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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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L'ISOLA NON TROVATA
di Trilussa

18/8/2013 - 17:42

 

Sull’isola di Pianosa non c’è niente. Solo un carcere in abbandono, qualche casa male in arnese, poche stradine malmesse e non asfaltate, nessuna macchina ma solo tre cavalli per fare il giro dell’isola. O bici a noleggio per i più sportivi.


E’ un isola che va in malora dirà qualcuno, che non serve a niente e a nessuno dirà qualcun altro, magari si potrebbe sfruttare per il turismo con qualche bel locale, un po’ di musica, qualche bar e ristorante e questo lembo di terra sperduto in mezzo al mare potrebbe rivivere e decollare, diventare “in” , attirare VIP nazionali ed internazionali, la bella vita italiana insomma, e forse ospitare anche qualche onorevole o capo straniero durante le vacanze estive.


A Pianosa per fortuna ci sarebbe anche poco o niente da bruciare, non servirebbe nemmeno quello per liberare i terreni, far perdere in questo modo il loro valore perché si sa un bosco è un bosco e non si può toccare, un terreno bruciato invece prima o poi cambia destinazione d’uso e qualcosa ci si può fare.


Sull’isola del diavolo, come viene anche chiamata solo una caserma nuova inaugurata da poco che non ospita nessuno, le celle vuote e cadenti del vecchio carcere, i muri a secco lungo le stradine polverose, il muro “Dalla Chiesa” che isolava i mafiosi dai detenuti comuni e ultimamente un piccolo albergo a misura d’uomo o meglio a misura  di Pianosa. 

L’hotel Milena, una decina di camere "sobrie ma pulite" gestito dalla cooperativa San Giacomo con un indirizzo molto facile: via Peppino e Felicia Impastato, isola di Pianosa (Li). Rimane un paese di case decadenti, erose dal sole e dal salmastro, stradine bianche, sassi che scorticano gli stinchi, zecche che si attaccano ai piedi.


Ci sono stati progetti in passato (le casse dei comuni, si sa, sono sempre più vuote) ed oltre allo sfruttamento turistico si era pensato magari ad un impianto fotovoltaico, addirittura qualcuno in passato l’aveva indicata come un possibile sito per la costruzione di una centrale nucleare.
Perché non c’è niente, non produce reddito e quei pochi che arrivano non hanno molte occasioni di spendere e lasciare denaro. Pochi euro per un giro a piedi dell’isola, qualcosa in più per un giro in calesse trainato da quei malmessi cavalli che si vedono godersi il fresco sotto un albero, qualche bici da noleggiare.


Perché oggi è questo il modo di vedere e giudicare ed anche il territorio non sfugge alla barbara legge del denaro, della resa economica, della possibilità dello sfruttamento per fare cassa mentre altre cose nel sentire comune perdono valore.
L’assenza, purtroppo e al momento, non premia.


Cosa dire agli amanti della movida notturna, dell’ebbrezza alcolica come condizione indispensabile per il divertimento, della musica ossessiva e stordente della discoteca, della passeggiatina lungomare del dopocena ben unti di olio doposole che brilla sotto le luci dei lampioni?
E ai patiti della “barca”, dei club esclusivi dove speri sempre arrivi qualche troupe di Mediaset  per far vedere agli amici invidiosi che tu c’eri, dei pasti a ostriche e Champagne, delle macchine di lusso, dei gioielli ostentati con noncuranza?

Forse con questa crisi stanno un po' più nascosti, forse anche un po' cominciano a vergognarsi di avere così tanto quando molti hanno troppo di meno.....ma ci sono lo stesso...tranquilli!

Cosa dire quindi a tutti costoro? Che Pianosa non fa per loro.


Perché a Pianosa tutto questo non c’è.


Sulla sperduta isola dell’arcipelago toscano, piatta che quasi non si vede, dopo due ore e mezzo di traghetto dalla terra ferma e dove il tempo si è fermato alla metà degli anni 90 quando è stato chiuso il carcere di massima sicurezza queste cose non ci sono. Il carcere ospitava boss mafiosi e criminali comuni ed in passato è stato anche carcere politico e ha visto reclusi anche uomini illustri come, uno per tutti, il rimpianto Sandro Pertini.
Perché Pianosa è un mondo a parte, l’isola che non c’è.


A Pianosa puoi trovare solo un mare cristallino, piccole spiagge deserte, scogliere sempre battute dal vento, puoi sentire i rumori degli uccelli, vivere il contatto con la natura, la calma piatta e il silenzio che ti circonda. Oltre al piccolo Hotel si stanno studiando anche piccoli progetti di recupero di alcuni edifici per garantire un minimo di recettività ma l’isola fortunatamente fa parte del Parco dell’Arcipelago Toscano e non potrà essere snaturata perdendo quel valore che in questo momento riesce ancora a mantenere.


Perché il suo valore è proprio quello di essere rimasta lontana dalla cementificazione, dallo sfruttamento edilizio che l’avrebbe fatta somigliare alle mille altre isole e coste del nostro paese dove la brama cementizia ha portato alla trasformazione dei luoghi tramutando le coste in condomini e le aree a verde interne in parcheggi per auto.


Quando il ritmo della nostra vita sempre più moderna sarà arrivata alla esasperazione finale, quando saremo veramente stanchi di correre sempre e sempre più in fretta, quando avremo capito che essere in contatto telematico col mondo vuol dire, in fondo, essere sempre più soli, allora questi saranno i luoghi dove desidereremo passare le nostre vacanze o le nostre vite.


Solo se però sapremo difenderli da quella che rappresenta il maggior pericolo per questi luoghi, quel turismo di massa che distrugge ogni cosa con la sua invadenza e la sua superficialità.
Il territorio è un bene fragile e irripetibile. Arriva a noi da migliaia di anni e attraverso milioni di piccoli attacchi da cui si è sempre saputo difendere. Noi ci siamo creati la tremenda possibilità di distruggerlo con un semplice atto amministrativo.
 
 
“Un'esperienza fuori dal comune”
Recenzione del 14 luglio 2012
Metto da parte i giudizi scontati sull'estrema bellezza delle risorse naturali di questa piccola isola per dare invece alcune indicazioni su come, a mio parere, ci si debba porre per apprezzare al meglio la visita. Non ci si deve innanzitutto aspettare di arrivare in un parco dei divertimenti con servizi e personale sempre pronto a soddisfare ogni bisogno, esiste il minimo indispensabile per consentire ai pochi turisti (intrusi) di passare una giornata in un luogo originale, pieno di storia e di storie che é bello sentirsi raccontare. I costi piuttosto alti che bisogna sostenere per la gita sono a mio parere, oltre che un contributo a chi si occupa di mantenere questo piccolo gioiello, anche un modo per indurre un po' di rispetto e consapevolezza in chi visita. Consiglio vivamente di partecipare alle escursioni organizzate durante le quali le ottime guide sapranno narrare le vicende dell'isola. Invito a visitare la bellissima mostra fotografica che si trova vicino al porto, ricca di scatti e articoli di giornale storici, curata da alcune gentilissime signore che potranno anche raccontarveli. Molto interessante anche la visita alle catacombe, mio figlio di 5 anni ne é rimasto affascinato, gli é sembrato di partecipare ad un'avventura su una vera isola "dei pirati". Tutto é un po' fatiscente e lasciato a se, ma credo che la bellezza sia anche in questo, e nelle poche persone che si incontrano una volta sbarcati, é un po' come se la natura stesse riappropriandosi di cio' che gli appartiene. L'hanno già scritto in molti, ma non posso negare che l'atmosfera che si respira li' é magica, spero che rimanga cosi'.
 

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21/8/2013 - 14:59

AUTORE:
Ovidio

Caro Trilussa,
bello l'inizio: "Sull'isola di Pianosa non c'è niente". Poi leggendo tuo racconto si ha l'impressione che ci sia tutto. E uno è subito preso dalla voglia di andarci.

20/8/2013 - 23:38

AUTORE:
M.C.

Seconda stella a destra
questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'è...meno male che qualche posto resiste, seppure grazie alla distrazione di qualche programmatore di sviluppo e di crescita infinita.