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Nei giorni 26-27-28 aprile verranno presentati manufatti in seta dipinta: Kimoni, stole e opere pittoriche tutte legate a temi pucciniani , alcune già esposte alla Fondazione Puccini Festival.Lo storico Caffè di Simo, un luogo  iconico nel cuore  di Lucca  in via Fillungo riapre, per tre mesi, dopo una decennale  chiusura, nel fine settimana per ospitare eventi, conferenze, incontri per il Centenario  di Puccini. 

. . . per questo neanche alle 5. 50 prima di colazione. .....
. . . alle nove dopocena non ciai (c'hai) da far altro? .....
. . . il plenipotenziario di Fi, Tajani, ha presentato .....
Ieri 19 Marzo ci ha lasciato un Vs. concittadino Renato .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Il sole nutre
col suo splendore
il croco il bucaneve
la margherita. . .
Il cuore
cancella il dolore
se alimentato dall'amore
essenza della vita
Quando .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Per non essere un coniglio
di Daniela Sandoni

5/9/2013 - 21:04

Per non essere un coniglio
di Daniela Sandoni
 
Daniela Sandoni ha inviato per prima le sue riflessioni sul perché vale la pena vivere da queste parti; ora pubblichiamo questa piccola aggiunta al precedente breve intervento nella tornata finale di questa serie.
 
Quando ho risposto al’appello di Ovidio partecipando alla rubrica “Perché vale la pena di viverci?”, la mia prima ispirazione mi ha portato a prendere in considerazione i colori dei nostri luoghi. Credo di averlo fatto con impegno, in punta di piedi, ma anche con tanto imbarazzo perché sono solita esprimermi attraverso le immagini.
 
In seguito però, letti ed apprezzati gli altrui bellissimi articoli, ho ripensato ad una frase di Fabrizio De André che a suo tempo mi aveva particolarmente colpito: “… raramente un artista è un eroe. Più spesso vive isolato e come timidissimo coniglio”.
Ora, ammesso che io sia un’artista, visto che per quanto mi riguarda di eroi non se ne può certamente parlare, vuoi vedere che sono un coniglio? Beh, in questo caso forse un po’ lo sono stata, perché nel mio intervento ho omesso tanti altri ricordi, molto pregnanti, che invece potevano dimostrare ancora di più quanto io faccia parte di questi luoghi e quanto vi sia legata.
 
Cercando di rimediare riporto qui di seguito alcuni dei più significativi, così come mi vengono in mente, a caso, senza spiegazioni particolari, con la consapevolezza che le sensazioni legate ad ognuno di loro sono e devono restare strettamente personali: le vendemmie alle Cascine, la raccolta dell’uva, le corse tra risate e ballonzolii seduti sul barroccio in mezzo ai tini colmi di grappoli dorati e rubizzi, i pranzi sull’aia, le cene nella cucina con un grande camino, la fisarmonica e i balli improvvisati; l’orto, la pesca con mio padre nel Serchio, sotto il ponte di Pontasserchio o nei dintorni (i trasferimenti venivano effettuati su un motorino, in due, che si chiamava Paperino); le amiche Cristiana e Maria, con le quali giocavo sull’aia, Leontina la loro mamma mentre faceva il pane e la schiacciata in un grande forno a legna, Gustavo il capofamiglia e ancora Maurizio, Giorgia, Piera, Guido, Marino, Mafalda…; le ripetizioni ai bambini della scuola elementare e media che mi fecero meritare l’appellativo di “Daniela la maestra”; il mio matrimonio nella chiesa di Gello; gli amici e i conoscenti di oggi, la mia amica Giovanna, Maddalena, Silvana, Angelo, Ada, Manola, Manuela, Kevin.
 
Tante altre persone e circostanze faranno in modo che la storia non finisca qui.
Sarò coniglio, ma quanti ricordi e quante sensazioni.

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