Nei suoi numerosi articoli sulla storia del territorio, Franco Gabbani ha finora preso come riferimento, personaggi o avvenimenti storici, inquadrandoli nella cornice degli usi e delle norme dell'epoca.
Questa volta prende spunto da situazioni e argomenti curiosi, spigolature come le chiama.
Al di là dei fatti precisi, quello che colpisce particolarmente, è il linguaggio usato nei documenti, non solo formale e involuto, come da sempre ci ha abituato la burocrazia, ma spesso anche di difficile comprensione, esplicitando l'evoluzione continua della lingua e dei termini.
E’ORA DI VOLTARE PAGINA
Quando parliamo degli anziani ne parliamo come una categoria di privilegiati, parliamo degli anziani come se fossero un'unica entità ad uguali condizioni, e per questa ragione ne scaturisce spesso un giudizio superficiale e non sempre rispondente alla realtà.
Parliamo dei pensionati come una categoria privilegiata perché costoro hanno un reddito garantito, ed è vero se confrontato con tanti giovani precari, disoccupati ma non perché ci sono alte pensioni ma perché complessivamente la società è arretrata.
Le pensioni non riescono ad adeguarsi al reale costo della vita da 20 anni. Nella provincia di PISA vengono erogate 130.000 pensioni la media e di 729 euro, se scomponiamo ancora il dato tra uomini e donne , vediamo quest’ultime hanno una media pensione di 533 e gli uomini 1017 €. Se prendiamo a riferimento le sole pensioni di anzianità/vecchiaia cioè quelle pensioni che per tantissimi sono quasi l’unica fonte di reddito vediamo che, sempre il dato provinciale dice che complessivamente vengono erogate 40.193 pensioni con una media di 1.069 e sempre scomponendo i dati vediamo che il numero di pensione delle donne è di 18 273 con una media di 639 € le pensioni degli uomini sono 21.920 con una media di 1.427 cioè più del doppio.delle donne.
Queste sono le medie perché se dovessimo ancora scomporre il dato vedremmo che c’è un numero di persone ridotto che hanno una pensione alta, questo significa che la stragrande maggioranza delle persone ha una media pensioni molto più bassa, e parliamo delle persone che hanno la pensione come unica fonte di reddito.
Ma oggi le pensioni hanno assunto una funzione fondamentale quale unico concreto aiuto alle famiglie in difficoltà.
Che siamo alla fine dello stato sociale non è una affermazione astratta, ma una concreta constatazione dell’andamento della società. Le pensioni sono divenute un ammortizzatore sociale nelle famiglie per queste ragioni.
Hanno contribuito al sostegno al reddito la dove c’è stata perdita o riduzione del lavoro, stanno contribuendo a sostenere i costi dei servizi a domanda individuale quali trasporti e refezione scolastica. Pur avendo, molti pensionati le esenzioni ai ticchet concorrono alla spesa sanitaria per i familiari.
Quindi noi troviamo davvero sbagliata la discussione attorno a questo problema presente nell’attuale governo, perché si pensa anche per il 2014 di non adeguare le pensioni sopra i 1200 € lordi al reale costo della vita, sarebbe il terzo anno consecutivo con una perdita di 1500€ che non si recuperano più. Non si puo fare ancora una volta cassa sui piu deboli lasciando inalterati i privilegi.
Cosi come pensiamo sia sbagliato non finanziare adeguatamente il fondo della non autosufficienza . giusto andare a controllare chi non avendone diritto usufruisce di determinati servizi ma non si possono togliere a tutti.
Siccome in questi periodi si parla di una probabile ripresa, non vorremmo che ancora una volta la ripresa sia per i soliti noti e le fasce sociali medio basse ne paghino ancora una volta il conto.
Tra pochi giorni riapriranno le scuole di norma quando riaprono i luoghi del sapere e del futuro per le giovani è sempre un grande evento, ma ancora una volta questo giorno è fonte di grande preoccupazione per l’inadeguatezza del sistema scolastico rispetto alle necessità che urgono.
Una scuola che funzioni e che non in tutti i suoi aspetti è una cosa fondamentale che riguarda nonni e nipoti e non possono essere problemi affrontati separatamente, cosi come lo stato sociale anche la scuola è giusto che abbia le necessarie risorse per formare la futura società. Ecco dove è l’interesse comune delle generazioni per lottare insieme affichè davvero ci sia un cambiamento radicale e non essere piu prigionieri dell’economicismo che favorisce solo alcuni a danno della collettività.
Su questi argomenti lavoreremo e porteremo avanti le nostre inziative, affinché il paese non sia piu prigioniero dei destini di una persona condannata dopo tre gradi di giudizio e che tiene sotto ricatto un paese. Una situazione davvero insostenibile e che deve essere cambiata, nopi lotteremo per cambiare davvero.
Franco Marchetti
Spi san giuliano