Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Per doveroso rispetto a chi invia foto e articoli alla redazione e per altrettanto dato l’inserimento, cominciamo a “svelare” il primo dei due enigmi presentati nelle precedenti flash: Bocca di Serchio Storia il primo e Farfalle l'altro.
Si è parlato scherzosamente di un relitto rinvenuto nella riva erosa dal Serchio nella sua spettacolare curva.
Ora qualcuno lo ha rimosso dalla sua pericolosa posizione sull’uscita in mare delle imbarcazioni dei pescatori e ne ha rivelato la vera struttura che “dovrebbe” essere lo scheletro di una di quelle pseudo case galleggianti che erano ancorate, o meglio appoggiate, sul fiume un poco più a monte.
Niente antichità storiche, ma solo moderne stupidità.
L’altro dilemma, o trilemma o più, è l’assembramento di tutte quelle cavolaie sui girasoli a poca distanza da quel cavolo di oggetto al sole.
Due commentatori si sono sbizzarriti e divertiti a dare interpretazioni social-attinenti e natural-derivanti.
Mi rifiuto di parlare di quel modo-operante infamante per la gestione politica italiana, meglio parlar di bestie che almeno quelle vivono con una logica.
Le cavolaie non si cibano di girasoli e, generalmente, non vi depongono le uova.
Quei bruchi trovati dall’amico commentatore non potevano essere di queste farfalle, ma di altri abitatori dei girasoli, quindi quelle che si vedono volare sono adulti non giovani farfalle (le farfalle non sono prima piccole e poi grandi).
Dopo un’attenta visita alla zona mi sento di dire che il fenomeno è casuale (per la quantità degli individui) ma necessario e dovuto per l’ultimo atto della riproduzione che lascerà la prole per la prossima primavera.
Tutto quel rincorrersi, turbinare in aria a gruppetti di sessi indefiniti, tutto questo è solamente amore, o sesso che in Natura è la stessa cosa.
In Natura si va sì dietro al più forte, al più bello/a, al più prestante, ma si fa altrettanto presto ad abbandonarlo quando questi ha compiuto il suo lavoro o quando comincia a perdere le “ali”, fisicamente e/o letteralmente, come questa farfalla che ora a terra non attira più.
Pussa via!
Avanti un altro/a!