia!
Se non sbaglio anche MisssssCicala ha fatto la furbetta...con il fisco!