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Anche per il 2024 si terrà il concorso ideato da MdS Editore dedicato al territorio e all'ambiente, attraverso le espressioni letterarie ed artistiche delle sezioni Racconto, Poesia, Pittura.tpl_page_itolo di quest'anno sarà "Area Protetta".Per questa dodicesima edizione, oltre al consueto patrocinio dell'Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, che metterà a disposizione la bella sala Gronchi per la cerimonia di premiazione, partner dell'iniziativa saranno la Sezione Soci Versilia-Valdiserchio di Unicoop Firenze e l'associazione La Voce del Serchio.

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
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Cresce il numero dei poveri nel nostro territorio. Ecco il dossier della Caritas

29/9/2013 - 17:33

"Dossier le povertà del territorio"​Parlare delle povertà del nostro territorio è un argomento difficile e con risvolti sociali molto importanti. Oggi più che mai, con questa crisi che attanaglia le nostre famiglie da più di tre anni, l’argomento è di estrema attualità. Nel territorio che và da San Giuliano -Gello avendo come confine la via del Brennero fino a tutto il comune di Vecchiano, e che rappresenta fisicamente il Vicariato della Val di Serchio, operano delle strutture ecclesiali denominate "caritas parrocchiali". Una delle attività di queste ultime è la prossimità e l’aiuto alle persone che sono in difficoltà.

 

A Pontasserchio, presso il vecchio asilo delle suore (divenuto oggi un centro polifunzionale della CARITAS diocesana con numerose strutture di accoglienza) dal 2007 opera il centro d’ascolto delle parrocchie di Limiti, Pappiana, Pontasserchio e San Martino Ulmiano. Tutti i Venerdì dalle 15.30 alle 17.30, tre operatori volontari sono presenti nella struttura per "ascoltare " e aiutare coloro che qui si rivolgono.

 

Questa nostra esperienza ci ha permesso in questi anni di estrapolare una quantità di dati che ci danno uno spaccato delle povertà e dei bisogni del nostro territorio.Gli utenti che sono stati seguiti dal centro di ascolto ad oggi sono 137, la media è di 30 nuovi utenti/anno. Se allarghiamo i numeri delle persone seguite nei nuclei familiari diventano 414, con una media di 3 persone per famiglia.In questo grafico vengono riportate le percentuali tra uomini e donne che si sono rivolte a noi.

 

E’ il sesso femminile che più frequentemente ci interpella; magari anche come primo approccio e poi, in un secondo momento, portano anche la parte maschile del nucleo. Comunque è sempre più frequente che anche uomini si rivolgano in prima persona al centro stesso.

 

Il rapporto tra italiani e non, è ancora a favore degli stranieri (61 a 76) ma in questo periodo il numero dei nostri connazionali in proporzione è aumentato; rumeni e albanesi si equivalgono e vi sono anche provenienze molto più esotiche: Algeria,Guinea eq, Capoverde, Ungheria, Bulgaria, Argentina, Giordania, Brasile, Iran, India, Equador, Polonia. La maggior parte di coloro che si sono rivolti al centro erano in regola con il permesso di soggiorno o comunitari.

 

L’età centrale risulta essere la più colpita, seguita da quella oltre i 50 anni. Gli italiani sono così rappresentati: 6 con meno di 30 anni, 26 tra i 31 e 49 anni, 29 con più di 50 anni. Possiamo pensare che, in età giovanile, la famiglia di origine supplisca le carenze della persona; con l’aumentare dell’età e dell’autonomia tali carenze divengono evidenti. Ecco spiegato l’incremento nel ventennio successivo che, peraltro, è quello che a livello occupazionale e familiare , dovrebbe avere più garanzie, ed è invece quello più colpito da questa crisi.

Per quanto riguarda gli stranieri, non avendo l’appoggio dei genitori sono riccamente rappresentati in tutti e tre gli ambiti.

 

Merita anche una riflessione sociologica lo stato civile delle persone che si rivolgono a noi; il 22% è coniugato/a o convivente, il 5% vedovo/a, il 42% celibe o nubile e il 31% separato o divorziato. Il 78% , quindi, di questi utenti è "solo". La voce separato e divorziato in questi ultimi anni è aumentata come quella celibe o nubile, a conferma che le persone sole e senza ammortizzatori sociali, ad esempio la pensione per i vedovi/e, sono quelle più a rischio.

 

La maggior parte degli utenti vive in affitto, anche se la sofferenza per i costi elevati delle locazioni, la morosità e gli sfratti esecutivi sono causa di grossi disagi. Altri vivono in abitazioni di fortuna, roulotte, camper, tende ecc, altri ancora sono ospiti da parenti ed amici. Molti di coloro che si rivolgono a noi sono alloggiati negli appartamenti per la pronta accoglienza che sono presenti nella struttura di Pontasserchio. Solo una minoranza ha un’ abitazione di proprietà.

 

Con questo grafico vogliamo evidenziare le condizioni professionali di chi si rivolge al nostro centro e, specchio dei nostri tempi, vediamo che assieme all’emergenza abitativa, la ricerca di occupazione è uno dei bisogni più grandi e la causa principale dei disagi dei nostri utenti.

 

Altri bisogni rilevati durante i colloqui che, in 5 anni, sono stati più di 1000 con una densità di circa 4 o 5 per giorno di apertura:• mancanza di reddito o reddito insufficiente• Indebitamento• Sfratto• Irregolarità giuridica• Disabilità fisica• Difficoltà nella gestione del reddito• Problemi di salute• Abitazioni precarie e inadeguateLa distribuzione delle persone che si sono rivolte al nostro centro per comune di residenza sono: 36 appartenenti al comune di Vecchiano e 101 al comune di San Giuliano Terme.

 

Questi dati sono stati pubblicati sul rapporto sulle povertà della Caritas diocesana del 2012.Concludendo una riflessione è d’obbligo, i dati che sono riportati in questo dossier interessano la zona della Valdiserchio. Come centro di ascolto abbiamo cercato di fornire delle risposte a queste richieste, cercando di coordinarci il più possibile con il servizio pubblico, e alcune volte ci siamo riusciti, spesso ci siamo sentiti soli ad affrontare questa sfida.La povertà è la vera zona d’ombra dove la nostra civiltà viene messa alla prova, ma senza l’aiuto di chi ha di più non può essere eliminata.

 

Finchè esisterà un primo mondo, un secondo e un terzo anche a casa nostra non ci sarà la possibilità di raggiungere quella pace sociale che dovrebbe essere l’elemento qualificante di una società evoluta. Va altresì detto che, oggi più che mai, la dimensione del volontariato sia laico che religioso ha raggiunto livelli altissimi e che grazie alla solidarietà di tutte queste persone la nostra società può ancora andare a testa alta e sperare in un futuro migliore.

 

Gianmarco Braccini operatore della Caritas unità pastorale Limiti, Pappiana, Pontasserchio, San Martino Ulmiano.

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5/10/2013 - 20:15

AUTORE:
Alessio Niccolai

Sosteneva Enrico Berlinguer: «Per noi l’austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell’individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato. L’austerità significa rigore, efficienza, serietà, e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulano da anni e che oggi sì manifesta in Italia in tutta la sua drammatica portata».
In altra parole, l'ultimo parto intellettivo prolifico del vecchio PCI, parlava di «Austerità» nei termini in cui oggi si parlerebbe di «Sobrietà» che, a conti fatti, è ben altra cosa.

5/10/2013 - 10:25

AUTORE:
OSSERVATRICE

Mi sembra che tu abbia la vista lunga, ma diffetti in quella corta.
Mi vai a trovare la Germania, l'Italia nel suo complesso e NON TI ACCORGI o fai finta di non sapere che il nostro piccolo Comune ha sei Dirigenti pagati profumatamente per non fare niente o per fare danni insieme alla classe politica che ci amministra.
Un saluto

5/10/2013 - 0:09

AUTORE:
il censore

La povertà non è una categoria dell'anima, né un'aspirazione romantica, tantomeno una scelta consapevole, o una condizione volontaria IMMUTABILE, ma una conseguenza drammatica di una miscela di fattori diversi e combinati fra loro, diretta conseguenza dell'egoismo umano, della miseria materiale, morale e dello spirito, di ignoranza, mancanza di educazione, indifferenza, mancanza di solidarietà, etica sei valori, vicinanza e senso della comunità e senso civico, oltreché di spirito d'iniziativa e voglia di mettersi in gioco.

Ai fattori oggettivi e imponderabili, malattia, vecchiaia, disastri naturali ed imprevisti e costrizioni forzate, si mischiano fattori macroeconomici, politiche industriali, di programmazione economica, crescita intellettuale e consapevolezza del valore personale e nelle proprie forze, riconducibili ad intraprendenza e dignità personale, resi possibili e coltivati nelle coscienze solo grazie a politiche mirate alla crescita e valorizzazione della persona, rispettata come individuo potenzialmente senza limiti di creatività e talento, ciascuno secondo le proprie inclinazioni,

Il tutto realizzabile in ambiente favorevole e adatto, improntato a giustizia sociale e alla valorizzazione delle individualità, e rimozione degli ostacoli ostativi, creato dalla società insieme alle necessarie strutture.

LA POVERTà DUNQUE NON è UN PRODOTTO CASUALE O DIRETTA CONSEGUENZA DI IGNAVIA O INADEGUATEZZA ED INSIPIENZA DI CHI NE è VITTIMA, MA IL RISULTATO COLLETTIVO DELLE POLITICHE, STRATEGIE ECONOMICHE, SCOLASTICHE, DI RICERCA E PROGRAMMAZIONE DI RISORSE MATERIALI ED UMANE, DI INVESTIMENTI FINANZIARI, E D'INTELLETTO, ORGANIZZAAZIONE ED EFFICIENZA DI STRUTTURE E SERVIZI.

niente da stupirsi se assistiamo alla proliferazione del fenomeno, dopo decenni di malgoverno, in cui le priorità erano quelle della salvaguardia di interessi personali e della ottimizzazione del profitto secondo logiche puramente finanziarie.

IN ALTRE PAROLE IL DIFFONDERSI DELLA POVERTà è IL SEGNALE DEL FALLIMENTO DI UNA SOCIETà NEL SUO COMPLESSO, E TUTTI DOVREMMO CONSIDERARCI COLPEVOLI DEL PERSISTERE DEL FENOMENO, ADOPERANDOCI ALMENO NEL SOSTEGNO MORALE E MATERIALE, CHE NON ANDREBBE CONSIDERATO UNA FORMA DI CARITà, MA UN OBBLIGO INDEROGABILE ANCORCHè MERITORIO.

SOLIDARIETà. VICINANZA, COMPRENSIONE ED AIUTO ACQUISIREBBERO UN SIGNIFICATO NUOVO, BEN DIVERSO E CAPACE DI RIGENERARE UN'INTERA SOCIETà AI VALORI DELL'UMANESIMO.

4/10/2013 - 19:12

AUTORE:
franco marchetti

ho letto solo adesso l'articolo di marco braccini, mi fa piacere che riporti questi dati ed anche da parte della caritas di zona si evidenzi lo stato di povertà, il sottoscritto lo ha fatto piu volte spesso rimanendo inascoltato o tacciato di fare politica solo perchè dello spi cgil. a me invece farebbe piacere collaborare e vedere insieme cosa possiamo ancora fare ogni uno nello specifico del suo ruolo, gia tre anni fa discutemmo di questi argomenti ad una nostra festa con la presenza di don antonio cecconi, ed anche in quella occasione, non l'unica emerse tutte le oggettive difficolta ed i grandi segni di poverta che anche nel nostro teritorio ci sono. basti pensare agli oltre 250 pacchi di generi di prima necesita che ogni giorno vengono distribuiti dalla pubblica assisstenza, alle domade del contributo affitti e contributi scolastici che riguardano per la maggior parte famiglie italiane givani, all'80/delle pensioni che non superano gli 850€ e che spesso le pensioni sono come ammortizzatori sociali. ecco ci sono tante cose da fare sarebbe importante un lavoro sinergico per concentare gli sforzi e fare quanto in nostro potere, ogni uno nel propio ruolo, la caritas da sempre svolge un ruolo fondamentale e meritorio, ma il nostro obbiettivo è anche quello che vi siano meno poveri e cerchiamo di farlo attraverso le rivedicazioni, ruolo del sndacato, troppo spesso inascoltati sia a livello centrale che locale. e propio perchè coscienti di talie gravi problemi anche giovedi 10 faremmo una assemblea con la pubblica assistenza e vedere cosa insieme possiamo fare, dalla denuncia alla proposta, mi auguro di poterci incontrare e discutere intato speriamo che il 10 a metato vogliate portare anche la vostra voce, sarete i benvenuti

1/10/2013 - 13:36

AUTORE:
Gian Paolo

E' vero cio' che dice , anch'io pensavo che diverse persone inserissero un proprio commento per questa situazione che quotidianamente viviamo, un commento di rivolta , di critica , ma forse ci si assuefà a tutto compreso la povertà.
O forse la povertà e' solo apparente, solo negli occhi di chi la vede e se la sente addosso.
Noi purtroppo non siamo la Germania, dove alla parola austerità hanno aggiunto in questi anni le parole giustizia, onesta' serietà , senso dello stato.
Lei dice :
austerità" siamo rimasti sordi e mentre il popolo tedesco con un austero progetto di riunificazione per tirare fuori dai bisogni chi era rimasto indietro ha abbattuto "muri" lavorando insieme a "diversi" per combattere ogni povertà.
Non esiste nel modo, Marte e Plutone compreso , stato che ha cercato di riunificare il sud più dell' Italia,
Il numero dei miliardi di euro spesi dallo stato, quindi da noi cittadini, dal 1960 ad oggi con i vari fondi e trasferimenti e' talmente lungo che non riesco nemmeno a scriverlo.
Riesco però a scrivere quanti sono i dipendenti pubblici della regione Sicilia nr 20288, con una percentuale di dirigenti 1 ogni 8 operai , con una spesa di € 20.000.000.000
Vede lei cita la Germania , ma dovrebbe anche citare
che nel 2010 , la Merkel ha licenziato 10.000 dirigenti pubblici a Berlino perché improduttivi, costa meno dargli un salario di disoccupazione che un salario per non far nulla, risparmiando così una 25ina di miliardi in sei anni, e i dati di efficenza non sono cambiati.
Ma come si fa, se non si fa demagogia spicciola a lavorare insieme a chi non ha mai fatto nulla ?
Comunque i valori di povertà nel nostro paese sono destinati a crescere sempre di più , il 2014 sarà peggiore del 2013, la ripresa del fu governo Letta non esiste, la povertà ora circoscritta ai disoccupati del privato, ai diseredati migranti , agli anziani soli, ai cassaintegrati , domani abbraccerà tutti i settori, pubblico compreso, e forse allora , forse qualcosa cambierà .
Intanto i nostri figli sono destinati a emmigrare verso stati, dove l' accoglienza non è' tollerata con la A maiuscola come in Italia.

1/10/2013 - 8:48

AUTORE:
Bruno Baglini

...è intervenuto sulla Vds sull'articolo inviato da Gianmarco Braccini? e se vediamo negli articoli correlati nella stessa pagina ci appare sullo stesso argomento un "pezzo" inviato nell'ottobre 2010 da Brando Magli ed anche li, zero commenti.

Per parte mia, prima ho atteso perché in tanti pensano che approfitti di questo giornale per rispondere anche alla zoppa di Montinero, invece è andata diversamente.
Precedentemente avevo scritto una lunga pagina ma, l'ardisk o scheda madre del vecchio computer si è squagliato ed è andato perso tutto.

Cerco di ri/sintetizzare quel che avevo scritto aggiornandolo a fatti nuovi.
Un fatto nuovo è stato per quanto mi riguarda (ma non dovrebbe essere un fatto privato) l'incontro in una sala strapiena con un nuovo dirigente il mio partito, il PD.
Era dai tempi del compianto Enrico Berlinguer che non sentivo un dirigente della sinistra parlare dei poveri con il loro nome; poveri!

Sostiene Gianni Cuperlo che non dobbiamo lasciare al solo papa Francesco quella santa e sacra lotta contro le povertà.
Il nostro orecchio berlusconizzato si è abituato a facili promesse di bengodi e già da tempo con la parola usata da Enrico Berlinguer: "austerità" siamo rimasti sordi e mentre il popolo tedesco con un austero progetto di riunificazione per tirare fuori dai bisogni chi era rimasto indietro ha abbattuto "muri" lavorando insieme a "diversi" per combattere ogni povertà.

Noi purtroppo no! ma la lezione è stata forte e nonostante si sia ancora la seconda nazione europea più industrializzata e quindi "ricca" i poveri sono aumentati in maniera preoccupante per non dire spaventosa ed i ricchi aumentati anche (sembrerebbe assurdo) andando in pensione.

Si dice che i diritti acquisiti non si toccano. Perché allora si è lasciato che una Fornero ed un Monti abbiano "toccato" solo i diritti acquisiti di chi ha lavorato per 40 anni in fabbrica e nei servizi sfruttandoli ancora per tanti anni con la scusa di dar lavoro ai...loro nipoti, perché se i loro figli non lavorano, aver nipoti sarà solo una scusa.

91.000 (novantunomila) euro è la massima pensione riscossa mensilmente da un manager italiano ed altri italiani seguono con 50/60.000 euro di pensione mensili, ma... credo che per loro stessi si siano garantiti anche la quattordicesima mensilità.

Perché loro i loro "diritti acquisiti" non vengono toccati?
LORO hanno "versato" più della statua del budda che versa da tutte le parti per avere così tanti soldi frutto dei loro "versamenti".

E' ora di basta con questi andazzi altrimenti la nostra dignità di cittadini va a farsi friggere e non ci rimane che sperare che un nostro figlio vada ad indovinare una baggianata da Carlo Conti la sera prima del telegiornale e porti a casa 180.000 euro (350.000.000 milioni di vecchie lire) che sarebbero i guadagni di una vita intera di lavoro; poi ci sono altri giochini che vincendo, garantiscono un buona pensione a vita ed uno su 10 milioni ce la fa e gli altri!? sperano? ma dice il proverbio: chi vive sperando....

Poi se Gianni Cuperlo come sostiene un mio amico e compagno, facesse un suo discorso sulle povertà dei tanti italiani e ricchezze spropositate di alcuni arraffatori in Piazza Garibaldi a Vecchiano, la prima domanda che gli farebbero alcuni vecchianesi sarebbe: ma...seondo te, unti sembran corti e primi pali che rComune voleva mette per fa e porti nBocca!?
...eppoi...se c'era Renzi vest'anno c'era anche più arselle e d'inverno le brinate unle faceva fa.
La cosa è seria; perundì drammatica! ma finito il berlusca rimane il craxismo/berlusconismo da sedimentare e ci vuol tempo.

1/10/2013 - 8:40

AUTORE:
P.G_

I numeri non sono grandissimi ma una società che non sia pronta ad aiutare chi è in difficoltà, anche di una sola persona, non è una società giusta.
E non si parla di terzo mondo, America Latina, di quella parte del mondo dimenticata ed usata dalle multinazionali e dai paesi forti solo come deposito di mano d'opera o di smercio di veleni rifiutati dalle cosiddette civili, qui si parla del nostro territorio.
Magari non le vediamo, queste persone in difficoltà, e forse pensavamo nemmeno esistessero. Qualche straniero che ci lava il vetro ce lo immaginiamo in difficoltà ma qui si parla di cittadini italiani, di giovani che non trovano lavoro, di cinquantenni che un lavoro l'avevano e che improvvisamente si trovano in una tale difficoltà da doversi rivolgere alla Caritas.
Ma vi immaginate con quale stato d'animo un cinquantenne debba andare ad implorare aiuto alla Caritas (benemerita), sicuramente dopo essere stato all'Ufficio di Collocamento, dal proprio Sindaco, da tutti i suoi conoscenti ad implorare un piccolo impiego per tirare avanti.
Forse siamo troppo occupati a lamentarci dei nostri piccoli guai per comprendere veramente il grado di difficoltà economica in cui questo disgraziato ventennio ha precipitato le famiglie italiane.
Questo dossier, di cui dobbiamo ringraziare il relatore, ci fa capire quanto sia grave la situazione anche in un territorio che sembrava abbastanza risparmiato dalla crisi generale in cui versa il Paese.